“Il Lupo e i Sette Capretti deve la sua importanza alla semplicità dei messaggi che veicola. Quello sottolineato nella sceneggiatura (bellissima) della Casa delle Storie è rassicurante: una mamma ha sempre a cuore i suoi cuccioli e, anche quando le vicende della vita si fanno incerte, drammatiche e piene di mostri, è proprio la mamma buona che trova la luce per guidare tutti fuori dal tunnel.
È un momento commovente, in scena, quando il piccolo caprettino, che ha atteso in solitudine nel pendolo il tempo lungo e buio che corre tra la tragedia e lo spiraglio di luce – la voce materna –, si getta correndo da mamma capretta. È di nuovo luce sul mondo, è il ritorno al luogo protetto e, nello stesso tempo, è caricarsi della responsabilità della speranza: non tutto ciò che era il mondo cucciolo di mamma capretta è dato perduto, non vi è totale desolazione, e una voce che chiede protezione dona fiducia nel futuro.
Il caprettino ha trovato rifugio in un orologio, se per fortuna o per caso o per improvvisa illuminazione non si sa. La ricerca attiva di un modo per salvarsi lo connette alle capacità, alla prudenza, all’autoprotezione che la buona mamma ha cercato di insegnargli nella quotidianità: improvvisamente il caprettino diventa più grande, fa tesoro della preparazione ricevuta e sa attendere nel buio il ritorno della mamma e della salvezza.”
di Giulia Maria d’Ambrosio – Neuropsichiatra, Psicodrammatista junghiana