L’arte dell’ arrangiarsi
Vi è mai capitato di dover far fronte ad una situazione di necessità in cui non avevate i mezzi adatti e le conoscenze giuste?
Bene, se ci siete riusciti, avete imparato l’arte dell’arrangiarsi.
Non sempre l’arte è perfezione, non sempre è qualcosa che prende vita seguendo delle regole e metodi precisi, non sempre rappresenta qualcosa di predefinito, spesso è semplicemente istinto.
Credo fermamente che l’arte sia la più grande rappresentazione di adattamento e trasformazione di un qualcosa che inizialmente non aveva un’anima.
Non serve denaro , a volte non servono neppure grandi studi, né precise regole quando si decide di creare, c’è solo una grandissima forza interiore, accompagnata da una spiccata fantasia che portano l’artista a dar vita a qualcosa di nuovo.
L’esempio più vicino a questo concetto è la capacità che due ragazzi indiani hanno avuto nel costruire una meravigliosa ed originale piscina con l’aiuto di un solo paletto di legno e tanta forza di volontà.
In un luogo dove la ricchezza non determina le scelte di chi ci vive, scopriamo quanto poco basti per far esprimere chiunque abbia energia creativa.
In poco tempo, questi due ragazzi, hanno dato vita ad una struttura che in altri paesi avrebbero costruito con mezzi pesanti e materiali già pronti; loro no, loro hanno assaporato una diversa fatica e sicuramente una diversa soddisfazione.
Tutto scavato a mano, mattoni cotti al sole e piante per decorare esportate da un terreno ad un altro.
” Chi lavora con le sue mani è un lavoratore.Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano.Chi lavora con le sue mani, la sua testa ed il suo cuore è un artista.”
(San Francesco d’Assisi)
Credo che realizzare qualcosa con tanta fantasia e poco materiale idoneo, gratifichi ancor di più chi mette in piedi un’opera.
Il valore va di pari passo con la soddisfazione che nasce dal lavoro fatto, un pò come quando si acquista una coperta interamente cucita a mano, sicuramente riusciamo ad apprezzarla in maniera diversa da una realizzata in fabbrica da macchinari programmati per farlo.
È l’unicità di quel pezzo che genera valore.
Navigando su internet, ho scoperto un blog di un ragazzo che, girando il mondo, mostra come l’arte dell’arrangiarsi sia propria di molti paesi, in particolar modo di quelli più poveri, dove l’ingegno nel crearsi qualcosa di utile è spesso all’ordine del giorno.
Tra un video e l’altro, ho capito che alla fine, siamo tutti un pò artisti per necessità.
Lo sono stata anch’io quando ho deciso di arredare casa e, non trovando una lampada da sala soddisfacente, me la sono creata con dei legni trovati in spiaggia. Delle luci natalizie avvolte intorno ed ecco fatto.
L’arte dell’arrangiarsi in fondo non è altro che la straordinaria capacità di innovazione, reagendo alle emergenze, trasformandole in occasioni.
Credo quindi che trasformare qualcosa di apparentemente inutile, in qualcosa di necessario, sia un’arte geniale che possa appartenere ad ognuno di noi.