Il dolce far niente, i confini tra pigrizia e depressione
“La pigrizia è un lusso che possono (e riescono) a concedersi in pochi. Infatti è necessaria per la sopravvivenza.
Anche se sin da piccoli ci insegnano che dobbiamo essere attivi, raggiungere e creare perennemente nuovi obiettivi.
In questo scenario, la pigrizia rappresenta un peccato capitale e il desiderio di non fare nulla viene soventemente arricchito da sensi di colpa, vergogna e sentimenti di ansia. Piccoli attimi di pigrizia sono frequenti e comunemente sani. Il pigro si spegne, ma perlopiù sa come riaccendersi se vuole farlo.
Ma quando la pigrizia è un vissuto totalizzante e rappresenta sempre la prima risposta ai desideri e alle richieste esterne, è opportuno riconoscerla come un sintomo che spesso fa da specchio ad un malessere più profondo. Non a caso, rientra fra i sintomi più comuni dei vissuti depressivi…”
Conduce Sara Lolli, buon ascolto!
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