L’attacco di Panico
“Lo sviluppo mentale dell’essere umano si struttura in fasi o step, attraverso un passaggio distinto in infanzia-adolescenza-adulto-anzianità. Ognuna di queste fasi è costituito da una determinata identità che il soggetto si costituisce, attraverso un’integrazione tra temperamento, sistema famigliare e sistema culturale, permettendo di ricevere una determinata integrità rispetto al rapporto con l’altro, il mondo, ed il Sé. Può avvenire che, nelle fasi di passaggio, l’individuo non si senta pronto, ossia sappia che identità stia abbandonando ma non quale nuova identità rivestire, ad esempio, sappia di non essere più uno studente universitario, ma di fatto, non si senta ancora pronto per la qualifica ricevuta. Oppure non riesca ad integrare una nuova identità, quella di madre, nella vecchia identità di figlia: Il timore di separarsi definitivamente dal proprio nucleo famigliare e di diventare lei stessa un punto di riferimento per un’altra persona la portano a vacillare e a non sentirsi pronta per indossare questa nuova identità. In tutti questi casi di forte cambiamento della propria identità, dove non sappiamo cosa ci aspetta, o una vecchia parte di noi ci impedisse di andare avanti, è molto frequente che l’individuo possa incorrere in una sintomatologia ormai nota nello scenario psicologico: l’attacco di panico. L’attacco di panico è un’intensa manifestazione ansiosa caratterizzata da episodi di 15-30 minuti di estrema apprensione e forte disagio per paure irrazionali. I sintomi sono: senso di soffocamento e di costrizione al petto, palpitazioni, sudorazione, tremori, brividi o vampate di calore, formicolio agli arti, senso di instabilità e timore di svenire, paura di perdere il controllo o di impazzire. Il principale e persistente pensiero presente durante l’Attacco di panico è la convinzione di una morte imminente. Questo vissuto in realtà riporta ad un’angoscia più arcaica, ossia l’angoscia di impazzire e di destrutturarsi, poiché si ha la forte sensazione di andare incontro al vuoto (l’assenza di un’identità da indossare) o contro un pericolo (indossare un’identità non voluta o a cui non ci si sente pronti). Ma perché la coscienza rifiuta di abbandonare le vecchie vesti?”. D. Maggipinto “Il Sigaro di Freud”.
Per saperne di più vi auguro buon ascolto.
Illustrazione di Henn Kim