Mai avremmo potuto pensare, almeno fino a vent’anni fa, che l’informazione avrebbe mutato così drasticamente la propria natura. Con l’avvento dei social network, il mondo della comunicazione ha subito una vera e propria rivoluzione; era inevitabile, dunque, che anche i canali di informazione risentissero di questo repentino cambiamento.
Oggi siamo abituati a vedere le informazioni veicolate non solo attraverso i canali classici, come i giornali, la radio o la tv, ma anche attraverso l’utilizzo dei social network e, più in generale, di internet. I nuovi media sono piuttosto veloci nel mettere al corrente il lettore o l’ascoltatore di quanto sta accadendo intorno a lui, molto più di quanto non lo siano mai stati i media tradizionali.
Mentre il giornalismo televisivo e, soprattutto, la stampa classica necessitano di uno spazio temporale più ampio che intercorra tra la notizia in sé e la sua effettiva diffusione, i social media forniscono una vera e propria finestra immediata sul mondo e su quello che succede, veicolando informazioni in maniera infinitamente più veloce dei canali classici. In un certo senso, potremmo dire che l’informazione quasi non è mediata – semplificando, ovviamente – tanto è vicina, in termini di tempo, al fatto che riporta.
L’avvento di Internet rappresenta un enorme passo in avanti nell’evoluzione dell’informazione, così come al tempo lo furono i giornali e la radio, e più tardi la televisione. Il web ha modificato profondamente le dinamiche della comunicazione, nel bene e nel male, diventando, se non la principale fonte di informazioni, almeno quella più immediata, tant’è che rappresenta il canale più diretto per avere un accesso privilegiato al mondo, senza che quasi ci siano scarti temporali.
In questo senso, i social network rappresentano il punto di arrivo di questa rivoluzione. Oltre a diminuire ancora l’intervallo fra ciò che accade e l’informazione che lo racconta, i social media offrono al navigatore un’istantanea del mondo esterno, eliminando persino il compito di cercarla in quell’oceano digitale.
Occorre sottolineare che non solo il mondo della comunicazione è in continua evoluzione: lo è anche l’atteggiamento delle persone rispetto a esso. Ad esempio, oggi c’è una crescente richiesta di informazioni; il pubblico vuole essere informato, esaustivamente e velocemente. Inoltre, attraverso i canali social, è possibile interagire con le informazioni, criticarle, modellarle. Insomma, oggi le notizie non vengono più assorbite passivamente da lettori e ascoltatori, ma sono passate costantemente al vaglio della razionalità collettiva – almeno idealmente. Non è questa la sede, tuttavia, per affrontare la natura etica di questo cambiamento.
Certamente veicolare le informazioni attraverso i social network, o comunque attraverso il web, ha contrassegnato due grandi cambiamenti di rotta.
Anzitutto, diffondendo le informazioni attraverso i social media vi è stato un incremento esponenziale della visibilità mediatica e si è creato un vero e proprio modello reticolare dell’informazione. Nel recente passato, le informazioni venivano veicolate esclusivamente dai canali di comunicazione classici, in modo “verticale”, nel senso che l’informazione veniva trasmessa dai media e recepita dal pubblico. Oggi, al contrario, l’informazione viene veicolata sia attraverso i media tradizionali che attraverso i social media, giungendo al pubblico. In questo caso, tuttavia, quest’ultimo può interagire con l’informazione, condividerla o meno, criticarla, oppure cercare altre informazioni che corroborino la prima.
Insomma, in una parola, il rapporto tra l’informazione e il lettore/ascoltatore è divenuto bilaterale. Non solo passando per i social network le informazioni hanno acquisito un peso specifico maggiore, poiché la loro visibilità complessiva è aumentata. Ma, dopo essere rimbalzate sui nuovi media e poi tornate sui canali tradizionali, quest’ultimi danno, specularmente, ulteriore visibilità alle informazioni e al modo in cui vengono filtrate attraverso i social media. Si è creato, appunto, quel modello reticolare dell’informazione poc’anzi citato.
Il secondo cambio di direzione è rappresentato dalla “volgarizzazione” dell’informazione. In passato il giornalismo veniva associato all’idea di nicchia, nella misura in cui, quelle poche persone che ne facevano parte, decidevano cosa, come e quando scrivere. Le informazioni erano ovviamente a senso unico, poiché venivano immagazzinate passivamente senza alcun tipo di interazione.
Oggi invece, con l’avvento di blog, del citizen journalism, degli stessi social network, è aumentata notevolmente la possibilità di esprimere la propria opinione, di mostrare la propria visione del mondo, di fornire la propria prospettiva della realtà. Sostanzialmente, chiunque può creare e condividere dei contenuti e, soprattutto, chiunque può criticare i contenuti altrui; in questo modo si innesca il punto massimo della razionalità comunicativa, quella soggetta al vaglio continuo del senso critico.
Come ogni evoluzione, anche quella dell’informazione ha causato danni collaterali, in particolar modo a livello sociale. Però va ricordato che i social media sono strumenti e, in quanto tali, sono neutri. È compito nostro utilizzare le possibilità che offrono al meglio.
La speranza, a ogni modo, è che presto il sistema scolastico favorisca un tipo di educazione, sociale, digitale e civica, che dia modo di plasmare gli abitanti digitali di domani – e reali, ovviamente – più consapevoli di quelli che popolano oggi i social network.