Elio e le Storie Tese insegnano al pubblico come fare all’amore con la musica.
Prendiamo il Collezionista con la C maiuscola. Distraiamolo con uno stratagemma qualsiasi. Afferriamo, non visti, uno dei pezzi della sua collezione. Attiriamo nuovamente l’attenzione del Collezionista e quando siamo certi che ci sta guardando, rompiamo l’involucro del pezzo prescelto.
Questa è la massima forma di crudeltà che si possa infliggere a chi investe tempo e soldi nell’accumulo di oggetti appartenenti a una determinata categoria. I pezzi da collezione hanno un valore che può variare e ciò è dato principalmente dall’integrità con cui il pezzo in questione si presenta.
Faccio un esempio: anni fa mi regalarono l’action figure di Dr. Slump & Arale, perfettamente imballata nella sua confezione con tanto di sigillo. La piazzai su uno scaffale, investivo cinque – dieci minuti al giorno ad adorarne le forme perfette e gli occhialoni e di tanto in tanto toglievo la polvere che si depositava sul coperchio. Questo cerimoniale si ripeté fino al giorno in cui non intruppai involontariamente nello scaffale, feci cadere la scatola con il mio tesoro e temendo di perdere l’equilibrio, le diedi una poderosa pestata. Arale e i suoi occhialoni ne uscirono illesi, la scatola e il suo sigillo, no. Il valore dell’oggetto crollò di netto, nel giro dei due secondi di quella poderosa pestata. Il mio dispiacere, non essendo una Collezionista ma una semplice collezionista, fu contenuto. Il giorno dopo misi via l’involucro e diedi ad Arale la possibilità di vegliare sul salotto, libera dalla sua gabbia di cartone. Mi metto nei panni di un Collezionista e per un secondo sento mia la sua voglia di prendere a calci un muro solo per infliggere al piede colpevole della pestata, un po’ di dolore gratuito.
Ma veniamo ai nostri giorni. Passato Sanremo, passato il carnevale, passate le canzoni, le canzonette e le classifiche, restano gli oggetti. In questi giorni è uscito il nuovo lavoro di Elio e le Storie Tese, Figgatta de Blanc, edizioni Hukapan srl, un album che offre ben due versioni di se stesso. C’è la versione standard, che è quella che uno va al negozio e dice al commesso: “Buongiorno commesso, ha mica l’ultimo disco di Elio e le Storie Tese, Figgatta de Blanc?” e poi c’è una versione di lusso che consiste in un cofanetto contenente il disco abbinato a Lelo Siri™2, un massaggiatore che vibra rispondendo ai suoni e in parole povere ti fa fare l’amore con la musica.
Direte voi: e che c’azzecca tutta la storia del Collezionista con la C maiuscola che dà di matto di fronte alla rottura dell’involucro? La risposta è semplice: il cofanetto Lelo e le Storie Tese, generatore di quesiti e di felicità, è stato prodotto in edizione limitata, momentaneamente è possibile acquistarlo solo su Amazon e se lo stanno aggiudicando in gran parte i Collezionisti. Ecco da cosa si origina il tema del post e qual è la morale.
La nostra vita è fatta di bivi, strade che si dividono costringendo a una scelta. Puoi seguire le indicazioni, leggere i cartelli e un secondo dopo lasciarteli alle spalle e permettere all’istinto di prevaricare la tua parte razionale. Parliamo di un massaggiatore che vibra, di emozioni in solitaria che si amplificano al suono della musica che preferisci, parliamo di un oggetto in grado di darti accesso a nuove frontiere del piacere sensoriale. Dimmi, Collezionista che non togli l’involucro per preservare il valore del pezzo da collezione, come ti comporterai il giorno in cui il postino busserà alla tua porta per consegnarti la copia di Lelo ancora impacchettata e preservata per i posteri? Deciderai di dare retta alla tua parte razionale e permetterai a Lelo di dormire un sonno indisturbato nel suo cellophane per l’eternità, oppure ti lascerai ghermire dall’istinto e farai all’amore con la musica?
La risposta è facilmente ipotizzabile, perché il Collezionista non si limita ad acquistare Lelo. Il Collezionista attende l’arrivo del cofanetto, poi si reca al negozio e compra una copia di Figgatta de Blanc esclusivamente destinata all’ascolto. La dura vita del Collezionista è fatta così. Perché va bene Lelo, va bene il bisogno di preservare, va bene che i posteri sappiano, va bene tutto, ma non è ammissibile l’idea di avere tra le mani Figgatta de Blanc e tenerlo a invecchiare, neanche fosse una bottiglia di Chianti del ‘70.
Le orecchie più allenate alla musica degli Elio hanno impiegato non più di un paio di ascolti per stabilire che si tratta del lavoro più riuscito degli ultimi anni, che si percepisce in ogni nota la voglia che hanno ancora di giocare con loro stessi e con la musica. Abbiamo avuto paura che il tempo fosse passato e invece il gruppo c’ha lasciati di stucco anche in questa occasione. Al di là della perfezione nei mix e nelle registrazioni, al di là delle esecuzioni magistrali, ancora una volta vincono le idee, l’essere in grado di parlare di temi attuali e far sì che chi ascolta, troppo preso dalle melodie innovative, dai giochi di voce, dalla capacità citata allo spasimo, di cambiare genere, non se ne accorga del tutto. Non so come funzioni per gli altri. Per me funziona da sempre così: il messaggio è subliminale come quelle immagini in tre dimensioni che andavano di moda anni fa. Mi perdo nei colori e nella composizione delle geometrie, prima di percepire ciò che dovrebbe saltare all’occhio, ma una volta individuato il centro, ne rimango incantata, mi fermo, lo registro e lo porto con me, come si portano negli occhi le cose belle. Lelo invece, con buona pace dei collezionisti, andrebbe portato in borsetta o tenuto sullo stesso ripiano dello stereo, proprio accanto al telecomando. L’importante è non confondere i due oggetti e soprattutto dare al massaggiatore un buon “motivo” per vibrare.