PAROLE, PAROLE…
Solitamente non mi piace bloggare di politica politica. Troppo se ne parla in porteaporte, michelisantori e via talkeggiando sulle poltroncine finta pelle, fingendo anche psicodrammi (come quello tra il Santoro e il Travaglio), tanto che i superstiti telespettatori ogni tanto cambiano canale per salvarsi dall’impetuoso blabla. Forse però sarà questo continuo blabla che ha vaccinato le nostre orecchie a non farci più sentire lo stridore di certe parole, di certe frasi, di certe contraddizioni spesso pronunciate da figure istituzionali di primo piano, tutto passa come l’acqua sul marmo. Eppure certe parole sono pesanti come il piombo, fanno male, dovrebbero indurci a dire: “fermati un attimo, cosa hai detto?!?”. Fra le varie perle ne ho sentite tre, ahime, tutte di area pd, ma si sa che mentre la “destra” è in questo momento abbastanza silente (ad esclusione delle prove muscolari della Lega), la “sinistra” parla, eccome se parla.
La prima in due tappe è dell’ineffabile presidente del Consiglio il quale, di fronte alle rimostranze dei presidenti delle Regioni sui pesanti tagli alle spese pubbliche locali, non ha trovato di meglio che contrapporre cittadini e Regioni stesse, dicendo “le Regioni protestano? Gli passerà” e “Dopo che hanno fatto sacrifici i cittadini, li faranno le Regioni?”. Ora, dopo le Provincie e il Senato, è forse la volta delle Regioni, una volta bandiera delle sinistre? Colpisce questo voler contrapporre cittadini e Regioni, quasi fossero corpi estranei, mentre lo Stato no (da quando?), lanciando la solita palla di cencio per gonzi (gli sprechi, gli sprechi…). Con lo sprovveduto che guarda la palla, ma non capisce che Regione (e Comune) sono la mensa dove andrà il figlio, il treno o l’autobus che prenderà domattina, la visita in ospedale, la scuola: basta saperlo e non lamentarsi poi.
Avevo promesso che non avrei parlato del pd (o di altri partiti), ma proprio non ce la faccio dopo essere stato trascinato dalle parole di una ministra carina con la vocina che riguardo alla mega e legittima riunione della fondazione di Renzi alla Leopolda a Firenze (ma non dovevano tirare fuori anche il Leopoldo di Castiglioncello? aspettiamo con ansia), a chi faceva notare come ad un consesso del pd con il segretario del pd, con ministri ed esponenti del pd, non fosse presente il pd stesso, non un suo simbolo, non una bandiera per far vedere che c’è il segretario eletto del pd, ha gentilmente risposto: “se qualcuno vuole portare una bandiera del pd, può farlo”, magari tirandola fuori dalla busta di cellophane, ma senza fare rumore mentre la toglie dall’involucro. Ma queste sono cose del pd e ci interessano il giusto. Più pesante è stata invece la dichiarazione del sindaco di Torino Piero Fassino che ha dichiarato che, sia pure “con dolore” è costretto ad ammettere che se le Camere chiudessero il paese rimarrebbe indifferente. Eh no, caro Fassino, questo è troppo! Perché se uno che è stato tutto, segretario di partito, deputato, ministro, ambasciatore onu, sindaco, ecc. ecc. dice una cosa simile, dovrebbe umilmente ammettere il proprio fallimento totale e “con dolore” dimettersi da tutte le cariche e ritirarsi in qualche valle valdostana a mangiare la fontina. In fondo, come diceva qualcuno, le parole sono pietre e ogni tanto dovremmo ricordarcelo e ricordarlo agli altri.