A me piacciono le cose lente.
Ho uno stile di vita frenetico ma questo non sta a significare che ciò mi piaccia. Corro da quando apro gli occhi a quando vado a letto. Ho sempre l’ansia di dover finire le cose, di arrivare a metter punti ed andare a capo a qualsiasi cosa. Devo risolvere velocemente i problemi. Passo da un’attività all’altra, salto da una scadenza all’altra, sempre con il fiatone. Ma questo riguarda quello che devo fare.
Quello che invece mi piace fare, ha tutto un altro ritmo.
Non sopporto le vacanze frenetiche in cui ogni notte si dorme in un luogo diverso, quelle in cui devi per forza alzarti all’alba perché nel corso della giornata devi necessariamente vedere 5 musei, 7 piazze e 18 monumenti.
Adoro invece i giorni di ferie lenti dove non hai scadenze e dove tutto è dilazionato: quelle giornate nelle quali te ne puoi restare nel letto un’ora in piu e startene un’altra ora sotto la doccia.
Vorrei viverle le città, vorrei soggiornare in un appartamento in ogni luogo che visito e vivere lì per giorni come se fosse la mia città.
Andarmene in giro in bici o a piedi, a comprare il pane ed a fare la spesa al mercato, cucinare con la finestra aperta che da su una via trafficata e sentire persone che parlano una lingua che non è la mia mentre bevo un bicchiere di vino rosso e preparo la cena, con un vecchio disco che suona in sottofondo.
Mi piacciono i ritmi calmi, la pasta fatta in casa ed il ragu’ che deve bollire 4 ore e fosse per me le app di dating, in cui scegli se ti piace o non ti piace una persona in base a 5 foto tipo catalogo di Postalmarket ed in 3 secondi netti decidi se è o non è l’uomo della tua vita, non esisterebbero. Le persone si innamorerebbero ancora al supermercato mentre son intente a scegliere tra una pera coscia ed una pesca noce e sono una nostalgica dei bigliettini d’amore scritti a mano.
Nonostante l’evidente senilità che avanza in me a ritmi vertiginosi, i vocali di whatsapp per me sono un’invenzione strepitosa. Percorrendo circa 37 km a tratta per andare in ufficio, i vocali erano senza dubbio la soluzione ideale per confrontarti con le amiche che, avendo turni di lavoro diversi dai miei, e talvolta anche fusi orari differenti, facevo fatica a contattare telefonicamente. Mi è sempre piaciuto guidare ed ascoltare i loro racconti. Rappresentavano una soluzione meno fredda ma comunque veloce, rispetto al classico messaggio di testo scritto, per sentirsi vicino a qualcuno (senza considerare che ci hanno risparmiato numerose discussioni per messaggi scritti mal interpretati).
Con l’ultimo aggiornamento di Whatsapp è disponibile una nuova funzione che permette di aumentare la velocità del messaggio vocale.
Ciò significa che, accanto all’audio ricevuto, è spuntato un nuovo logo che consente di scegliere a che velocità ascoltare il messaggio vocale: “1x” indica la velocità standard, “1,5x” un ritmo più sostenuto e il“2x”che rappresenta il massimo della velocità disponibile.
La funzione ci consente quindi di scegliere a che ritmo ascoltare le persone.
Ho letto apprezzamenti e recensioni entusiaste: “Addio infiniti messaggi che rubano minuti di vita” e svariate Instagram stories con su scritto “Grazie WhatsApp, Finalmente!”..
Ma finalmente de che?
Presupponendo che dubito fortemente che siate tutti bombardati da questa infinità di vocali di WhatsApp, visto gli elementi che frequentate solitamente che fan fatica a metter insieme un congiuntivo, detto ciò..
Ma è mai possibile che dopo un anno di pandemia mondiale, con le relazioni interpersonali che si sono ridotte ai minimi termini, dopo mesi in cui abbiamo vissuto sepolti soli tra casa e il supermercato piu’ vicino, con l’ansia che tutto sarebbe potuto ulteriolmente precipitare da un secondo all’altro e le angoscie per i nostri cari, dopo un anno che ci avrebbe dovuto insegnare qualcosina tipo il valore delle piccole cose, l’importanza degli affetti, della famiglia, degli amici, l’umanità ecc.. voi, voi aridi che non siete altro, sapete soltanto festeggiare la vittoria dei Maneskin all’Eurovision e l’ultimo aggiornamento di Whatsapp?
Io ho una vita frenetica, perché devo averla. Ho una bambina, i nonni lontani, un lavoro e son obbligata a correre dalla mattina alla sera senza sosta, dall’asilo, all’ufficio, al supermercato in pausa pranzo, e di nuovo in ufficio e di nuovo all’asilo per poi arrivare a casa pulire, cucinare, lavare e asciugare ecc .. ma queste son cose che devo fare in questo modo.
Gli amici, gli affetti, quelli non sono un dovere, quelli fanno parte delle scelte che possiamo e non possiamo fare.
Le persone che scegliamo d’aver vicino meritano tempo, cura e attenzioni.
Con lo stesso principio con il quale nessuno vi punta una pistola alla tempia per vivere una vita con un compagno che non amate, alla misma manera, non siete obbligati ad ascoltare un vocale ricevuto da una persona di cui vi interessa poco e niente.
Se ad una persona non voglio dedicare neanche il tempo di un vocale di whatsapp, non ti dico di passarci una settimana insieme o un weekend fuori, ma se non mi interessa nemmeno ascoltare un misero messaggio vocale, peraltro mentre posso benissimo far altro durante l’ascolto (*), per ricordarmi quale è il suono che fa la sua voce, per quanto mi riguarda, il rapporto non ha ragione di esistere.
Ma voi ve la immaginate, un’amica disperata che è appena uscita da un lutto o da una storia d’amore finita male o che semplicemente sta passando un periodo nero, di quei periodi dove non gliene va dritta una, e che si sfoga mandando un vocale di addirittura 6 minuti alla sua confidente, con la speranza che la destinataria possa condividere con lei quel dolore, quel momento, quelle sensazioni, che abbia un briciolo di empatia e capacità di immedesimarsi nell’altro….
Ed invece che trova?
Dall’altra parte trova un ghiacciolo (si, perchè non siete persone ma siete dei Lipperlì!) che ascolta il suo sfogo in un minuto e mezzo e con la voce metallica di Bonolis che pronuncia 332 termini in 60 secondi.
Io probabilmente son di un’altra generazione, sarò antica ed estrema ed il mio attacco sarà certamente fuori misura, ma perdonatemi se vi confesso che molti di voi mi appaiono piuttosto impoveriti da questa pandemia, e non mi riferisco soltanto alla conclamata crisi economica, purtroppo; perchè i soldi tornerete a guadagnarli, ma l’emotività non ve la torna indietro nessuno.
Mi auguro presto che il prossimo aggiornamento di WhatsApp, possa segnalare al mittente, la velocità alla quale è stato ascoltato, affinché le persone possano aver coscienza degli elementi, ai quali dedicano invano, tempo ed energie.
P.S.: Per i maligni che potrebbero pensare che ho fatto tutta questa pantomima solo perchè son solita inviare messaggi vocali infiniti e mi son sentita in dovere di difendere la categoria dei molestatori fonetici, mi spiace deludervi (serpi); i miei vocali non hanno mai superato i 3 minuti, Tiè!
(*) Scusate ragazzi se posso esser apparsa poco sensibile. Lo sappiamo che voi maschi non riuscite a far due cose insieme. 😛 <3