Mentre vi lascio sulle spine circa il mio viaggio a Fuerteventura (so che non ve ne importa nulla, ma mi piace crederlo), in un giorno di riposo tra onde e vento, non vi parlerò né di archeologia né di surf.
Voglio darvi un sentimento, un’idea evocativa di cosa rappresenti per me il mare e il rapporto simbiotico che ho con lui.
Dalla mia infanzia ho vissuto solo in città di mare, sono nata a Livorno e, successivamente ho girato per l’Italia seguendo mio padre Ufficiale di Marina.
Credo che il legame maggiore tra me, la natura e il mare si sia instaurato durante la mia permanenza nell’isola della Maddalena, in Sardegna, quando ero una bambina tra l’ultimo anno di asilo e le due prime classi elementari. Non c’era un giorno in cui trascorressimo i pomeriggi in casa, l’estate eravamo sempre al mare, tra calette profumate e spiagge rosa, in barca o via terra attraverso sentieri tra antiche fortezze e rocce granitiche.
Nelle poesie che seguono, i cui autori sono tra i miei preferiti di sempre, ci sono gli elementi, gli odori, la luce, la vitalità, che alla grande distesa di acqua salata mi hanno legato per sempre.
Buona lettura
Maestrale
S’è rifatta la calma
nell’aria: tra gli scogli parlotta la maretta.
Sulla costa quietata, nei broli, qualche palma
a pena svetta.
Una carezza disfiora
la linea del mare e la scompiglia
un attimo, soffio lieve che vi s’infrange e ancora
il cammino ripiglia.
Lameggia nella chiarìa
la vasta distesa, s’increspa, indi si spiana beata
e specchia nel suo cuore vasto codesta povera mia
vita turbata.
O mio tronco che additi,
in questa ebrietudine tarda,
ogni rinato aspetto co’ tuoi raccolti diti
protesi in alto, guarda:
sotto l’azzurro fitto
del cielo qualche uccello di mare se ne va;
né sosta mai: ché tutte le cose pare sia scritto:
“più in là”.
(Eugenio Montale, Ossi di Seppia)
Acqua che all’acqua torna…
Acqua che all’acqua torna, di luce sfrangiata,
si apre l’onda in spuma.
Movimento perpetuo, arco perfetto,
che si erge, ricade e rifluisce,
onda del mare che il mare stesso nutre,
amore che di se stesso si alimenta.
(José Saramago, Poesie)
Allegria di naufragi
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare.
(Giuseppe Ungaretti, L’allegria)
Mare
M’affaccio alla finestra e vedo il mare:
vanno le stelle, tremolano l’onde.
Vedo stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.
Ecco sospira l’acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d’argento.
Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?
(Giovanni Pascoli, Myricae)