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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Il futuro della sinistra.

Il futuro della sinistra.

I risultati delle elezioni inglesi hanno sorpreso in tanti oltre la manica. Il labour di Corbyn a discapito di tanti intellettuali, politici, giornalisti invece di sprofondare, si afferma come il più grande partito progressista europeo (40% e più di 12 milioni di voti) sfiorando per un soffio la vittoria, ricoleccando così il futuro della sinistra a qualcosa che ricorda molto il passato.

Il funerale alla sinistra inglese e al suo leader era già stato organizzato da mesi, soprattutto da importanti leader della sinistra europea (quasi tutti quelli italiani) tristemente invaghiti per l’ibrido Macron, tanto che anche i sostenitori delle politiche Corbyniane si erano fatti persuadere dell’inconsistenza nella società di una sinistra di quello stile.

I fatti hanno però dimostrato il contrario e ciò dovrebbe far riflettere. In una società completamente mutata, dove il voto ideologico sta scomparendo, dove la democrazia è sempre meno partecipata, dove anni di profonda crisi del sistema ha stremato e modificato l’elettorato base progressista e di sinistra, dove populismi e senso di insicurezza prendono sempre più il sopravvento, il Regno Unito lacerato da Brexit e continui attacchi terroristici da un enorme consenso ad un soggetto che parla principalmente ai poveri e ai disuguali (quelli che non votano più o votano destra e populismi).

Nel contesto generale la sinistra europea e mondiale ha progressivamente abbandonato negli ultimi decenni alcune tematiche, ricercando più il moderatismo (e quindi l’edulcurazione e il “miglioramento” di alcune ricette economiche e sociali prese dal campo avversario), ciò ha funzionato fino a poco tempo fa, ma negli ultimi anni il perseguimento di questa strada ha portato ad un indebolimento generale del  campo progressista tantè che sono rimasti veramente pochi i paesi a guida socialdemoratica o simile. La vicenda inglese potrebbe essere un pretesto per un piccolo ma significante cambio di rotta nei vari partiti europei che si troverebbero così a vivere un futuro più promettente. Con l’aumento della povertà, la quasi scomparsa della fascia media, tornano vincenti a sinnistra alcuni argomenti e toni ritenuti superati (mai scordarsi che la storia è un ciclo continuo).

Il 2017 è un anno spartiacque, manca solamente l’appuntamento elettorale tedesco per avere un quadro completo della situazione. Alle politiche vediamo come oltre la sinistra di Corbyn, sono i suoi simili ad avere maggiormente successo, mentre al contario chi persegue nel solco della terza via di inizio millennio vede sempre di più calare i consensi (guardate la Francia dove dopo cinque anni di governo Hollande-Valls i socialisti sono in pratica scomparsi). Vedremo appunto il 24 Settembre cosa accadrà in Germania dove un candidato socialdemocratio classico come Shultz potrebbe presentare sorprese simili a quelle britanniche, e questo servirà anche per capire meglio il futuro della sinistra italiana dove lo scontro tra le due visioni progressiste sta maturando da un po’ ma non è ancora arrivato ad una vera prova elettorale.

 

Dario Fattorini

Dario Fattorini

Dario Fattorini, studente di giurisprudenza, consigliere comunale di Collesalvetti. Appassionato di geopolitica.

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