Dopo aver terrorizzato i gatti con l’aspirapolvere, nello spolverare e pulire con la grazia che da sempre mi caratterizza, ho distrutto la calamita di Santorini col mulino a vento che avevo sul frigo.
Tristezza e sgomento, concreta realizzazione che viaggiare ora è un lusso, non economico (almeno non solo), ma un lusso nella nostra pseudo libertà.
Il mio frigo è zeppo di calamite dal mondo, portate da amici e da me stessa, il ricordo di quanto fosse facile programmare e fare un biglietto aereo, scegliere il tipo di vacanza che si desiderava in base alle esigenze di portafoglio e di tempo.
Il mondo era veramente a portata di mano.
Ma non mi arrendo e convinta tento di programmare un giro a Fuerteventura prossimamente.
Sono giorni che guardo l’applicazione della Ryan, consultando date e prezzi da Pisa.
Decidiamo il periodo, si va, facciamo i biglietti?
L’amara scoperta è che i voli da Pisa sono stati prontamente cancellati probabilmente per il poco afflusso… vabbè proviamo da Bergamo, ah no, non proviamo siamo obbligati perché è l’unico aeroporto al momento, da cui partono i voli per le Canarie della Ryanair.
Il periodo impone razionalità e organizzazione, ed anche un po’ di fortuna.
Dobbiamo fare il tampone prima di andare, speriamo bene… non ho mai vinto nulla, chissà che non vinca il virus da asintomatica!
E qui iniziano i deliri paranoici, non potrò partire per Fuerte e farò mesi di confinamento, come è successo a tizia sai? Mesi e mesi senza negativizzarsi…eh ma non sai di Caio, è rinchiuso da marzo in una struttura, ormai una leggenda, una larva umana…mai stato malato, ma ora non sa più neanche di essere sano, i suoi non lo riconoscono più, non ha più gli occhi perché non ha più visto la luce, è come un Proteo delle grotte di Postumia!
Pazienza, la voglia di surfare e fare kite al caldo supera anche questi momenti di chiara follia, quindi la tenteremo.
Fuerteventura peraltro non è mai stata tra le mie mete preferite, è desertica, vulcanica, ma con un vulcanesimo ormai estinto, è si ventosa (nomen omen) ma le onde molto spesso lasciano a desiderare.
Solo l’anno scorso, proprio a gennaio, mi stupì.
Per la prima volta dopo l’ennesimo tentativo mi regalò due settimane di surf quasi perfette e un clima invidiabile, io ormai abituata al benessere indonesiano, ero rimasta piacevolmente colpita dal dono inaspettato.
Pensai che perseverando a volte si ottiene anche qualche buona cosa, volli romanzare la vacanza attribuendo tutto ciò ad una concessione divina.
È semplicemente statistica, vai n volte, una ti capiterà meglio delle altre, ma tant’è sono romantica.
Quest’anno lo “scoglione” nell’Atlantico è l’unica possibilità, insieme alle altre isole del suo arcipelago, per fare una vacanza acquatica invernale, a meno che non si abbia veramente molto tempo e si voglia giocare la roulette dei visti business in Indonesia, la sorte in Centro America o fare i beduini in Marocco.
Covid e tamponi permettendo.