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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

PAROLE COME PIETRE

PAROLE COME PIETRE

PAROLE COME PIETRE

Alcuni giorni fa il nostro ministro degli Interni Minniti ha dichiarato di avere temuto “per la tenuta della democrazia “ nel nostro paese per l’arrivo degli immigrati: parole come pietre  . A parte il fatto che ormai parlare di emergenza per un fenomeno che dura da anni sia alquanto ridicolo in quanto si tratta a questo punto di un fenomeno epocale e strutturale da governare al meglio, quello che ha colpito è la sostanza delle parole. Si è parlato di timori per la democrazia, tanto per fornire qualche briciolo di storia, nel 1960 con il governo Tambroni, con i vari tentativi più o meno farseschi di golpe, con la strategia della tensione , ora Minniti ci parla di pericolo per la democrazia. Siccome trattasi di ministro degli Interni e non di uno incontrato al bar dello Sport , si pensava che in tutto il paese ci fossero reazioni, dal presidente della repubblica in giù. Niente, calma piatta (aldilà di qualche timorosa obiezione ). Vuol dire che le parole non sono pietre, che possiamo prendere tutto con la dovuta leggerezza, che la democrazia non è più quella di una volta.

SCAMBIO DI PERSONA

Alcuni giorni fa l’ex deputato e psichiatra Alessandro Meluzzi (che ha girato ,bontà sua, vari schieramenti politici ) ha pubblicato un post truculento sull’orribile episodio dello stupro di Rimini , che si è trasformato in una rissa sull’immigrazione in cui le povere vittime (polacche e peruviane, fra l’altro) sono rimaste sullo sfondo. Aldilà dei toni, in fondo al post ha pubblicato tre foto dal casellario della polizia con l’immagine di quattro marocchini indicati come gli stupratori. Peccato che i colpevoli siano altri e che questi tre fossero alcuni individui arrestati alcuni mesi fa con ben altre accuse e che non c’entrano niente col fatto, come l’ex disonorevole Meluzzi sapeva bene (basta aprire un giornale online). Bene, credo che queste cose in malafede ormai succedano solo in Italia. Ma in fondo, si difendono i commentatori da tastiera, questi “negri” non sono tutti uguali ? Vorrà dire che a prossima volta metteremo una foto di Meluzzi sotto un fatto di cronaca nera, tanto gli italiani non sono tutti uguali?

INCATTIVITI

Una mia amica che abita in California da alcuni anni e che è ritornata per alcuni mesi in Italia, ad una mia domanda su come si trovava mi ha detto di avere trovato un’Italia “incattivita” e gli italiani “incattiviti” anche nei loro rapporti quotidiani. Io che sono immerso nell’italianità quotidianamente, avendo ricevuto ogni giorno la mia dose di veleno, mi ero quasi assuefatto e mi ci voleva un’intelligenza esterna per farmi riflettere. E’ vero e non basta la crisi economica a motivare questo fenomeno, è successo qualcosa di più profondo, lo spappolamento di una società di cui si stenta a riprendere il filo , la mancanza i punti di riferimento politici e sociali (tanto che ci aggrappiamo a papa Francesco) . Un tunnel buio di cattiveria sporca.

Tiziano Arrigoni

Tiziano Arrigoni

Massetano - follonichese - piombinese - solvayno, insomma della Toscana costiera, con qualche incursione fiorentina, Tiziano Arrigoni è un personaggio dalle varie attività: scrittore di storia e di storie, pendolare di trenitalia, ideatore di musei, uomo di montagna sudtirolese ed esperto di Corsica, amante di politica - politica e non dei surrogati, maremmano d'origine e solvayno d'adozione, ecc. ecc... ma soprattutto uno che, come dice lui, fa uno dei mestieri più belli del mondo, l'insegnante (al Liceo Scientifico "E.Mattei" di Solvay) e, parlando e insegnando cose nuove, trova ispirazione e anche "incazzature", ma più la prima, dai suoi ragazzi di ieri e di oggi.

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