Cari amici, bentornati su “Attimi di felicità”! La pillola di gioia di cui parleremo oggi non è roba da tutti i giorni: riguarda l’amore per la musica, le emozioni che regala e cosa ci tocca fare per viverle appieno. Avete mai visto un concerto del vostro artista preferito in condizioni bizzarre? Ecco, io sì, se come condizione bizzarra si considera la visione di un concerto dall’alto di un bagno chimico.
IT’S ONLY ROCK N’ ROLL BUT I LIKE IT
La passione per la musica fa fare di tutto. Fa dormire davanti ai cancelli per essere i primi ad entrare, fa macinare km e km per raggiungere il luogo dell’evento, fa rimanere a stretto contatto con centinaia di altri matti sotto il sole in attesa dell’abbassarsi delle luci sul palco. Ma oltre a questo, fa compiere carte false per riuscire a godersi lo spettacolo nel migliore dei modi possibili. Anche in maniera epica.
LET’S SPEND THE NIGHT TOGETHER
Vi ho già raccontato di quando ho visto i Rolling Stones a Lucca nel 2017? I fatti sono questi: unica data italiana dei cinque ragazzetti del rock, corsa ai biglietti (presi), sold out in pochi minuti. Tutta gasata, nel giorno prestabilito mi presento in coda con ore di anticipo, con i miei compagni di merende e di concerti. Dopo svariati controlli, che manco all’aeroporto mi hanno mai fatto in maniera così accurata, riusciamo ad entrare, e con una birra in mano ci guardiamo intorno cercando di pescare i posti migliori. Le ore passano, le birre aumentano, ma cresce anche il numero di fortunati presenti che in seguito potranno dire “io c’ero”. Cazzo, i posti guadagnati col sudore non vanno più bene. Ci rendiamo conto che la location sotto le mura è suggestiva, ma inadeguata all’evento. Non si vede una cippa, e continua ad arrivare gente. Il numero di quelli sopra il metro e ottanta è spropositato, mannaggia a loro. Proviamo a muoverci tra la folla ma niente, la visibilità del palco è pessima, solo le prime file potranno godere dello sculettamento di Mick Jagger su “Jumpin’ Jack Flash”. E ora che si fa? Idea geniale della persona più giusta che si possa portare a un concerto rock: arrampicarsi sul tetto del cesso chimico, insieme a pochi altri fuori di melone che si erano già buttati nell’impresa. Unico problema, non è proprio dell’altezza di un pouf… in compenso, io sì però. Panico. Il mio amico riesce a salire, io vengo letteralmente issata tipo gru dell’aci, in questo specifico caso sotto forma di braccia forzute e determinate a farmi vedere qualcosa. E da lì è storia. Le luci si abbassano, i mandrilli rotolanti zompettano sul palco, la folla esplode in un boato. Sia benedetto il rock, siano benedetti il mio eroe erculeo e gli sconosciuti che si sono prodigati nel darci una mano, sia benedetto il cesso chimico. A parte quelli in cui sono riuscita a guadagnare la prima fila, questo è stato il concerto che ho visto meglio nella mia carriera di rockettara adorante, con una visione grandangolare su tutto: sugli Stones, sui megaschermi, sul pubblico, sulle mura di Lucca. Due ore e mezza passate a cantare, urlare, battere le mani e ridere della peculiarità della situazione. Stones del mio cuore, per vedervi ho fatto anche questo. E voi cari amici, avete degli aneddoti sui concerti da raccontarmi? Sono curiosa di sentire i vostri racconti!
AS TEARS GO BY
Questo intervento è un po’ particolare, lo ammetto. Non riguarda un piccolo attimo di felicità della vita quotidiana, è piuttosto un ricordo bello e divertente del passato, legato alla musica live. A dirla tutta, a mio modo oggi ho voluto rendere omaggio a un grande musicista dal talento e dal tocco inconfondibile, ricordando un momento di felicità immensa che ha contribuito a creare. Come tutti voi saprete, è morto da poco Charlie Watts, il batterista dei Rolling Stones, che fino a qualche giorno fa sembravano immortali, una delle certezze della vita. Artisti di questo calibro hanno fatto la storia della musica, e senza di loro non sarà più lo stesso, a prescindere dai gusti personali di ognuno. Fa sempre strano quando muoiono artisti così, che sembra quasi di conoscere da sempre. Però, mica basta la morte terrena per fermarli, assolutamente no: continuano a vivere nelle canzoni che hanno scritto, nei ricordi a cui le associamo, nei racconti dei loro live… e soprattutto, nelle emozioni che ci hanno fatto provare, il regalo più grande per noi amanti della loro musica. Rest in music, forever.
Vi aspetto tra due settimane cari lettori, grazie di essere arrivati fino a qui, e come sempre, vi abbraccio.
PS: lo scorso anno scrissi un altro intervento su concerti e musica dal vivo, se ve lo siete perso lo trovate qui: https://www.wipradio.it/2020/07/05/rock-the-night-andare-a-un-concerto/ . Enjoy!
PPS: come tutti avrete notato, ho nominato i paragrafi con i titoli di alcune canzoni dei Rolling Stones. Se non avete colto, correte ad ascoltarle per favore. Non ve ne pentirete, garantito.