Çeçi n’est pas une pipe
Ciao a tutti, e benvenuti in quello che è il primo articolo di un blog che vuole proporvi una ricerca della bellezza sotto forme alternative: quella che nasce dalle mani di un artigiano.
Ho sempre trovato particolarmente affascinante la creatività che hanno alcune persone, ma ancora di più la loro capacità di mettere in pratica e riuscire a realizzare ciò che gli frulla per la testa.
Questa mia grande passione è nata girando per i vari mercatini medievali e celtici organizzati nei borghi della Lunigiana, luoghi che frequento praticamente da sempre e che ho molto a cuore. È lì che sono entrata in contatto coi primi artigiani e i loro lavori, ed è li che mi sono innamorata di quello che fanno, di ciò che c’è dietro e del valore delle loro creazioni: quando compri qualcosa da un artista, non stai comprando solo un oggetto. Stai comprando ore e ore di esperimenti, fallimenti e prototipi; giorni, settimane o magari mesi di frustrazione, ma anche momenti di pura gioia. Non stai comprando solo un oggetto, ma un pezzo di cuore, una parte dell’anima, un momento della vita di qualcun altro che é arrivata fra le tue mani. Stai comprando una grande carica di energia positiva!
È per questo motivo che ho deciso di parlare di questa forma d’arte, e vorrei iniziare avvalendomi di questo quadro che amo molto e che trovo perfetto per introdurre l’articolo di oggi, che fa da apri pista a tutti gli altri che andremo a scoprire insieme: çeçi n’est pas une pipe… Ma una vera e propria opere d’arte!
Nello specifico, oggi sto parlando delle meravigliose pipe realizzate a mano dall’artigiano e artista Matteo Pennacchi, di Carrara.
Le sue creazioni, ricche di particolari e curate fin nei minimi dettagli sono personalizzabili ed adattabili a qualsiasi gusto ed esigenza.
La passione di Matteo nasce dal fascino delle forme: le pipe gli sono sempre piaciute, fin da piccolo ogni volta che ne vedeva una, anche nei film, questo oggetto catturava la sua attenzione e lo attraeva. Non appartiene a una famiglia di fumatori, per cui non ha avuto modo di studiarle prima di avvicinarcisi in prima persona; il legno lo aveva già lavorato diverse volte, così un giorno si decise e si costruì la sua prima pipa.
Era così particolare che attirò diverse attenzioni e iniziarono le richieste, inizialmente informali, che in breve tempo divennero sempre più numerose, fino al punto in cui decise di incentrare il suo lavoro proprio intorno a questo oggetto.
Cominciò, ovviamente, anche uno studio più approfondito e mirato, che spalancò un mondo intero sull’argomento: ogni pipa, ad esempio, può essere pensata per un tipo di tabacco in particolare, più dolce o più intenso secondo i proprio gusti. Può essere personalizzata secondo il proprio stile, ma anche in base al tipo di fumatore: a un fumatore neofita della pipa, ad esempio, si potrà consigliare di avvicinarsi gradualmente a questo modo di fumare, di cominciare con miscele semplici, che puoi trovare facilmente in commercio e di non mescolare più di un tipo di tabacco per pipa, in modo che questa possa trattenerne il sapore e amplificarlo di volta in volta.
Sempre rivolgendoci a un principiante possiamo suggerire di abbinarvi una pipa dritta, di più facile uso e manutenzione, dettaglio nient’affatto scontato in questo ambiente. Sarà più facile per lui pulirla, tenerla accesa, evitare di incappare nel famoso “gorgoglìo” che può risultare fastidioso…
ma soprattutto si cercherà di fargli capire la grande filosofia che si cela dietro a questo oggetto e alla gestualità che lo accompagna. Si può riassumere in una semplice, ma potente parola: pace. La pipa infatti, al contrario della sigaretta che allevia spesso un momento nervoso, o ci fa passare il tempo quando sembra non trascorrere mai, non ha nulla a che vedere con tutto ciò; la pipa vuole il suo tempo, le sue attenzioni, deve essere “coccolata” e vuole essere una fedele compagna quando dedichi del tempo a te stesso. Vuole trasportarti in un mondo parallelo, dove il tempo si ferma e si può assaporare ciò che è intorno a noi, riuscendo a coglierne le sfumature, con percezioni nuove e molto meno scontate.
