Joaquín Sorolla sarà il protagonista del mio articolo di oggi.
Ho scoperto questo artista non molto tempo fa e a colpirmi è stata subito la sua data di nascita, il 27 febbraio… proprio come me! Sorridendo di questa coincidenza, ho iniziato a cercare qualche informazione e ho finito con l’innamorarmi delle sue opere. Sarà che questo pittore è divenuto celebre nella sua Spagna come impressionista e, per chi mi segue dagli inizi, saprà che questa è la mia corrente preferita e non mi stanco mai di parlarne.
Oltre alle varie notizie sulla vita di Sorolla lascerò ampio spazio anche alle immagini; sono certa che saranno di vostro gradimento. Iniziamo!
La vita di Sorolla
Joaquín Sorolla nacque a Valencia nel 1863. Rimase orfano di entrambi i genitori a soli due anni e, di conseguenza, venne allevato insieme a sua sorella Eugenia nella famiglia di una zia materna.
Sorolla manifestò presto un certo talento per il disegno e, una volta concluse le scuole medie, frequentò una scuola serale di disegno per artigiani e la Scuola Superiore di Belle Arti di San Carlo. Contemporaneamente lavorò nello studio dello zio.
Joaquín partecipò a svariate esposizioni restando però sempre nell’ombra nei confronti dell’Accademia che allora dominava la scena. E’ nel 1884 che Sorolla ottenne il suo primo riconoscimento all’Esposizione Nazionale con il quadro “Defensa del Parque de Artillería de Monteleón”:
L’artista scelse di realizzare un quadro cupo e tetro in quanto era convinto che quello fosse l’unico modo per farsi notare.
Il sussidio per Roma
In seguito Sorolla realizzò una tela ispirata alla Guerra d’Indipendenza Spagnola e questo gli fece guadagnare un sussidio per andare a Roma a perfezionare la sua tecnica. Dopo questa importante esperienza che gli permise di conoscere la grande arte classica e rinascimentale, Joaquín si recò a Parigi con l’amico Pedro Gil. Qui vi soggiornò per sei mesi nei quali subì il fascino degli impressionisti francesi.
Nel 1888 sposò Clotilde García del Castillo, sorella di uno dei suoi vecchi compagni di studi. La coppia visse per un anno anche in Italia, precisamente ad Assisi. Una delle tele dedicate alla moglie è “Clotilde seduta su un sofà”,
dove ad essere raffigurata è una donna raffinata seduta mentre osserva lo spettatore. Ella tiene un libro aperto sulle ginocchia come se fosse stata interrotta durante la lettura e indossa tacchi alti e un elegante vestito, a sottolineare il suo stato sociale borghese.
L’arrivo del successo
Una volta tornato in Spagna, Sorolla si stabilì a Madrid dove, nell’arco di appena cinque anni, riuscì ad affermarsi. In questi anni strinse una profonda amicizia con Aureliano de Beruete. Con esso condivideva le esperienze artistiche degli impressionisti spagnoli, oltre ai loro ideali liberali e progressisti. Beruete sarà inoltre il primo ad organizzare una mostra commemorativa in seguito alla morte di Joaquín.
Nel 1894 fece un altro soggiorno a Parigi dove approfondì lo studio del luminismo che da quel momento divenne una costante per la sua pittura. Se vi ricordate avevo già citato il luminismo quando avevo parlato della Hudson River School e con questo termine viene definito un tipo di pittura che punta a creare particolari effetti luminosi mediante un acceso contrasto tra ombra e luce, con un uso violento di quest’ultima in un contesto di intonazione scura.
“E poi dicono che il pesce è caro!”
Nel 1895, per continuare con la sua pittura di denuncia sociale che gli aveva regalato un certo successo, realizzò “E poi dicono che il pesce è caro!”,
che gli fece vincere la Medaglia di Prima Classe all’Esposizione nazionale di Spagna delle Belle Arti. Il titolo di questa tela proviene da “Fiore di Maggio”, un romanzo dello scrittore Vicente Blasco Ibáñez, grande amico del pittore. La vicenda si svolge su una spiaggia di Valencia dove, alla fine del libro, un pescatore muore in mare e una zia piange sul suo cadavere. In questo dipinto vediamo quindi due pescatori che si prendono cura di un terzo che ha avuto un incidente in mare. Quest’ultimo è a torso nudo e dal suo collo pende una medaglietta, probabilmente la Madonna del Carmelo ovvero la protettrice dei marinai. Tutto intorno è possibile notare degli oggetti che richiamano l’interno di un’imbarcazione.
Dopo questo successo, la sua città natale Valencia lo consacrò come cittadino illustre dedicandogli una strada.
Sorolla continuò a riscuotere un certo successo e viaggiò molto in Inghilterra, in Francia e in altri paesi europei dove fece conoscere le sue opere. In particolare, ad una delle esposizioni parigine, Joaquín presentò più di cinquecento quadri che gli fecero guadagnare un successo senza eguali non solo in Europa ma anche negli Stati Uniti, arrivando così ad esporre in diverse città americane.
Gli ultimi anni
A New York, tra il 1913 e il 1919, Sorolla dipinse quattordici murales, alti circa tre metri per settanta di lunghezza, nelle sale della Hispanic Society of America, dove illustrò alcune scene tipiche delle varie regioni della Spagna e del Portogallo.
Nel 1914 Joaquín venne nominato accademico e insegnò tecnica del colore e della composizione nella Scuola di Belle Arti di Madrid, diffondendo il suo stile luminista nella società dell’epoca.
Sorolla viene inoltre ricordato per il suo talento come ritrattista e fra i protagonisti delle sue tele vi furono Juan Ramón Jiménez, re Alfonso XIII, Vicente Blasco Ibáñez e José Ortega y Gasset.
Fra i suoi soggetti preferiti vi erano anche i giovani ragazzi dipinti mentre stanno facendo il bagno al mare e rappresentati in una grandissima varietà di pose e di situazioni. Ce ne sono veramente tante di queste opere ma vi riporto “El balandrito”,
che mi piace come tutte le tele di Sorolla a tema marino ma mi mette allo stesso tempo un po’ di inquietudine perché mi ricorda il piccolo Georgie di “IT”, manca solo l’impermeabile giallo… chi ha letto il libro o ha visto il film mi può capire!
Joaquín Sorolla venne colto improvvisamente da infarto mentre stava dipingendo. Morì il 10 agosto 1923 nella sua casa di Cercedilla. Madrid gli ha dedicato il Museo Sorolla.