Visto che nell’ultima “puntata” del blog di Pianeta Terra abbiamo parlato del Lupo, iniziamo una carrellata sullo stato di salute dei Grandi Predatori viventi in Italia ed in particolare sulla loro distribuzione nel nostro Paese.
Partendo dall’Orso bruno (Ursus arctos), possiamo vedere che questo grande plantigrado è presente in Italia con tre nuclei: il primo riguarda il Trentino Alto Adige con una stima di una cinquantina di individui tra Parco Nazionale Adamello Brenta e Alto Adige, stimati attraverso il monitoraggio delle femmine, questi dati sembrano in crescita; l’altro nucleo alpino, il più piccolo in Italia, riguarda le Alpi orientali Friulane al confine con la Slovenia. Qui il numero oscilla tra i 15 e i 20 individui; l’ultimo ed il più particolare riguarda il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise con la sottospecie, endemica italiana, dell’Orso marsicano (Ursus arctos marsicanus). Questa sottospecie è leggermente più piccola del fratello europeo ed è situata esclusivamente fra l’Appennino abruzzese e molisano: di questo nucleo si contano attualmente dai 50 ai 60 individui.
L’Orso è un mammifero che predilige boschi di montagna (querceti, faggete e boschi di conifere) attestandosi su una quota che varia dai 500 ai 1600mt s.l.m.; è stato osservato che durante la notte può spingersi in ambienti aperti e a valle avvicinandosi agli ambienti antropici dove riesce a trovare più facilmente il cibo.
In Italia l’Orso bruno è protetto dal 1939, nonostante questo la principale minaccia per l’orso è costituita dal bracconaggio e dal difficile rapporto con l’uomo. Spesso, laddove vive questo grande carnivoro, non sono rare le incursioni sugli allevamenti e sulle arnie degli apicoltori: questa difficile convivenza ha determinato la sua scomparsa in gran parte dei territori dove era presente in origine. Tutto ciò è dipeso anche dalla grande frammentazione dell’habitat, dovuta alla presenza di numerosi insediamenti umani tra un tratto di foresta e l’altro nelle aree dove vive questo animale. Per la IUCN lo stato di conservazione dell’Orso bruno è definito CR (in pericolo critico).
La Lince (Lynx lynx), questo grande felide è il carnivoro più raro ed elusivo in Italia. Attualmente non si ha una stima precisa della sua presenza sul nostro territorio: negli ultimi anni le Alpi orientali sono interessate da una lenta ricolonizzazione da parte di esemplari provenienti dalla Slovenia, mentre le Alpi Lombarde, Piemontesi e Aostane da esemplari provenienti dalla Svizzera. Altri individui, pochi e forse erratici, sono presenti in Italia centrale tra Abruzzo e Molise. La Lince è stata eradicata dal territorio italiano nella prima metà del XX secolo e attualmente si stima che ci siano una 20ina di individui in tutta Italia.
Questo grande predatore predilige le zone forestali dove sono presenti buone densità di prede ed in particolare ungulati quali il Capriolo ed il Camoscio alpino. Spesso si nutre anche di roditori e uccelli di varie specie.
La densità della Lince è sempre molto bassa soprattutto per gli elevati requisiti spaziali, di organizzazione sociale (è una animale solitario) e di fabbisogno energetico, essa infatti ha bisogno di 1,5/2,5kg di carne dal giorno. Inoltre, nonostante sia protetta, in Italia subisce una forte persecuzione da parte dei cacciatori che la vedano come una competitor per gli ungulati di cui si nutre. Dal punto di vista del disturbo agli allevamenti di bestiame non sono mai stati registrati attacchi da parte della Lince. In Italia lo stato di conservazione della Lince è definito NA (non applicabile), per la difficoltà di censimenti.
Nelle prossime edizioni del nostro blog parleremo anche dei grandi rapaci italiani.