Vivendo tra i colli fiorentini e senesi, a due passi dal Chianti, il vino fa parte della mia quotidianità. Sempre presente sulle tavole durante i pasti, ubiquo nei weekend con gli amici, il bicchiere di vino accompagna e allieta i nostri piatti e le nostre serate. Spesso mi sono domandata, data la mia attitudine alla cosmetica, se questo “nettare degli dei” avesse qualche altro utilizzo, che non fosse meramente quello degustativo.
Con mia grande sorpresa, ricercando un po’ sul web, ho trovato la cosiddetta vinoterapia, un trattamento dalle mille sfaccettature, volto al benessere di pelle e mente. In Toscana ci sono moltissime wine spa, dove centri termali e vigneti s’incontrano per dare luogo ad un piccolo paradiso. Nonostante la diffusione in terra italiana, la vinoterapia trova origine in Francia, precisamente a Bordeaux. Mathilde Cathiard, trentenne cresciuta tra ettari ed ettari di vigneti a conduzione familiare, si pose la mia stessa domanda: perché berlo soltanto? E’ possibile sfruttare al massimo il frutto della vite? Dall’altra parte Joseph Vercauteren, professore alla facoltà di Farmacia a Bordeaux, effettuò degli studi sugli acini d’uva portando a grossi risultati. Così dall’intreccio di queste due personalità, nacque la vinoterapia e la Caudalíe, un’industria cosmetica che fattura 30 milioni d’euro l’anno.
Non lasciatevi però ingannare dal nome: nonostante l’utilizzo del termine “terapia” non si tratta di un trattamento medico.
Caratteristiche del vino tra degustazione e cosmesi.
Gli acini d’uva sono ricchi di nutrienti organici ed inorganici, difatti com’era il detto?
Un bicchiere di vino al giorno, toglie il medico di torno?
Nonostante la protagonista di questo proverbio, sia in realtà la mela, l’affermazione sopracitata non è assolutamente da buttar via. Il resveratrolo, uno dei tantissimi principi attivi presenti nel frutto, è un potente anti-aging. E’ stato dimostrato essere un ottimo alleato nella dieta mediterranea, rallentando il processo di invecchiamento a livello cerebrale ed oculare, oltre che a livello epidermico, contrastando i radicali liberi (per chi fosse interessato, vi rimando a questo studio del 2019 su Pubmed).
Quindi se a livello alimentare il vino sembra essere un valido aiutante della nostra salute, può a livello topico risultare altrettanto?
In merito a questa domanda, mi sono soffermata sugli alfaidrossiacidi (più comunemente indicati come AHA). Sono acidi blandi, presenti nella frutta, che hanno lo scopo di promuovere il turnover cellulare. Ampiamente usati nel mondo della cosmesi, a concentrazioni sufficienti, aiutano la rigenerazione della pelle. Il binomio AHA e resveratrolo, inoltre, ha un’azione depigmentante, pertanto attenua le cosiddette “macchie solari”, riducendone l’aspetto visivo.
Concludendo
Come già detto, qualche riga più in là, la vite e l’uva, hanno una miriade di principi attivi. Nell’articolo ho citato quei due che hanno più riscontri scientifici in letteratura, tralasciando sostanze utilissime quali polifenoli, alcuni zuccheri, grassi e chi più ne ha più ne metta. Immaginate di quanti altri benefici potremmo ancora parlare e di come diventerebbe lungo questo blog post. Il mio scopo non era quello di annoiarvi, ma di farvi capire quanto il frutto della nostra tradizione vinicola abbia dei risvolti psicofisici incredibili: è buono, in compagnia favorisce la risata e la socialità, ed in più ci rende più belli ed in salute. A questo punto mi vorrei rivolgere a due platee diverse di lettori: gli amanti del vino e gli astemi. Voi che lo bevete, avete una motivazione in più per continuare (con moderazione!); voi che non lo bevete potreste cogliere l’occasione di apprezzarlo sotto altri aspetti.
D’altronde chi non vorrebbe essere “più bello”, senza dover “soffrire”?