Siamo un veterinario comportamentalista e una educatrice cinofila non praticante, che ci vorrà mai a far convivere questi tre mostri?
L’acquasanta, ci vuole, e un esorcista. Bravo.
Nessuno aveva calcolato che il calzolaio va con le scarpe rotte, e le nostre sono rottissime.
Tre pazze complete.
Cannella, una meticcia di età indefinita del sud che di cose ne ha viste, un po’ diffidente con gli estranei, canidi e umani, ma che di comunicazione ne sa: sa sempre cosa fare e quando farlo, solo che fa da sé, perché non conosce un comando che uno.
Milla, la nordica slovacca gambelunghe, aggressiva con le femmine conspecifiche (evviva!) e a volte anche coi maschi se le stanno antipatici. Il criterio non lo ha stabilito neanche lei.
Mortimer… vabbè, è un gatto, che altro c’è da dire?
E allora via di passeggiate conoscitive, ho perso il conto delle volte che ci siamo trovati in territori neutri al guinzaglio dei nostri cani. Le prime volte neanche riuscivamo a tenerci per mano, con Milla che puntava il naso a terra e gli occhi su Cannella, con quel tipico sguardo da lupo “avvicinati, cappuccetto, ti racconto una storia…”, e Cannella che calcolava la via più breve per fuggire in Zimbabwe.
Piano piano Milla si è rilassata, potevamo stare tutti vicini coi guinzagli senza che scoppiasse la mattanza all’improvviso.
Milla e la museruola.
Il passo successivo è stato conciare la slovacca come il cattivo di Batman e mollare entrambe libere. A parte un piccolo incidente dovuto alla comunicazione falsata dalla maschera di Milla, tutto bene, Cannella ha capito quanto larga dovesse girare quando Milla si sdraia a terra.
A casa.
Il primo approccio ad uno spazio ristretto da condividere lo abbiamo gestito con Milla-Bane, dopo una passeggiata defatigante e dopo aver visto che a parte cercare di staccarsi il muso con tutta la museruola, la slovacca sembrava fermamente intenzionata a far finta che cannella non esistesse; abbiamo rimosso l’ultima protezione per Cannella.
Ignorarsi in casa e fuori sembra essere il loro sport preferito, bevono a turno e dormono ognuna nella propria cuccia (Cannella ha il divano).
Sembra tutto bene, no?
No. O almeno non è così semplice.
Siamo riusciti a far capire a Milla che Cannella non è una minaccia, quindi non sente più il bisogno di aggredirla preventivamente, ma è palese che due cagne adulte, di cui una assolutamente repellente a qualsiasi scambio cordiale, abbiano bisogno di un occhio attento e qualche accortezza in più.
Quindi, pasti rigorosamente in luoghi separati e via le ciotole una volta finito, separate anche loro in nostra assenza, Milla lontana dalla cucina quando c’è del cibo umano in giro (abbiamo sfiorato la tragedia una volta e ci è bastato); via in sostanza ogni pretesto per andare in competizione su una risorsa qualsiasi.
E la gatta?
Ancora non l’abbiamo introdotta in questo fragilissimo e potenzialmente esplosivo equilibrio che siamo riusciti a raggiungere.
Comunque quando sarà, vorrò un coma farmacologico per lei, Milla, o per me.