di Silvia Temponi
Editore: Horti di Giano
Pagine: 102
TRAMA. “Alcuni ritengono che la poesia, nella sua forma più elevata, sia il frutto dei vissuti e delle esperienze di una vita. Come potrebbe, dunque, chi vive il cuore dell’adolescenza, esprimere le proprie emozioni in modo valido e calzante? Nulla di più sbagliato. Con Silvia Temponi, giovanissima poetessa, siamo di fronte all’espressione di un vivere dalle dinamiche inaspettate, frantumate da un tempo trascorso nella sofferenza e nella continua necessità di rinascere. Il dolore interiore, le ansie generate dal susseguirsi della quotidianità conducono a un esordio complicato, caotico, che viene poi elaborato nel rispetto della fase della vita a cui si appartiene. Quel che colpisce è lo scorgere tra le parole il suono dell’esigenza che si fa spazio tra le spesse e scivolose pareti dell’indifferenza collettiva, tra le quali l’autrice non accetta di stare e nei suoi versi si coglie il disagio e allo stesso tempo l’auspicio del cambiamento. Versi per viaggiare attraverso un punto di vista differente, che stupirà e catturerà con un andamento inatteso. Perché in arte, il Bello non ha età.”
RECENSIONE.
Molti,
nell’arco della vita
si chiedono
chi siano.
Io per rispondere,
ricordo vecchie parole
che mi dissero:
“Tu sei un groviglio di cose”.
E avevano ragione,
lo sono.
Produco Veleno è la prima raccolta di poesie della giovanissima Silvia Temponi, ragazza non ancora maggiorenne vincitrice della ventitreesima edizione del premio internazionale “Emily Dickinson” nella sezione giovani esordienti.
Nonostante la giovane età, la raccolta racchiude delle poesie taglienti, a tratti ermetiche che trattano un tema per niente scontato e comune alla maggior parte delle anime sensibili e fragili: il dolore che abita in mondo e la difficoltà di approcciarsi senza paura ad esso.
Io ero vetro,
trasparente e fragile
ma doppio.
Convinta, ero io,
che qualcuno avrei trovato
vetro
come me.
Poi arrivasti tu,
che più piombo eri,
serrato e arrogante
con naturalezza,
mi accarezzasti
e io subito,
in pezzi.
Produco veleno è una raccolta dove possiamo notare, nonostante la giovane età, una maturazione: una prima parte che racchiude la rabbia dell’autrice contro la società e le persone, la sofferenza, l’interrogarsi su sé stessi, per passare poi ad una seconda parte dove si fa spazio l’accettazione di sé e del mondo che ci circonda.
Vorrei accarezzarle il viso e
confessarle che se la caverà
anche stavolta.
Piccola,
il mondo è assai crudele
con i cuori sensibili,
ma mai invano.
Di solito, non amo leggere le poesie perché non riesco ad apprezzare appieno il significato che sta dietro quei versi. In questo caso, la poesia arriva dritta al cuore, ad un sentimento, che tutti noi conosciamo o che almeno abbiamo conosciuto nella nostra vita. E’ una raccolta che, a mio parere ha una doppia funzione: Una è quella di denuncia della società, che è sempre più insensibile, vuota, apatica e piena di soggetti che non hanno il coraggio di guardarsi dentro, di cogliere i propri bisogni ed essere ematici con coloro che ci circondano. L’altra funzione è quella di consolare ed essere vicina all’anima di tutte quelle persone sensibili, che sentono tutto, troppo e sempre.
Sperando per voi lettori il più caloroso e sereno Natale di sempre
(nonostante la situazione orribile che stiamo vivendo)
Vi auguro Buona Lettura a tutti!
Rachele.
PS. Se vi ho incuriosito e vorreste conoscere meglio l’autrice, potreste vedere la presentazione della raccolta Produco Veleno sulla pagina Facebook della Casa Editrice Horti di Giano.
Buona Visione!
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