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Gelosia, tra normalità e delirio

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Gelosia, tra normalità e delirio

“La gelosia è riconosciuta socialmente ed erroneamente come un difetto del carattere e vissuta come una debolezza: rappresenta la fragilità umana del non bastare a se stessi, del dipendere da un oggetto esterno posseduto e amato, un oggetto che condiziona scelte e comportamenti al solo timore (reale o immaginario) di perderlo ed esserne costretti a fare a meno.
Non è altro che un contenuto psichico che può essere sia elemento di normalità che di patologia a seconda di quanto ha il potere di condizionare idee e comportamenti: può determinare, ad esempio, solo uno stato emotivo, un’idea prevalente o essere un pensiero paranoico e delirante.


Lo stesso Freud riconobbe la normalità nella gelosia, il suo aspetto sano. Teorizzò l’esistenza di tre forme, o meglio, tre livelli di gelosia distinti per intensità e per la modalità relazionale che veicolano.
La Gelosia Normale, quella Proiettata e quella Delirante.
Quest’ultimo rappresenta il livello maggiormente patologico. Il pensiero paranoico di essere tradito può spingere il geloso delirante a mettere in atto comportamenti delittuosi, come perseguitare o aggredire il partner e i presunti amanti, sino ad uccidere.
La gelosia può essere dunque costruttiva, quando nella dimensione della normalità viene presa con ironia e funge da collante ed espressione del sentimento di amore. Ma anche distruttiva, quando è ossessiva e ipoteticamente mortale.”

“DinamicaMente”, con Sara Lolli. Buon ascolto!

 

Illustrazione di Henn Kim

 

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