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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Fever Ray – Plunge

Fever Ray – Plunge

Fever Ray – Plunge

[Released 27/11/17 – Label Rabid ]

feverDopo otto anni di silenzio, torna a farsi sentire Karin Dreijer, in arte Fever Ray, del duo electropop “The Knife” insieme al fratello Olof Dreijer. Fever Ray ha sempre avuto il pallino per la propria indipendenza musicale ed è particolarmente evidente nel suo progetto solista. Il suo debutto nel 2009 fu un LP dal titolo omonimo, un album dal finale aperto che parlava di un alieno che guarda da lontano l’umanità, strano abbastanza da disegnare delle immagini criptiche, ma, allo stesso tempo, rassicurante abbastanza da attirare nuovi fan.

Otto anni dopo ,il successore  Plunge è apparso dal nulla: dopo aver pubblicato due teaser video e un singolo,  il 26 ottobre Fever Ray ha annunciato via internet che l’album sarebbe uscito il giorno seguente. Insieme è uscito un breve saggio che tratta, tra le altre cose, di binarismo, di piacere sessuale e di dolore.
Fever Ray ha scritto ogni canzone, si è spinta verso nuovi limiti e si percepisce il suo forte individualismo, nonostante il quale Plunge non è un disco solitario.

Sebbene sia essenzialmente urlata attraverso un megafono dall’alto di un bizzarro e vistoso castello, questa è musica che risente di una risposta per come viene immediatamente percepita.  La Dreijer si nasconde dietro la sua voce effettata, i ritmi oscuri e cattivi,  i sintetizzatori stridenti, ma ognuno degli undici brani dell’album è fedelmente trasparente e ciò significa che questo ci fa stare vigili, nello stesso momento in cui innesta un’innata, automatica voglia di muoversi e ballare.

Ci sono alcune differenze stilistiche rispetto all’usuale musica di Fever Ray: “Red Trails” dalla melodia esotica, a metà strada tra Medio Oriente e Irlanda, il cui testo dice “Blood was our favourite paint / You were my favourite pain” ci regala un bellissimo assolo di violino eseguito da Sara Parkman e la produzione sorprendentemente delicata di Paula Temple, la quale appare tre volte in questo disco.
“IDK About You”, una canzone a 160 BPM prodotta da Nidía, esplora gli estremi della curiosità, degli entusiasmi e delle reticenze che si possono sperimentare con gli appuntamenti online.

Se i sentimenti dei brani del passato sembravano così impenetrabili o assurdi, il caos emozionale di Plunge è maggiormente rappresentativo dello spettro reale delle emozioni umane, nelle quali non si traccia una linea chiara tra amore e disappunto, desiderio e disprezzo,  manie e solitudine.

Fever Ray scrive sul suo sito:

“It used to bother me that violence is as intimate as love, but I see that you have resolved that problem by dissolving the two into each other.”

In Plunge il sesso è violenza e la violenza è sesso, così come l’immaginario dell’album è allo stesso tempo sensuale e sanguinario.
Questi temi ostici e sessuali rendono l’album eccezionalmente attuale: risuonano gli eco di artisti come Arca, SOPHIE e Rabit, i quali esprimono la loro unicità alterando e trasformando i suoni in forme innaturali.
Non sembra, però che Fever Ray abbia scritto Plunge  per mettersi in pari, piuttosto che esso sia un suo livello successivo naturale, la realizzazione di impulsi da lungo tempo dormienti, oppure non ancora esplorati.

 

 

 

Elena Francesca Pardini

Elena Francesca Pardini

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