Incredibile Amici, alla veneranda età di 35 anni (anzi, come dicono le zie, e la Chicca, per la precisione “hai finito i 35 e entri nel 36esimo”, che poi a me già avanzavano i 35, figurarsi se me ne appioppo uno in più, cosi, gratis!) ho avuto l’onore di utilizzare, for the first time in my life, il Folletto di mia nonna, l’aspirapolvere oggetto del desiderio di tutte le donne in età da marito, surclassato soltanto dal fashionissimo Dyson.
A tal proposito vorrei segnalare alle autorità competenti che: Io son pro-folletto, a prescindere, anche se non ho provato il Dyson.
Io Voto SI a quel color verde bosco abbinato a quell’osceno bianco sporco color plastica invecchiata, tipica dei bagni degli hotel 2 stelle, anni ‘70, che trovo estremamente rassicurante al contrario di quel coso super luccicante metallizzato che non mi convince per niente. E’ come se dovessi scegliere come donna delle pulizie tra, Marisa Laurito e Diletta Leotta: chiaramente a casa mia vince Marisona a mani basse. L’altra che può capire di pulizie? Che può sapere di pavimenti incrostati di olio per friggere la parmigiana? Al massimo si mangia una salad di avocado senza accendere i fornelli e potrà dover aspirare, due semini di Chia dalle proprietà antiossidanti, da terra dopo cena. Chiusa la parentesi dei consigli per gli acquisti non richiesti di Giulia.
La Nonna Laura, oggi mi ha concesso l’utilizzo del Folletto.
E’ il 19 settembre, ed è il giorno del suo compleanno.
Nonna non concede a nessuno di utilizzare il Folletto, e lo usa poco anche lei.
Fa cosi, con tutte le cose belle che possiede, lei non le usa per non sciuparle:
il super servito di piatti della Richard Ginori, con il bordino in oro zecchino dipinto a mano da una colonia di nani amanuensi non si usa; la camera degli ospiti, nuova, perfetta, dotata di tutti i confort, con un super king size bed e copriletto color pesca perfettamente abbinato con le nappette che penzolano dal pomello del comodino, è stata inutilizzata per almeno almeno 15 anni (poi io mi son trasferita in Emilia e al rientro in patria, necessitavo di un letto dove dormire, e allora è stata costretta, per cause di forza maggiore, a rinnovarla, ma, ehi ehi ehi, mica ci dormo io! Cosa avete capito? Ci dorme lei, perché io la rovino); nella perfetta sala da pranzo non si mangia, e ce ne stiamo tutti stipati in cucina, dove non c’è spazio per muoverci e se uno vuole aprire il frigo, l’altro si deve alzare dalla sedia altrimenti si trova l’anta piantata nel collo; e pure la macchina cerchiamo di utilizzarla il meno possibile, così non si rovina (poi Nonna rompe gli zebedei, quando, dopo 6 mesi di inattività, la batteria fa cilecca… “Ora andiamo a parlare con il meccanico èh! Non è possibile che queste batterie durano 2 giorni!”).
Stessa storia per l’amato folletto.
Nonna lo tiene addirittura attaccato al muro con un tassello, che ha fatto metter appositamente, cosi che, l’adorata aspirapolvere, possa restar sospesa da terra, e le spazzole non si possano sporcare o appiattire. Ce lo avrà da almeno 20 anni, ma sembra appena tolto dall’imballo, anche perché leggende narrano che lei lo utilizzi esclusivamente nelle camere, in sala e nell’ingresso, perché lì il pavimento non è unto: vietato l’utilizzo in cucina. Per la verità tutti noi l’abbiamo sempre vista con la scopa rossa e paletta alla mano, e fino a ieri, per me poteva essere come la scatola dell’antifurto vuota che qualcuno mette fuori dalla porta con il solo scopo di dissuadere i ladri, senza motore.
Oggi ha festeggiato 83 anni Nonna Laura. È nata nel 37 a Cossignano, un paesino nel marchigiano, terza di 5 sorelle. La famiglia si è trasferita a Bolgheri, quando lei aveva 16 anni per lavorare la terra.
