Paul McCartney — voce, basso, pianoforte, bonghi, congas
John Lennon — cori, organo Hammond, chitarra solo
George Harrison — cori, chitarra elettrica
Ringo Starr — batteria, maracas, tamburello
Altri musicisti e crediti
Kenneth Essex — viola
Leo Birnbaum — viola
George Martin — produttore
Ken Scott — ingegnere del suono
Registrazione: 15 novembre 1967
Produttore: George Martin
Fonico: Geoff Emerick
Tu dici sì, io dico no
Tu dici stop e io dico vai, vai, vai
Oh no.
Tu dici addio e io dico ciao
Ciao, ciao
Non so perchè tu dici addio
Io dico ciao
Ciao, ciao
Non so perchè tu dici addio
Io dico ciao
Origine
Il pezzo nasce, secondo quanto riportato dall’assistente dei Beatles Alistair Taylor, da una domanda di quest’ultimo a Paul McCartney: come fai a scrivere canzoni?
Paul rispose in questo modo: “Ora suona un tasto qualunque, e io farò lo stesso. E quando dirò una parola, tu di’ il contrario e ci costruirò sopra un motivo“.[1]
“Mi chiedo se Paul davvero scrisse la canzone in quel momento, o se fosse qualcosa che aveva già in testa”
Alistair Taylor
Comunque fosse andata, c’è da dire che il pezzo fu l’origine di una diatriba fra Paul McCartney e John Lennon, il quale rivendicava per I am the walrus, il lato A del 45 giri in uscita anziché Hello Goodbye, come invece avvenne.
La stessa cosa sarebbe accaduta anche successivamente in altre occasioni. In effetti la produzione preferiva “trainare” l’acquisto con brani di più facile ascolto, come, appunto, questo.
Io dico alto, tu dici basso
Tu dici perchè e io dico non so
Oh no
Tu dici addio e io dico ciao
Ciao, ciao
Non so perchè tu dici addio
Io dico ciao
Ciao, ciao
Non so perchè tu dici addio
Io dico ciao
Paul Is Dead
Indovinate un po’? Secondo la leggenda PID, il vero autore del brano sarebbe il “falso” Paul, che si sarebbe riferito al defunto “vero” Paul dicendogli: you say goodbye and i say hello!
Ovvio no?
Perchè, perchè, perchè, perchè, perchè, perchè
Dici addio, addio, bye, bye?
Oh no
Tu dici addio e io dico ciao
Ciao, ciao
Non so perchè tu dici addio
Io dico ciao
Registrazione e composizione
Il brano fu registrato dal 2 ottobre al 2 nove3mbre in quattro takes, successivamente montate e mixate fino al 15 novembre 1967.
Si tratta di un gioiello di semplicità e complessità allo stesso tempo, come molti dei brani dei Beatles ovviamente.
Il motivo discendente del basso è abilmente bilanciato da un riff ascendete della chitarra, il tutto sotto un ritmo costante di batteria. Questo dà al brano quella leggerezza che lo contraddistingue. Meno visibili le complessità dei cori, che meritano veramente un ascolto in cuffia per apprezzarne l’intreccio.
Ed infine, anche qui una soluzione utilizzata spesso, un doppio finale: il cosidetto finale maori.
Veramente gustoso il video promozionale che potete vedere di seguito: il video, della regia dello stesso McCartney, fu proibito in Gran Bretagna per le regole che vietavano l’utilizzo del playback. Qualcuno ha scorto un John Lennon sotto effetto di stupefacenti: beh…forse non solo lui…
Cover
Che dire, le cover sono cominciate da subito e a noi piace citare l’Italia con i Bit-Nik e il testo tradotto da Mogol. A seguire, un delicato e raffinato Milton Nascimento e una versione live di Paul McCartney del novembre 20002. Per finire, come sempre, la versione originale: mi raccomando, ascoltatela in cuffia!