MEGLIO PUZZARE…
Attenzione ai quasi selfie, possono essere pericolosi. È quello che è successo ad Enrico Rossi, governatore uscente della Toscana, uomo spigoloso, impegnato da sempre in politica, che fuori dall’uscio di casa sua si è fatto fotografare insieme ad una famiglia di origine rom. Intendiamoci, niente campo rom pieno di sporcizia, no: una normale famiglia povera, che vive in una casa pagando l’affitto, le bollette, con lavori modesti, con i figli che vanno normalmente a scuola, che non ha commesso reati. E scrive il governatore, sapendo di fare una piccola provocazione, “questi sono i miei vicini di casa”, facendo intendere che ogni persona a prescindere da etnia, religione, credo politico si giudica per la propria faccia, senza buonismi, ma anche senza pregiudizi razzisti. Certo il governatore sa di politica, sa che questa è una strizzatina d’occhio a sinistra in vista delle elezioni, ma sappiamo che Rossi per educazione politica all’integrazione e alla solidarietà in qualche modo crede.
Apriti cielo! Si è visto ricoperto di palate di odio razzista, da delirio hitleriano, da post di persone che dicono che con un rom (o con un nero o con un ebreo o un cinese, è la stessa cosa) non ci si fotografa, qualcuno ha detto che non è opportuno, come si permette di fare una cosa simile, urla il segretario di un noto partito di destra che preferisce, a proposito di selfie, farsi fotografare nudo (oimmè!) su una rivista come “Oggi” ad uso di elettori ed elettrici in estasi. Certo, esclusi i soliti neofascisti, i molti colpiti dalla crisi che morde trovano nell’altro un facile capro espiatorio, per la serie la colpa è del rom (o del nero, dell’ebreo, del cinese, è la stessa cosa) e non di un modello economico che ci ha portato all’implosione: abbiamo già visto nel secolo scorso a cosa portano gli “impresari” della paura, che ora si dà una patina di rispettabilità. Ma è anche il sonno della politica razionale che tace, che ha paura, che non risolve, che lascia un vuoto che è riempito dal primo pregiudizio xenofobo. E allora ecco la facile accusa che il governatore non pensa agli “italiani”, o meglio a quelli del “nostro paese”, che è meglio, come se in un mondo globalizzato qualcuno potesse ancora pensare di essere in un’isola chiusa. E i soliti politici da talk show, consumatori di poltrone di salotti televisivi, che si scaglino contro una persona che ha girato in lungo e in largo la sua regione, che può essere criticabile, ma a cui non si può dire che non conosca i suoi governati (per la serie: oh Rossi anche oggi è qui? Ma non era passato una settimana fa?). Tutti pronti a scatenare la paura e il pregiudizio sui buonisti e sul radical chic, compresi quelli che frequentavano certi salotti milionari di Arcore. La cosa che più sorprende, si fa per dire perché non ci sorprende più nulla, è il silenzio imbarazzato del partito del governatore, “ma perché questo bischero si è fatto fotografare con una famiglia rom che ci rovina la reputazione” deve aver pensato qualche dirigente toscano. È proprio da questo vuoto, da questa mancanza di voce che cresce la xenofobia, dalla rinuncia di dire le proprie ragioni. Ripeto si tratta di una foto di una famiglia povera, ma con un’abitazione di cui paga l’affitto, le bollette, che lavora molto modestamente, che non ruba, che manda i figli a scuola. Bastava questo per far comprendere. E allora caro Rossi meglio farsi le foto con un miliardario pregiudicato, il suo emissario fiorentino accusato di truffa e corruzione, con qualche finanziere con conti alle Cayman e nessuno protesterà, anzi qualcuno sarà felice. Forse sarà perché come dicevano gli antichi “meglio puzzar di merda che di povero”.
Tiziano Arrigoni