Luglio è iniziato da pochi giorni, e già si respira aria di vacanza… la sentite anche voi, carissimi lettori? L’attimo di felicità di oggi riguarda zaini e valigie, pronti per la partenza!
DECISIONI CRUCIALI
Uno dei momenti più critici di un viaggio è preparare la valigia. L’entusiasmo per la prospettiva di girovagare per il globo, e anche un po’ di sano stress nello scegliere cosa portare e cosa no. Situazioni tipiche del pre-partenza: “Saranno adatti quei pantaloni? Farà freddo? Quante paia di mutande porto? Quello pesa, lo lascerei a casa… ma se poi mi serve?”. Essì, ci siamo passati tutti, con la consapevolezza che sicuramente avremmo dimenticato a casa qualcosa di indispensabile, ma ce la saremmo comunque cavata con le risorse disponibili in loco. Fa parte della routine dei preparativi, che concretizzano l’idea della partenza.
ZAINO O TROLLEY?
In natura si osservano due categorie di viaggiatori: gli zainisti e i trolleisti. Io faccio parte della prima, trovo lo zaino più pratico, più comodo, più da “fanculo a tutti, porto via le palle e vado”. Non riesco a immaginarmi a zonzo con un trolley, soprattutto dopo aver fatto alcuni tratti del cammino di Santiago in Spagna. Quell’esperienza mi ha insegnato che per portare lo zaino sulla schiena km e km è essenziale ridurre all’indispensabile il suo contenuto, e questo (per fortuna mia e sfortuna delle compagnie di volo low cost) mi è rimasto d’abitudine tutt’ora. Il trolley chiaramente ha i suoi vantaggi, tra cui spicca la comodità di avere delle rotelle per trascinarlo. Nonostante ciò, come opinione personale lo trovo poco maneggevole: sollevarlo per salire le scale, stare attenti a non finire sui piedi altrui, zigzagare per evitare le cacche sui marciapiedi. Scherzi a parte, se per certi viaggi il trolley gigante è quasi indispensabile, i trolley mignon proprio non li comprendo, non ce la fo. Ma Wip Radio è uno spazio libero e ognuno può dire la sua, quindi amanti dei trolley, fatevi avanti e dite la vostra!
STORIA DI UN VIAGGIATORE
Anche l’organizzazione degli spazi all’interno del bagaglio è un aspetto fondamentale: rivela a colpo d’occhio alcuni aspetti della personalità del globetrotter. C’è il traveller superorganizzato, con gli oggetti personali divisi tematicamente e collocati in ordine logico, l’ex giocatore di Tetris, che ottimizza gli incastri per farci stare più roba possibile, il casinista patentato, butta dentro cose prese a caso dai cassetti e chi c’è c’è, il minimal, giusto due outfit da alternare e lavare ogni sera, l’ipocondriaco con ansia costante, che ha dietro più cerotti e medicinali che cambi di calze, l’appassionato di fotografia, temerario che sfida il freddo lasciando a casa un paio di maglioni pur di portare gli obiettivi della reflex… Ogni bagaglio racconta la storia del rispettivo proprietario, il suo modo personale di prepararsi a un nuovo salto nel vuoto, anche solo per pochi giorni.
LASCIARSI ANDARE, ALL’AVVENTURA
A prescindere dal tipo di bagaglio scelto, ciò che accomuna tutti i viaggiatori nei preparativi per la partenza è lo stato d’animo. Non è solo “riempire lo zaino”: una parte della testa è già là, diretta alla meta, a fantasticare su ciò che faremo e sulle situazioni che si presenteranno. Visualizzando tutti i possibili scenari, bisogna arrendersi al fatto che capiterà sicuramente qualcosa di imprevisto, ma andrà bene così. Del resto, non si può certo programmare tutto, neanche in un tour organizzato. Lo spirito del viaggio è anche questo: mettere in discussione i nostri schemi usuali per visitare un nuovo ambiente, e vedere una parte di mondo con lo stupore della prima volta. Ritornare, forse, con la valigia più in disordine ma con luoghi, colori, profumi, esperienze, persone e momenti di vita che prima della partenza potevamo solo immaginare… e che ora sono diventati una bellissima realtà, da ricordare con un sorriso.
Vi aspetto tra due settimane cari amici, e se riuscite a partire godetevela ancora di più, dopo questo periodo di chiusure. Buon viaggio a voi.
Un abbraccio.