Ciao a tutti! In questa stupenda giornata dedicata agli innamorati vi parlerò finalmente dell’amore della mia vita, l’unico di cui non mi stanco mai e con cui vorrei trascorrere l’eternità… lo spillatore di birra! Quale miglior destinatario di una passionale dichiarazione d’amore! Cretinate a parte, non che io ne sia una grande fan ma fonti certe mi assicurano che oggi, 14 febbraio, è il giorno di San Valentino, l’evento dell’anno per innamorati, produttori di cioccolatini e venditori di rose. Avrei potuto, e voluto, parlarvi di qualsiasi altro attimo di felicità vissuto nella mia vita di 34enne molto poco romantica, ma cercherò di vincere le mie resistenze riguardo alla ricorrenza pucciosa per trovare con voi qualche gioia odierna, nello spirito del blog.
FESTA DEGLI INNAMORATI O FESTA DEI CONSUMATORI?
Parliamoci chiaro, San Valentino è la festa del consumismo. In alcuni casi anche un po’ dell’ipocrisia. Sarò cinica (o più realista?) e anche molto banale nel ricordare che l’amore si vive tutti i giorni, bla bla bla. Verissimo. Sta di fatto che per molte coppie questa è una data importante, da passare insieme tra palloncini a forma di cuore e storie di Instagram con filtro a tema. Per me è un giorno come un altro, ho perso il mio entusiasmo per San Valentino tanti anni fa. Certo, da pischella romantica con i primi fidanzatini era divertente festeggiare, un po’ per la novità, un po’ per la scusa di potersi vestire carini e spendere la paghetta con pizza e mazzo di fiori come le coppie “grandi”. Il primo 14 febbraio tante emozioni, i primi “ti amo”, gli occhi che brillavano… il secondo pure, più o meno, già il terzo iniziava a rompere un po’ le palle, fino ad arrivare ai successivi, visti con indifferenza e con la nascente consapevolezza che, in effetti, quei soldoni spesi per il menù e il regalo si potevano usare per qualcosa di più adrenalinico, tipo un concerto o un weekend fuori porta. Insomma, l’attesa trepidante di questo giorno in cui l’amore dovrebbe trionfare va bene a 16 anni, dopo perde un po’. Buon per voi se la provate ancora, io ho uno pseudo-romanticismo molto anarchico e detesto le imposizioni anche nel campo sentimentale.
I PRIMI AMORI
Che poi, mica ce l’ho con il santo, poraccio, è pure morto decapitato (e già questo dovrebbe far capire che non c’è poi tanto da festeggiare). E’ che con l’età, le esperienze trascorse, le delusioni affettive, la festa degli innamorati inizia a stare un po’ sul cazzo. Il che è un peccato, lato consumistico a parte, perché probabilmente dentro di noi è rimasto qualcosa di quei ragazzetti/e alle prese con il primo amore, che cercavano le parole adatte da scrivere sui bigliettini, che risparmiavano un mese per comprare i Baci Perugina e un pensierino tenero da tenere vicino al cuscino. Questi ricordi sono stupendi attimi di felicità, un po’ sbiaditi dalla vita incasinata di tutti i giorni magari, ma che ci ricordano la bellezza dei primi amori, e la fiducia che abbiamo riposto in quelli a venire. Tutto ciò è conservato nel profondo, e contribuisce a fare di noi quelli che siamo, alla nostra versione di adulti innamorati. A volte si trovano partner attuali che risvegliano queste sensazioni, che riportano a galla quella fiducia, anche se il cuore è corroso da ferite sanguinanti e cerotti che cercano di arginarle. Se si ha la fortuna di trovare una persona così, sono accettabili anche i festeggiamenti di San Valentino, anche se secondo me un brindisi giornaliero in loro onore è più soddisfacente!
L’AMORE, IN TUTTE LE SUE FORME
Poi, ci sono altri aspetti positivi di San Valentino. Non è solo la festa degli innamorati, ma di tutte le persone che si amano, che si vogliono bene. Quindi nella combriccola dovrebbero essere compresi i famigliari e gli amici più cari, quelli che ci stanno vicino tutti i giorni e che ci aiutano a rimettere assieme i pezzi quando Cupido sbaglia a tirare la freccia e il Valentino/a di turno ci spezza il cuore, quelli con cui condividiamo il nostro cammino di vita. Gli amici, i genitori, i figli… e noi stessi, forse soprattutto noi stessi, come punto di partenza per amare incondizionatamente anche gli altri. Volersi bene non è mai banale: spesso ci si mette una vita ad accettarsi, ad abbracciare il bambino interiore, con tutti i suoi punti di forza ma anche le debolezze e le ferite. E’ una visione un po’ anticonformista del 14 febbraio, ma se proprio si deve celebrare l’amore, che sia il suo trionfo, in tutte le sue forme.
TROVARE L’AMORE DENTRO NOI STESSI
La consapevolezza di voler bene, amare qualcuno dal profondo del cuore, qualsiasi risvolto abbia questo sentimento. Rendersi conto della sua potenza, di quanto renda vulnerabili ma anche coraggiosi, di quella soglia sottile tra la ricerca della gioia e la paura di venire feriti, di lasciarsi andare. L’amore è ciò che rende vivi, è la porta di comunicazione tra il paradiso e l’inferno, uno degli strumenti di evoluzione più potenti. Fanculo il 14 febbraio, con rispetto parlando. Noi l’amore lo inseguiamo continuamente, in tutte le sue forme, e il momento in cui riconosciamo la sua presenza dentro di noi è uno degli attimi di felicità più universali di cui potrò mai parlarvi. Perché l’amore è come l’alcool: andremo fuori a bere un bicchiere, “al massimo due”, ci divertiremo e il tasso alcolico salirà, ne vorremo ancora e ancora e non riusciremo a fermarci; ci saranno volte in cui tutto procederà bene e saremo ebbri, felici e spensierati, e altre volte in cui perderemo il controllo e staremo malissimo, il corpo ci farà vomitare e il giorno dopo, distrutti dai postumi, diremo a noi stessi e agli altri che basta, non lo rifaremo più, si sta troppo male. Ne saremo convinti, e magari per un po’ riusciremo anche a tener fede a tal proposito, ma sappiamo già che arriverà un’occasione, nascosta tra le altre, in cui senza preavviso ci lasceremo andare e succederà di nuovo, un’altra volta. Saremo nuovamente leggeri e felici, e non ci importerà più nulla delle conseguenze. Così è l’amore.
Vi abbraccio.
Frase finale liberamente ispirata a una citazione del buon Charles Bukowski, in alto i calici per lui.
Foto scattate a gennaio 2020 durante un viaggio tra Praga e Parigi. Foto di copertina scattata nei vicoli di Genova. Se vi garbano ne trovate altre sul mio profilo Instagram kiaretta.rock