Ciao cari lettori di “Attimi di felicità”! Prima della pillola di gioia di oggi vi porrò una domanda, dovete darvi voi la risposta: c’è qualcosa che avete sempre desiderato fare ma per mancanza di occasioni o per pigrizia non avete mai fatto? Non necessariamente una cosa straordinaria, mi riferisco anche a un piccolo gesto che profuma la routine quotidiana col sapore della novità… oppure quel desiderio poco pretenzioso custodito in un cassetto neanche troppo profondo, tanto che basterebbe schiuderlo appena appena per realizzarlo e renderlo realtà. Ecco, questo è il tema di oggi: la sensazione di libertà che nasce e cresce quando si fa qualcosa per la prima volta, un cocktail di emozione, entusiasmo, ansia e timore che fa sentire vivi e coraggiosi come dei vichinghi!
LA PRIMA VOLTA CHE…
Chiaramente, alcune “prime volte” sono più rilevanti di altre: il primo giorno di scuola, il primo bacio e non solo quello, la prima vacanza con gli amici, la prima guida di un veicolo, la nascita di un figlio… Si tratta di esperienze che scandiscono l’arco della nostra vita, creando ricordi indimenticabili che diventano parte di noi, del nostro percorso su questo bizzarro pianeta. Ancora oggi, rievocandole, sono insite in noi le stesse sensazioni di quel momento passato: turbamento, paura, agitazione, confusione mentale, entusiasmo, ansia e via così, in un bel mix di percezioni contrastanti; insomma, non sono cose che capitano tutti i giorni. Tuttavia, ciò che si può fare per ricreare in formato mignon l’emozione de “la prima volta che…”, è decidere di viverne altre facendo qualcosa di nuovo così a random, tanto per il piacere di provare quel piccolo brivido di eccitazione davanti all’ignoto. Quello che si vuole, non servono necessariamente grosse avventure, anche se come ben sappiamo più si superano le proprie paure davanti a qualcosa di sconosciuto, più ci si sente gasati dopo la scarica di adrenalina prodotta dal sistema nervoso. E’ anche vero che non tutti hanno la possibilità materiale e/o il coraggio per fare bungee jumping giù da un ponte ogni santo giorno: in questo caso ci si può serenamente accontentare di una piccola ma decorosa novità quotidiana, per interrompere il solito tran tran che, diciamolo, rompe un po’ le palle.
BASTA POCO, CHE CI VUOLE?
Basta poco per sperimentare una piccola novità: assaggiare un cibo o una bevanda verso cui siamo stati sempre scettici, stupire noi stessi comprando un vestito che ci dona ma che non avremmo mai immaginato di indossare (se non sotto tortura), una passeggiata in quella parte della città che non abbiamo ancora percorso, chissà poi perché. Visitare la mostra davanti al quale passiamo tutti i giorni, anche se non conosciamo l’autore, decidere di cambiare look ai capelli dopo tanti anni con lo stesso identico taglio e colore. Tutto ciò che si discosta dalle nostre solite abitudini, e ci fa provare per un attimo il fremito dell’eccitazione per aver messo in discussione lo status ordinario delle cose. Oppure, e ciò richiede un po’ più di sbattimento, possiamo mettere da parte la pigrizia e provare quell’attività che da anni ci stuzzica ma che per un motivo o per l’altro rimandiamo sempre: uno sport, imparare a suonare uno strumento musicale, un corso d’arte o di cucina… E chi se ne frega se dopo una manciata di incontri abbandoneremo il campo e non ci presenteremo più: la soddisfazione di essersi tolti lo sfizio per averci provato, dopo tanti anni in cui ci siamo trascinati appresso la curiosità di farlo, fa sentire molto fighi. Se invece dopo le prime lezioni ci appassioniamo, e si spalanca a noi una nuova realtà, tanto meglio: buttarsi nel seguire le proprie inclinazioni, le proprie passioni, fa uscire lati di sé ancora inesplorati, che arricchiscono la personalità.
TRE, DUE, UNO… VAI!
E’ un po’ come lanciarsi con un paracadute (si fa per dire, non vi chiedo tanto): all’inizio non sai cosa aspettarti, fino all’ultimo l’adrenalina si mescola alla diffidenza e all’ansia, ai vari “ma chi cazz… me l’ha fatto fare” e “mannaggia a me porca paletta”… ma guardare giù, affacciarsi su un panorama visto da una differente prospettiva, superare le paure e saltare, fa sentire vivi e felici di esserlo, orgogliosi per essersi lasciati andare. Alla fine per tutte le nuove esperienze è così, dalle più banali alle più gravose: bisogna oltrepassare le resistenze dettate dagli schemi mentali ormai consolidati e buttarsi nel vuoto oltre la zona di comfort, per scoprire una nuova parte di mondo, piccola o grande che sia, e una nuova parte di se stessi, sentendosi finalmente liberi. Solo i coraggiosi, dicevano: a nostro modo, lo possiamo essere tutti.
BUON 25 APRILE
A proposito di libertà, oggi è un giorno fondamentale per la nostra storia e per tutti noi: ci è stata donata un’eredità preziosa che ha cambiato il corso degli eventi. Spesso diamo molto per scontato nelle nostre vite, ma questo giorno e quello che è successo non vanno mai dimenticati. Auguro a tutti voi un buon 25 aprile, e di celebrarlo in amore della libertà.
Vi abbraccio
PS: il Corochinato, anche chiamato “asinello”, è un vino aromatizzato (tipo vermut per intenderci) tipico di Genova. Dovete assolutamente assaggiarlo, come vedete dal reperto fotografico io lo degusto sempre con molto piacere.