La rassegnazione di lui e la nostra fase maniacale natalizia
Sta arrivando il momento
Noi, lui e il Natale, si va in scena!
Tra poco finirà X Factor, saliremo in soffitta indicando a nostro marito, o chi per lui, i tre scatoloni Ikea, pieni di addobbi natalizi, riposti nell’angolino più lontano e affogati dall’albero di Natale finto, comprato qualche anno prima e costato quanto un motorino. Ovviamente rigorosamente alto fino al soffitto e che andrà montato seguendo precise istruzioni per l’uso degne di un bravo ingegnere. Lui capirà di non aver scampo.
Dinamiche preconfezionate
Noi, lui e il Natale.
Lui commenterà che “la nostra è una malattia e che dobbiamo parlarne con il nostro terapeuta” (aggiungendo “con tutti soldi che gli dai almeno fatti curare”), noi lo ignoreremo perché rovineremmo il mood natalizio. Aggiungerà poi borbottando che “almeno se vogliamo comprare ogni anno qualche cosa di nuovo dovremmo buttare il vecchio”, in quanto seriamente preoccupato per la portata del pavimento che potrebbe, probabilmente, crollarci in testa una sera seduti sul divano.
Noi risponderemo che quest’anno non compreremo niente poiché abbiamo tutti i look necessari: oro e rosso, oro e argento, argento, oro, argento e blu, tutto colorato, rosso e verde e anche glicine. Lui farà un calcolo veloce dei soldi spesi negli ultimi quindici anni per gli addobbi natalizi, con la certezza di aver inciso serialmente sul PIL.
Il fine giustifica i mezzi
Noi, lui e il Natale.
Mentiremo spudoratamente perché, in realtà, avremo già comprato le ultime lucine d’addobbo delle quali non potevamo fare decisamente a meno, per non parlare del raid natalizio a Ikea per le candele rosse e panna che metteremo in ogni angolo della casa.
Lui ci spiegherà che rischiamo seriamente di incendiare la casa e che l’assicurazione non coprirebbe. Noi penseremo che è un rompipalle come nostro padre.
Il camino profuma di mandarino
Noi, lui e il Natale.
Inizieremo poi ad accendere il camino che addobberemo con rami finti. Assolutamente infiammabili, che attorciglieremo tra le candele.
Getteremo le bucce di mandarino sulla brace convinte che profumino l’ambiente di Natale, lui ci risponderà con aria rassegnata, “se lo dici te” e i nostri figli commenteranno “ha ragione mamma senti come profumano”. Lui penserà a un delirio di massa ma non lo dirà, visualizzando il tanto agognato calcetto del venerdì sera.
La colonna sonora
Noi lui e il Natale.
Poi ci ricorderemo di quella lampada natalizia comprata in montagna l’anno prima e manderemo di nuovo il nostro tuttofare a recuperarla in soffitta. Lui ci proporrà di fare pulizia e noi risponderemo “se ti sembra il momento ora che stiamo facendo l’albero!”.
Metteremo musiche natalizie prendendole dalla Playlist di YouTube e Michael Bublé e Mariah Carey diventeranno le star del momento. Non si può mica addobbare casa senza la musica! I nostri figli inizieranno entusiasti, entusiasmo che cadrà in picchiata con “Bianco Natale” e la simmetria perfetta che vorremmo per le palline. Lui scapperà in bagno a guardare il calendario e pianificando le domeniche allo stadio dopo lo stop natalizio.
I Punti del Conad
Noi, lui e il Natale.
Poi ci ricorderemo che il Conad con i punti regalava degli addobbi natalizi. Apriremo il cassetto delle cose comprate per Natale durante l’anno, di cui lui ignora l’esistenza e rimarremo deluse dei pochi addobbi presi. Allora lo accuseremo di essersi dimenticato di prendere i premi al Conad, e lui ci risponderà “quali premi?”. Allora programmeremo una spesa di cibi natalizi per il giorno successivo, in modo da aggiungere quella decina di palline mancanti. Lui ci spiegherà che facevamo prima a comprare direttamente altre palline anziché prenderle con i punti, ma noi lo ignoreremo. Lui si rassicurerà sapendo di aver abbassato il limite della carta di credito.
E alla fine fu luce.
Noi, lui e il Natale.
Poi tireremo fuori dall’armadio coperte nuove o vecchie in mood natalizio. Per ultima addobberemo la scala con lucine tutte uguali: luci calde o fredde ma mai mischiate. Lui ci chiederà dove abbiamo messo le prolunghe per fare l’impianto stile San Siro.
Noi risponderemo che “non ci possiamo occupare di tutto e che quello era compito suo e infatti le ha perse”. Lui uscirà in cerca di una ferramenta ma, visto che l’albero si fa rigorosamente l’8 dicembre, troverà tutto chiuso, quindi cercherà un supermercato aperto e farà una fila interminabile alle casse perché tutti staranno comprando regali. Lui penserà, rassegnato, alla prossima bolletta della luce.
E infine piove cannella e suona il pigiama
Noi, lui e il Natale.
I nostri figli saranno già da tempo a guardare qualcosa alla tv e noi continueremo a canticchiare “Tu scendi dalle stelle”. Lui tornerà stremato a fine giornata, consapevole di dover ancora posizionare tutte le luci che dovranno essere fissate al soffitto. Quindi, salirà sullo scaleo, con noi come navigatore, e bucherà tutto quello che sarà necessario con la consapevolezza che, dopo Befana, dovrà ristuccare tutto.
Nel frattempo, avremo infornato i biscotti alla cannella di Giallo Zafferano e la casa profumerà di Natale.
Poi ci ritroveremo tutti sul divano coperti da copertine natalizie, con lui che indossa il pigiama natalizio dell’anno prima, con la pila sempre funzionante che, se premuta, suona “Jingle Bells” e noi le nostre pantofole a forma si albero di Natale.
Siamo felici e soddisfatte ma pensiamo che, forse, l’unica cosa che manca è quel maglioncino con la Renna che indossa Colin Fhirt in Bridget Jones.
Domani lo compro su Amazon, con la carta prepagata, almeno non se ne accorge!
Che meraviglia Natale.