La passione che anima Matteo durante la costruzione delle sue pipe è la stessa di altri grandi maestri del settore, o amanti di questo oggetto che gli hanno dedicato lettere e poesie; una lettera molto bella, che descrive bene i sentimenti che coinvolgono queste persone si apre con queste parole:
“La pipa rappresenta la suprema serenità.
E infatti lo sconvolto capitano Achab dichiara guerra a Moby Dick gettando in mare la sua pipa, segnando così, con un gesto simbolico, la sua decisione di abbandonare pace e serenità;
perché è illuminazione: e infatti quando il commissario MC Grenn si accende la pipa vuol dire che l’assassino ha le ore contate. Come non si capisce, se per un altro grande investigatore, Sharlock Holmes, sia più importante il berretto da cacciatore, la lente d’ingrandimento, o la pipa, costantemente impugnata.
Perché affascina il cuore e guarisce lo spirito dalle fatiche, come diceva Boudlaire, che si definiva in una sua poesia “scrittore, gran fumatore di pipa”. Perché ce lo comandano gli Dei, come la Dea Wopi insegna agli indiani ad usare il kalumé in segno di pace. Cosi come tutti fumano la pipa nel pacifico mondo degli hobbit, compreso il mago Gandalf, incaricato di portare pace e armonia nel mondo.
La pipa è bellezza.”
(Mastro De Paja)
Immagino sia difficile per chiunque non rimanere affascinati da queste parole tanto intrise di ideologie.
Si capisce bene che alla base di questo lavoro non c’è una semplice produzione, ma tante ricerche, oltre che materiali anche spirituali.
Matteo per le sue pipe usa radiche di erica arborea provenienti dalla Calabria, per garantire, oltre a un’estetica, anche un’alta qualità.
Ad ogni modo è necessario avere alcune accortezze per non rovinare la pipa con le nostre stessi mani, come questa che ci consiglia lui stesso: “Con questa radice puoi fumarci di tutto, ma sarebbe importante non mescolare diverse miscele: se in una pipa decidi di fumare tabacco dolce mantieni questo tipo di tabacco, in modo che il legno ne conservi il sapore”.
La filosofia che aleggia intorno alle pipe parte già dalla loro costruzione, poiché lavorare nel piccolo non è semplice come può sembrare, si rischia facilmente di rompere il legno, di creparlo o di renderlo troppo fine, per cui occorre una buona dose di calma e concentrazione, soprattutto per quanto riguarda le rifiniture.
Un altro materiale da lui usato sono le radiche di ulivo, dei suoi ulivi in particolare, che prepara personalmente facendole stagionare.
Anche la radica di ulivo è molto apprezzata per la produzione di pipe, nonostante sia molto difficile da lavorare. Al contrario della precedente radice, con questo materiale non ci consiglia di fumarci tutte le miscele: l’ulivo, infatti, ha i suoi oli e le sue fragranze e per gustarli al meglio ci consiglia di scegliere un tabacco privo di aromi, così da non alterarne i sapori. Un tabacco all’inglese o un Virginian, ad esempio, sarebbero perfetti.
Insomma, questo è davvero un mondo ricco di meraviglie legato a filosofie molto profonde, oltre che ad antiche tradizioni.
All’inizio dell’articolo ho scritto che comprando un pezzo d’artigianato acquisti un pezzo di vita di qualcun altro; in questo caso comprare una di queste pipe non vi da solo questo, ma è come comprarsi un po’ di tempo sereno da dedicare a noi stessi.
Vi consiglio spassionatamente di non fermarvi qui, ma di andare a vedere tutti i suoi capolavori sulla sua pagina Facebook “Pennacchi pipe“ e su Instagram, come matteopennacchi_pipeartisan. Per ordini o preventivi potete scrivergli anche all’indirizzo pennacchimatteo@gmail.com.
Ci ritroviamo la prossima settimana con un articolo su degli oggetti quotidiani apparentemente banali, trasformati in qualcosa di decisamente meno scontato! Stay tuned!