Ciao ragazzi,
innanzitutto grazie.
Grazie di tutti i messaggi che mi avete inviato per sapere come stavo e cosa è successo Domenica 23 agosto, a Verona.
Fortunatamente non ero in città e al mio arrivo alla stazione di Verona Porta Nuova, molte delle strade interessate dal mio percorso erano state liberate e non ho avuto problemi a tornare a casa.
Immaginate la mia angoscia sul treno nel vedere le immagini – ormai passate alla storia – di Daniele Iattarelli. L’uomo che viene ripreso da un telefonino mentre cammina con l’acqua fino alla gola, verso la scaletta che lo renderà salvo. A piè di pagina trovate un link utile per aiutarlo (ha perso il suo studio dentistico).
Immaginate anche la paura di rimanere bloccata sul treno (venivo da Firenze), per danni sulla linea. E poi ancora, chissà come starà casa mia – pensavo, la cui cantina è stata già allagata con le violente piogge di Giugno, e infine la mia macchina, parcheggiata sulla strada sotto gli alberi.
Per fortuna, non ci sono stati feriti. E i miei cari e i miei (pochi) beni materiali stanno bene. Il mio rientro è andato liscio come l’olio e questo mi ha permesso il giorno seguente di fare un giro in bici per constatare i danni.
Innazitutto, partiamo da quello che ci è stato spiegato. Il fenomeno atmosferico è stato definito come un multicella, ovvero un temporale formato da più celle organizzate in modo diverso e in diversi stadi evolutivi. Da come l’ho capita io, vento, grandine, piogge e chi più ne ha più ne metta che spingono violentemente verso terra. Ma se ne volete sapere di più provate a consultare il sito del Meteo di Caprino Veronese.
Le persone che ho sentito in questi giorni mi hanno raccontato che è successo tutto in un attimo. In molti mi ripetono: “Il tempo di chiudere la finestra“. Già, il tempo di chiudere la finestra e non si è visto più niente, solo una grande nube, un forte vento e poi grandine grande come palle da tennis. Alcuni amici hanno riscontrato danni al parabrezza, caminette scoperchiate e finestre rotte. Ma la cosa tragica è stata la caduta inesorabile di tantissimi alberi (anche storici, come quello del Giardino Giusti) che ovviamente hanno fatto danni, anche grossi a macchine e case.
A solo 1 KM da casa mia si arriva alla strada che dalle Torricelle arriva a Porta Vescovo, là i danni sono stati ingenti. Ho potuto constatare decine e decine di alberi caduti, purtroppo anche su case. Sventrandone le terrazze e non solo.
Scendendo verso il Giardino Giusti, passando per Via Giovanni Francesco Caroto, il secondo scenario apocalittico. Come vedete in foto, gli alberi rendono quasi inaccessibile la curva.
Ma ancora più sorprendente è ciò che si vede una volta terminata la curva. La strada si chiama Via San Zeno in Monte ed è costeggiata da un lato dal Giardino Giusti e dall’altro dalla scuola superiore San Micheli. In questo momento si trova coperta da un pergolato di alberi caduti che hanno sfondato muri secolari, fili spinati e tanto altro. Come vedete sotto.
Devo dire una cosa, l’intervento delle forze dell’ordine, dei Vigili del Fuoco, ma anche dei volontari è stato davvero tempestivo. Al di là dei Tweet pungenti e dei titoloni senzionalistici dei giornali, la risposta dei veronesi è stata immediata e compatta. Ho conoscenti, liberi dal lavoro, che stanno spazzando la ciclabile vicino a casa mia. E ho visto molti volontari adoperarsi per pulire Piazza Isolo. A loro e a tutti gli altri personaggi coinvolti, va il mio personale GRAZIE!
Una riflessione però va fatta.
Sicuramente il Comune di Verona dovrà prendere delle decisioni per far fronte ad un’emergenza che ormai è diventata cronica. Ma ognuno di noi, nel suo piccolo, deve iniziare a riflettere sul tema del Global Warming (riscaldamento globale) che sta portando a questo cambiamento climatico che tanto ci fa paura.
Ognuno di noi, deve prendere coscienza che non è solo al mondo e che un piccolo cambiamento nel suo stile di vita, può riflettersi in modo positivo sul mondo che lasceremo alle nuove generazioni.
A partire dalla spesa infatti, possiamo cercare di creare un mondo migliore. Scegliendo frutta e verdura di stagione da produttori locali e preservando la biodiversità dei cibi che scegliamo, possiamo fare molto. Ecco un articolo di SlowFood, che vi spiega cosa sia la Biodiversità.
Credo che una riflessione di questo tipo sia necessaria e spero che siate felici di condividerla con me.
vi segnalo questa raccolta fondi per Danilele Iattarelli, l’uomo diventato simbolo del multicella che ha perso il suo studio dentistico nel nubifragio: https://www.facebook.com/donate/672221163378886/
Grazie
Lety – GaGa