Eravamo abituate a questo, ma la storia ha di particolare che se anche resta la stessa, al contempo cambia, mutano le mode, muta l’immaginario collettivo di cui sopra. Per me, donna comune che se la mattina mi ricordo di mettere il burro di cacao, passo la giornata in uno stato di semi-esaltazione neanche avessi fatto un intervento estetico al seno, il motivo per cui una forma di parità, nella questione dei rapporti tra esteriorità e potere, sia difficile se non irraggiungibile, resta un mistero. Banale, certo. Ne conosco le motivazioni, ma non le accetto. Sembravano passati secoli eppure la storia non solo si ripete, ma si prende anche la briga di fare un paio di piroette e mostrarti l’altra faccia della medaglia. Abbiamo passato la settimana a parlare delle polemiche tra Bertolaso e Giorgia Meloni
Poteva finire qui? Certo che no. La storia politica è una medaglia, da una parte c’è la destra, dall’altra la sinistra, con cesellature moderate sui bordi. La storia piroetta e ci mette al corrente del fatto che ieri la cuperliana Tullia Moretto, candidata per la corsa alla presidenza del Quartiere Savena di Bologna, si sarebbe sentita dire da alcuni colleghi del partito, di non avere il fisico adatto a ricoprire la carica. La diagnosi è “troppo grassa”, quando solo quattro giorni prima era scoppiato il caso Bedori, ex candidata del Movimento 5 Stelle. La denuncia è stata fatta dalla Moretto in persona tramite una lettera che ha giustamente indignato tutta Bologna – la vecchia signora dai fianchi un po’ molli col seno sul piano padano ed il culo sui colli, come cantava Guccini – sindaco Merola compreso, che avrebbe chiesto a Tullia di fare i nomi dei colleghi di siffatta levatura. Parliamo di scaramucce di quartiere, è vero, non di un intero paese, ma è anche vero che spesso si comincia dai piccoli circoli, dalla politica di quartiere. Chi ci garantisce che un domani questo genio del male convinto che la cellulite sia una controindicazione per una candidatura, non vada a scaldare una poltrona in parlamento? Ciò che vorrei fare è rivolgere un appello a Tullia Moretto, pregandola di ascoltare Merola e prevenire. Tullia, se le cose sono andate così, parla subito, non tirarti indietro adesso. Di’ il nome di questo genio, di’ qualcosa che sia femminista! Se non vuoi farlo per te stessa, almeno fallo per la storia, che di girare e di ripetersi ormai ne avrà piene le scatole.