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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Via Crucis V Stazione, Parte I

Via Crucis V Stazione, Parte I

Gli “strumenti”

Ovvero, tutti quei trabiccoli che ci servono per cominciare ad educare il vostro distruttore di mondi e renderlo un po’ più parte integrante di un tessuto sociale che non prevede fra le interazioni base la morte per esaustione di una delle due parti dialettiche.

 

Innanzitutto qualche descrizione. 

 

I giochi.

Tanti. Palline, tiraemolla, trecce, salsicciotti, stracci, freesbee, bottiglie vuote, la dentiera di nonno Arturo, tutto quello che diverte il vostro cane e lo ingaggia facendovi passare per l’essere animato o inanimato più divertente ed interessante sulla faccia della terra durante le sessioni di giocoeducazione.

 

Il collare a strangolo, o anche ribattezzato dal politically correct “collare a scorrimento” è una catenella di metallo con due anelli alle estremità che, facendo passare la catena all’interno di uno dei due anelli, forma essenzialmente un cappio da forca. Il suo funzionamento si basa sul principio meccanico per cui, qualora il cane tiri, l’anello non agganciato al guinzaglio scorra (da qui il nome “a scorrimento”) riducendo il diametro del collare, di fatto chiudendosi sul collo del cane (da qui il nome “a strozzo” o “a strangolo”). Più il cane (o l’umano) tira, più il collare si stringe.

 

Il collare fisso è, come dice il nome, fisso (si, i cinofili non hanno una grande fantasia per i nomi, è già tanto che non chiamino il loro figlio “Figlio”, il cane “Cane” e così via) si tratta di una striscia di stoffa o cuoio che si chiude con una fibbia, una volta chiuso il cane può tirare quanto vuole, non fa nessuna magia di riduzione del diametro.

 

La pettorina è invece una serie di strisce di stoffa o cuoio, più o meno imbottite, che passa fra le zampe anteriori del cane, gira intorno alla cassa toracica e si chiude sulle spalle, alla base del collo, oppure sullo sterno e ricorda un po’ l’imbrago da scalata

 

Il guinzaglio. 

Vabbè non vi sto a spiegare cos’è un guinzaglio, ma distinguiamo fra 

 

flexi o guinzaglio estensibile, quella cosa a metà fra una rotella metrica e un mulinello per pesca d’altura (e ne fa anche il rumore quando il vostro cane parte a mille dietro ad un gatto, compreso il colpo finale quando arriva a fondo corsa e c’è da vedere se vi si sloga a voi la spalla o stacca qualche vertebra al quadrupede).

 

Guinzaglio fisso da addestramento, circa due metri con tanti ganci per ridurne la lunghezza alla bisogna, il cui moschettone, manco a dirlo e al di fuori di ogni legge fisica, sarà per voi la maggiore causa di ecchimosi e traumi da impatto forte fortissimo di solito su ginocchia, caviglie e faccia.

 

Guinzaglio corto, ovvero la traduzione cinofila delle manie di controllo del proprietario e castrazione sociale del vostro cane, nonché lo strumento perfetto per insegnare a tirare.

 

Vi vedo che siete già sgomenti “ellamadonna serve tutta questa roba?!”

No, tranquilli. Con un guinzaglio, una pettorina e qualche stipendio in giochini ve la dovreste cavare senza vendere organi al mercato nero.

 

Nel prossimo articolo vedremo quali strumenti si e quali no e perché, per ora vi lascio col fiato sospeso come in un film di Shyamalan, questo sta diventando troppo lungo.

 

Buona apocalisse a tutti!

Elena Caccavale

Elena Caccavale

Nata a Pisa nel 1980, cresciuta male fra Pisa e Cascina, migra periodicamente da un posto all'altro. Addetta alla sicurezza in aeroporto per scelta (d'altri) e cinofila a caso e per caso.

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