Il padre, mio bisnonno Amedeo, lo ricorderò sempre con il cappello di paglia in testa, quando mi diceva “La società è bella dispari; 3 siamo troppi”. Io avrò avuto 5 anni e non coglievo l’ironia di quest’uomo, che avrebbe potuto insegnarmi tanto, ma sorridevo soltanto in risposta a quegli occhi sempre lucidi che mi guardavano dolcemente, ed a quelle mani spaccate dal lavoro nei campi che mi carezzavano le guance teneramente.
Nonna non è abituata ai grandi festeggiamenti, viene da una famiglia numerosa dove hanno trottato tanto e goduto niente e, tutt’ora, anche se, partendo da niente, è riuscita grazie al lavoro suo e di Nonno Nello (<3), a costruire una casa bella, ed ha la sua pensioncina e non ha debiti e potrebbe viver serena, togliendosi anche dei vizi, comunque la testa è quella della ragazzetta che è cresciuta in una famiglia dove “Non avevamo niente” e gli sprechi non sono previsti.
Le abbiamo comprato un Tablet nuovo fiammante per il compleanno; non perché debba navigare nel web, ma perché vuol essere presente nel gruppo WhatsApp de “I nonni di Nina” dove vengono inviate quotidianamente foto della nipotina, per permettere a tutti i nonni lontani di sentirsi più vicini, e di non perdersi le piccole grandi conquiste quotidiane della piccoletta.
Il giorno prima del compleanno, sono andata ad ordinarle un mazzo di fiori ed a prenderle un dolcino per farle soffiare due candeline.
Alle 13.15 del 19, suona il campanello, lei stava tagliando la “ciccina” per Nina, io le ho urlato “Nonna corri giù, deve essere il corriere. Ci penso io qui!”, lei colta di sorpresa, ha mollato tutto ed è scesa.
Al cancello ha trovato la proprietaria del negozio di fiori, che abita una strada più in la della nostra, che teneva in mano questo bouquet di roselline inglesi color pesca. Nonna, con gli occhi lucidi, le è andata incontro. La fioraia le ha detto “Signora, è sempre bella e ha sempre i capelli fatti”,(colpita e affondata lei), Nonna ha preso il mazzolino da sopra il cancello, ed è rientrata, ringraziandola e salutando con la mano, come se fosse al binario e stesse salutando l’amore in partenza con il treno.
Io ero sul terrazzo che la riprendevo, ed è stato bello vederla, con questo sorriso dolcissimo stampato in faccia, che faceva un passo, poi si fermava a guardare i fiori, ne faceva un altro e si rifermava ad ammirare il mazzolino, e ne faceva un altro e poi guardava il bigliettino. Le ho urlato dal terrazzo se le erano piaciuti e lei ha risposto “Bellissimi”.
Era felice, di quella felicità semplice che un mazzo di fiori inaspettato ti sa regalare. Appena rientrata in casa mi ha stretto forte a sé e mi ha detto “Grazie, Grazie, Grazie!” Le ho fatto una foto e aveva il sorriso dolce ed emozionato, che più che una 83enne, mi è sembrata una sposina.
Per premiarmi della sorpresa, in preda ad un’ondata di entusiasmo, mi ha concesso l’uso del Folletto.
Mi piacerebbe dire a Nonna un po di cose;
- Che può smetterla di chiamare l’estetista dicendo che è “la Nonna di Giulia” perché a me non mi vedono dal 2009, e lei invece ci va ogni mese;
- Che, anche se è cresciuta facendo delle rinunce, mangiando a colazione “una noce e un pezzo di pane”, adesso, i tempi son diversi e certe cose se le potrebbe permettere e soprattutto, se le merita pure;
- Il servito di Richard Ginori si può mettere in tavola ed usare anche un giorno qualsiasi, per mangiare la sua mitica pasta al pesto (non esiste e non esisterà mai pasta al pesto migliore della sua nel mondo) e solo per festeggiare il fatto che siamo insieme e se le pesche le va a comprare alla botteghina vicino casa, e le paga 1 euro in più, ma hanno un pochino di sapore in più rispetto a quelle della COOP, che sanno di cartongesso, va bene lo stesso. Non sarà mai una donna che sputa sui soldi per questo;
- e che quel mazzo di fiori, che doveva essere un regalo per lei, in realtà si è tramutato in un regalo per me, perché quel video in cui l’ho ripresa di nascosto mentre lo va a ritirare al cancello, ha ed avrà sempre, un valore inestimabile.
Auguri Nonna Bigodina. Ti voglio un bene esagerato.