Abbuffate Natalizie, aspetti psicologici
“A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai” canticchiava una famosa pubblicità, ricordandoci come la tradizione culturale ci abiliti alla trasgressione alimentare. Le abbuffate Natalizie, seppur socialmente accettabili, possono non essere scevre dalle conseguenze emotive che le accompagnano, principalmente sensi di colpa e vergogna. La trasgressione alimentare, infatti, può essere conseguentemente vissuta come un grande errore innescando in primis il processo psicologico del senso di colpa: la coscienza punisce per aver ceduto alla pulsione di trasgredire il proprio codice alimentare, mangiare e ingerire quantità elevate di calorie.Il senso di colpa viene definito, in questo caso, “alimentare” perché percepito in seguito a condotte alimentari etichettate come pericolose per il proprio benessere e la propria forma fisica. Esso genera, però, un vissuto di fallimento che può facilmente allargarsi ad ogni aspetto della propria personalità determinando una sensazione generica di frustrazione ed inadeguatezza. È bene specificare che in questa sede facciamo riferimento principalmente a quei vissuti di insoddisfazione e inadeguatezza che possono generare processi disfunzionali anche nell’alimentazione e che nascono dal desiderio intrinseco di raggiungere una forma fisica perfetta o, più precisamente, dall’innato bisogno di essere e sentirsi perfetti.La ricerca di perfezione nasce, dunque, da una profonda insicurezza che si pensa di colmare attraverso tentativi di omologazione, mostrando sempre agli altri faticosamente la parte migliore di sé, negando le debolezze.
Una volta l’anno è concesso fare pazzie. Accettando la possibilità di sbagliare abbandoniamo il desiderio di rincorrere standard estetici inarrivabili ed il bisogno di dimostrare agli altri di essere perfetti. Proviamo, una volta all’anno oppure semplicemente ogni tanto, a scegliere di fare qualcosa solo perché ci fa stare bene, come mangiare quel dolce di troppo, senza accedere al senso di colpa. Siamo essere imperfetti, ma questa non è una colpa, ma un grande valore.”