Toulouse-Lautrec è il pittore che ho scelto per questo nuovo articolo.
Egli, oltre ad essere stato un pittore di grande talento, è stata prima di tutto una persona caratterizzata da una grande sensibilità, nonostante gli ambienti particolari frequentati nel corso della sua breve vita.
L’infanzia
Henri de Toulouse-Lautrec nacque nel novembre del 1864 ad Albi, una cittadina nel meridione della Francia, da una delle più prestigiose famiglie della nazione.
I suoi genitori erano infatti il conte Alphonse-Charles-Marie e la contessa Adèle-Zoë-Marie-Marquette. Essi erano cugini di primo grado. Queste unioni tra consanguinei venivano fatte per preservare la purezza del sangue blu ma, ovviamente, avevano drammatiche conseguenze per quanto riguarda la progenie. Henri, infatti, manifestò intorno ai dieci anni una malattia genetica chiamata picnodisostosi (nota anche come sindrome di Toulouse-Lautrec). Il secondogenito, Richard, morì in tenera età.
Il piccolo Henri, nonostante i genitori vivessero separati dopo la morte di Richard, ebbe un’infanzia tranquilla e spensierata. Era coccolato dalla madre e viveva nei castelli di proprietà della famiglia, dove poteva giocare in compagnia di cugini e di svariati animali.
A Parigi
Nel 1872 il giovane Henri seguì la madre a Parigi per frequentare il Lycée Fontanes. E’ in questo periodo che gli venne diagnosticata la picnodisostosi. Di conseguenza Adèle, preoccupata per la salute del figlio, lo fece ritirare dal liceo per collocarlo nella magione di Albi sotto la guida di tutori privati. Purtroppo, i tentativi di alleviare i suoi dolori furono vani e la salute di Toulouse-Lautrec peggiorò ulteriormente. La sua andatura si fece barcollante, i suoi lineamenti si fecero quasi grotteschi e un problema alla lingua lo portò ad avere anche difetti di pronuncia. Come se non bastasse, a un anno di distanza l’uno dall’altro, ebbe anche due incidenti che gli causarono la frattura di entrambe le gambe. Questi eventi lo portarono ad un crudele destino. I suoi arti inferiori smisero infatti di crescere tanto che, da adulto, la sua altezza si fermò ad 1,52 m con un busto sviluppato normalmente e le gambe rimaste a quelle di un bambino.
E’ durante i lunghi periodi di convalescenza che Henri, per impiegare il tempo dal momento che era costretto a stare immobile, approfondì la sua passione per la pittura. I primi soggetti che il giovane realizzò erano legati al mondo equestre e da questi emergeva già il grande talento di quello che poi diventerà un grandissimo artista. Dopo aver conseguito la maturità infatti, egli dichiarò ai genitori la sua passione per l’Arte e le sue intenzioni di voler diventare un pittore. La madre e il padre furono lieti di assecondare la sua scelta.
Maturità e Formazione Artistica
Nell’aprile del 1882, Toulouse-Lautrec iniziò a seguire i corsi di Léon Bonnat, un pittore che a Parigi godeva di una certa fama e che, successivamente, ebbe modo di formare anche il celebre Edvard Munch. Henri de Toulouse-Lautrec, tuttavia, si ritrovò ad avere frequenti scontri con il maestro e, di conseguenza, decise di lasciare i corsi di Bonnat per entrare nello studio di Fernand Cormon, pittore altrettanto celebre e che, pur essendo legato alla pittura tradizionale, non disprezzava nemmeno le tendenze avanguardiste. E’ presso il suo studio che Toulouse-Lautrec incontrerà Van Gogh con il quale stringerà un importante legame.
L’atelier di Montmartre
Nel gennaio del 1884, Henri lasciò lo studio di Cormon e fondò un proprio atelier a Montmartre. Questa scelta scandalizzò notevolmente i suoi genitori, la madre infatti non sopportava il fatto che il figlio vivesse in un simile sobborgo e il padre cercò di convincerlo a firmare le sue opere con uno pseudonimo in quanto non voleva infangare il buon nome di famiglia. Henri invece era affascinato da quel quartiere così vivace e ricco di cabaret e, grazie al suo carisma, non impiegò molto tempo a familiarizzare con gli abitanti e gli avventori di Montmartre. Tra i suoi locali preferiti vi erano il Moulin de la Galette e il Moulin Rouge e iniziò una vita sregolata e anticonformista.
La relazione con Suzanne Valadon
Nonostante Toulouse-Lautrec amasse la compagnia di intellettuali e artisti, egli preferì schierarsi dalla parte dei diseredati tra i quali vi erano le prostitute e i cantanti sfruttati. In questo periodo iniziò anche una relazione con Suzanne Valadon, un’acrobata circense che, in seguito ad un incidente, aveva deciso di cimentarsi nella pittura. Quando la loro storia terminò Suzanne, disperata, tentò addirittura il suicidio.
Anche dal punto di vista artistico iniziò un periodo ricco di soddisfazioni. Nel 1891 realizzò un manifesto per il Moulin Rouge che regalarono sia a lui che al locale una notevole fama. Partecipò inoltre a svariate mostre e ne tenne anche di proprie. Nel 1888 il pittore belga Théo van Rysselberghe lo invitò ad esporre a Bruxelles. Anche qui Toulouse-Lautrec riscosse un certo successo ma si scontrò con un certo Henry de Groux il quale, dopo aver visto “I Girasoli” di Van Gogh, definì l’opera uno schifo. Henri, legato a Van Gogh da un profondo affetto, sfidò de Groux a duello ma, fortunatamente, la lite non degenerò grazie all’intervento di una terza persona che riuscì a placare gli animi. Sono contro la violenza ma, visto il mio amore per Van Gogh, avrei indubbiamente aiutato Toulouse-Lautrec nel duello contro de Groux!
Gli ultimi anni della sua giovane vita
A causa del suo sregolato stile di vita Toulouse-Lautrec, ancora prima di compiere trent’anni, si ritrovò vittima dell’alcolismo e della sifilide, contratta nei bordelli parigini. In seguito all’ennesima crisi etilica egli decise, sotto consiglio di alcuni amici, di ricoverarsi in una clinica. La stampa cercò in tutti i modi di screditarlo ma Henri, per dimostrare di essere in possesso delle sue facoltà, si dedicò completamente al disegno.
Quando venne dimesso, Toulouse-Lautrec non era ancora libero dall’alcolismo. Egli cercò di spostarsi da un luogo all’altro per cercare di ristabilirsi, ma la sua energia e la sua voglia di vivere sembravano ormai completamente persi. Una volta tornato a Parigi, il pittore venne messo sotto la custodia di un parente, Paul Viaud. Tuttavia, neppure questo tentativo servì a qualcosa ed Henri riprese ad assumere alcolici e oppio. Nel 1900, rimase vittima di una improvvisa paralisi alle gambe. Sebbene, grazie ad un trattamento elettrico, riuscì ad essere arginata, l’anno successivo fece testamento e portò a termine alcune opere lasciate incompiute. In seguito, dopo una emiplagia, si trasferì nel castello di famiglia a Malromè dove la madre, disperata, lo accudì fino all’ultimo istante.
Henri de Toulouse-Lautrec morì a soli trentasei anni nel settembre del 1901.
L’Amore è quando il desiderio di essere desiderato ti fa stare così male che senti di poter morire