Ieri mattina a Rosignano si è svolto il primo memorial Monti, una gara di judo, in memoria di Michele Monti, scomparso poco tempo fa, che ha raccolto presso il palazzetto dello sport di Rosignano, atleti da tutta Italia. Francesco, un mio caro amico, ha gareggiato nella sua categoria, e, visto che la competizione era proprio dietro l’angolo di casa mia, sono andato a fargli qualche foto.
Ambiente non facile, in quanto le luci artificiali erano di un colore abbastanza freddo, la luce che passava dai vetri era poca, a causa della pioggia e quindi del cielo coperto, e infine il colore del tatami sul quale si tenevano gli incontri era di un giallo molto acceso. Infine, la cosa peggiore, non potevamo avvicinarci e per scavalcare le teste degli spettatori, sono stato costretto a salire sui gradini più alti della tribuna, dovendomi munire
quindi di un teleobbiettivo con apertura di diaframma molto grande. Così mi sono dotato del mio 85mm f/1.8 e mi sono appostato in un angolo a fare le foto. Purtroppo con un obbiettivo a lunghezza fissa, certe cose, specialmente in ambito sportivo sono difficili da ottenere, ma l’alternativa era un 55-210mm f/3.5-5.6, obbiettivo molto scuro e di dubbia qualità.
La mattinata, per me iniziata dalle 10 circa, mi ha consentito di andare alla ricerca di alcuni scatti suggestivi e particolari, in grado di rappresentare il judo in tutti i suoi aspetti, dal più rude, nel momento vero e proprio, a quello che per me forse è il momento più bello, una stretta di mano seguita da un abbraccio subito alla fine della gara.
Infatti, durante il trascorrere della mattinata, tra una foto e l’altra, ho notato che tra gli atleti, fuori dal tatami, c’è fairplay e molto rispetto.
Ma tornando alle foto, uno dei più grossi problemi che ho incontrato, è stato il fatto che le mosse decisive sono molto veloci e poco prevedibili, e mi hanno quindi costretto a dover impostare l’esposizione ad un valore molto piccolo, per poter cogliere il soggetto fermo. Ho impostato poi la raffica su “media” e nel momento clou di ogni azione scattavo. Ho ottenuto così foto veramente particolari, alcune anche divertenti.
Ma, parlando di Francesco, mio vero interesse della giornata, ha combattuto intorno a mezzogiorno, quattro set uno più difficile dell’altro, che si sono però risoluti in quattro schiaccianti vittorie da pochi secondi l’una, impedendomi così di riuscire a fargli foto particolari.
Riuscire a raccontare questo sport per immagini, non si è dimostrato facile, in quanto, si rischia di rappresentare solo la brutalità del combattimento senza tutto ciò che lo circonda, che secondo me è la parte più bella.