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Il minuzioso talento di Johannes Vermeer

Vermeer

Qualche giorno fa stavo riguardando, per la milionesima volta, ‘La Ragazza con l’Orecchino di Perla’ ed è così che ho avuto l’idea per questo post. Johannes Vermeer non rientra certo nella lista dei dieci pittori più famosi della Storia dell’Arte, eppure io trovo che sia stato uno degli artisti più brillanti e capaci del suo periodo… e non solo di quello probabilmente.

 

Forse sarà per questo che mi viene un po’ di rabbia quando penso che, se non fosse stato per il film che citavo prima, non avrei conosciuto praticamente niente di lui visto che non l’ho mai studiato a scuola. A riprova di questo sono anche andata a ripescare il libro del liceo e non solo c’era un’unica misera pagina dedicata a lui ma, come mi aspettavo, non c’era nemmeno l’ombra dell’evidenziatore al contrario di tutto il resto del manuale. 

 

La ragazza con l’orecchino di perla

 

“La Ragazza con l’Orecchino di Perla” è tratto dall’omonimo romanzo di Tracy Chevalier e si ispira ad un celebre quadro di Vermeer, “Ragazza col Turbante”. C’è un motivo se ho scelto di metterlo come immagine principale di questo articolo. Esso, oltre ad essere il punto di partenza di questo mio post, rappresenta anche uno dei miei quadri preferiti in assoluto. Ad ogni modo, tale romanzo narra la vita di una ragazza di nome Griet. Ella si ritrova a lavorare come serva presso la casa del pittore Vermeer. Tale storia, ovviamente, è puramente inventata, ma trovo che abbia un certo fascino. Sarà che tutta la pellicola è caratterizzata da una scenografia ed una fotografia talmente ben fatti che sembra di essere veramente all’interno di un quadro di questo artista. Non a caso il film è stato candidato all’Oscar proprio per queste due categorie oltre a quello per i migliori costumi.

 

Tuttavia, come spesso mi accade, sto divagando.

 

Quello che vorrei fare oggi è raccontare qualcosa di più su questo meraviglioso pittore del quale, piuttosto che la sua formazione, sono ben più noti i suoi affari e, purtroppo, i suoi debiti.

 

Le origini

 

Johannes Vermeer nacque a Delft (Olanda) nel 1632. Egli ebbe una vita travagliata e difficile a causa di problemi economici; le costanti preoccupazioni lo portarono infatti alla prematura morte avvenuta a soli quarantatré anni. Sebbene fosse di famiglia protestante, Vermeer sposò una donna cattolica di nome Catherina. Quest’ultima apparteneva ad una famiglia più agiata e, poco dopo le nozze, si trasferirono presso la madre di lei. Tuttavia questo non bastò a risollevarlo dai suoi debiti, complice anche la nascita di ben quindici figli.

Per un certo periodo di tempo la situazione sembrò migliorare. Pieter Van Ruijven, uno dei più ricchi cittadini, divenne suo mecenate e iniziò a commissionare a Vermeer numerosi dipinti. Tuttavia una profonda crisi finanziaria causò un brusco calo delle richieste di beni di lusso come erano appunto i quadri e per questo gli affari di Johannes ne risentirono alquanto portandolo a dover chiedere dei prestiti.

 

Scene di vita quotidiana

 

Le opere di Vermeer si basavano principalmente su scene di vita quotidiana borghese, si dice che gli oggetti che dipingeva fossero di sua stessa appartenenza e che avessero anche un certo pregio. I suoi soggetti prediletti erano le donne ritratte in svariate situazioni, possiamo infatti trovare una ragazza impegnata a suonare uno strumento, come un’altra intenta a scrivere una lettera fino ad arrivare a quella impegnata nelle semplici faccende domestiche. La cosa che però fa da filo conduttore in tutte le sue opere è la minuziosità dei dettagli e l’incredibile gioco di chiaroscuro che si fondono insieme regalando all’insieme una perfetta armonia.

 

 

In quest’ultimo quadro, “La Lettera d’Amore”, è possibile notare come l’intensa luce che entra sembra sfaccettare le figure delle due donne che, oltre ad avere delle forme precise, sono vestite con indumenti perfettamente dettagliati. Anche per quanto riguarda i colori Vermeer era solito dedicare una particolare attenzione, egli infatti ricercava i migliori pigmenti del periodo per realizzare le sue opere come ad esempio i lapislazzuli per ottenere il blu in tutte le sue sfumature. Non rinunciò al loro utilizzo nemmeno nel periodo in cui si trovava in ristrettezze economiche.

 

 

C’è una scena del film in cui si fa riferimento ad un particolare strumento che Vermeer era solito utilizzare in modo da realizzare con ancora più precisione le sue opere ovvero la camera oscura. Alla domanda di Griet che chiedeva se la camera oscura gli facesse vedere cosa dipingere, l’artista rispondeva che gli era di aiuto. Attraverso tale strumento infatti Johannes era in grado di dipingere la precisa fisionomia dei personaggi e di cogliere incredibili effetti di luce oltre ad essere il grado di riprodurre l’esatta posizione dei vari oggetti.

 

 

La morte

 

Quando nel dicembre del 1675 Vermeer morì, lasciò alla moglie e ai figli numerosi debiti che Catherina chiese di poter pagare con la casa e i dipinti del marito. Due anni dopo la morte di Johannes, la donna rievocò in una commovente testimonianza la morte e le difficoltà economiche del marito.

 

“Durante la guerra lunga e rovinosa con la Francia mio marito non solo non aveva potuto vendere le proprie opere ma in più, a suo grande danno, i quadri degli altri pittori di cui egli faceva commercio gli erano rimasti sul collo. In conseguenza e a causa del suo grande numero di figli, non avendo personali mezzi di fortuna, era caduto in un tale stato di frenesia e di decadimento che in un giorno, o un giorno e mezzo era passato da uno stato di buona salute alla morte”.

 

Trovo che sia un finale piuttosto triste per un pittore, e soprattutto un uomo, come Johannes Vermeer che, con il suo immenso talento, avrebbe indubbiamente meritato molto di più di quello che ha ottenuto. Sperando di avervi messo almeno un briciolo di curiosità e visto che l’ho citato per tutto l’articolo, vi lascio il link al film che vede un magnifico Colin Firth nei panni dell’artista:

 

https://www.mymovies.it/film/2003/la-ragazza-con-lorecchino-di-perla/

 

Sarà un po’ come ripercorrere, almeno in parte, le tappe della travagliata vita di un eccellente pittore attraverso alcune delle sue più celebri opere.

 

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