Pinturicchio sarà il protagonista del mio articolo di oggi.
Eccoci dunque arrivati all’ultimo pezzo del 2021 del mio blog “Frammenti d’Arte”.
E direi che lo concluderemo alla grande visto che Pinturicchio è stato tra i maggiori esponenti del Rinascimento Italiano.
Iniziamo subito!
La formazione
Bernardino di Betto Betti, più noto come Pinturicchio, nacque a Perugia intorno al 1452. Il soprannome Pinturicchio (“piccolo pintor”) derivava dalla sua corporatura minuta ed egli stesso lo fece proprio usandolo per firmare diverse sue opere.
Il maestro di Pinturicchio, sebbene secondo Vasari potrebbe essere stato il Perugino, va ricercato tra i pittori umbri della generazione precedente, come Fiorenzo di Lorenzo o Bartolomeo Caporali. Gli artisti che lo influenzarono maggiormente furono invece il Verrocchio e Piero della Francesca.
L’esordio di Pinturicchio avvenne nell’importante cantiere dell’oratorio di San Bernardino, a Perugia, dove era presente una nicchia. Questa venne decorata da otto tavolette con le Storie di San Bernardino, eseguite da un gruppo di giovani artisti. A Pinturicchio vengono attribuite le figure di tre episodi: la Guarigione del cieco, San Bernardino richiama alla vita un uomo trovato morto sotto un albero e la Liberazione del prigioniero.
I successivi dieci anni dell’artista sono avvolti dal mistero. Tra le opere attribuite a questa fase ci sono il Crocifisso tra i santi Girolamo e Cristoforo e il San Girolamo nel deserto. Alcuni dettagli collocherebbero a questa fase anche la Madonna col Bambino scrivente e San Girolamo e la Madonna col Bambino benedicente.
La Cappella Sistina e la Cappella Bufalini
Pinturicchio fu presente a Roma al cantiere della Cappella Sistina, come collaboratore del Perugino.
La critica riconosce la mano di Pinturicchio nel Viaggio di Mosè in Egitto e nel Battesimo di Cristo.
Successivamente, Pinturicchio si dedicò agli affreschi con le Storie di San Bernardino nella Cappella Bufalini. Questa viene considerata come la sua prima grande prova artistica. Tali affreschi vengono datati al 1484-1486, in un periodo in cui la mancanza di grandi maestri sul territorio romano dette la possibilità ai nuovi talenti di farsi conoscere.
Gli affreschi si dispongono su tre pareti e sulla volta e sono dedicati alla vita e ai miracoli di San Bernardino da Siena.
Pinturicchio e Innocenzo VIII
Dopo l’elezione di Innocenzo VIII, avvenuta nel 1484, Pinturicchio entrò al suo servizio in Vaticano. Qui venne incaricato di dipingere una serie di vedute di città italiane per una loggia del Palazzo Apostolico.
Nel 1485, Pinturicchio ritornò nella sua Perugia, facendo per un certo periodo la spola tra Roma e l’Umbria.
Nel corso degli anni Ottanta, l’artista lavorò nei palazzi dei Della Rovere. Più precisamente, si dedicò a delle opere per il cardinale Domenico e per il cardinale Giuliano Della Rovere, il futuro Giulio II.
La Cappella del Presepio e la Cappella Basso Della Rovere
Pinturicchio fu in seguito chiamato ad affrescare diverse cappelle. Tra queste, le più importanti furono la Cappella del Presepio e la Cappella Basso Della Rovere.
C’è una differenza sostanziale tra le due cappelle. Quella del Presepio è caratterizzata da un impianto più semplice, con una serie di lunette con le Storie di San Girolamo e una pala d’altare affrescata con l’Adorazione del Bambino. La Cappella Basso Della Rovere, invece, presenta un maggiore impegno decorativo, con un finto loggiato e colonne in porfido dai capitelli corinzi dorati.
Pinturicchio e Papa Borgia
Un’altra importante collaborazione fu quella tra Pinturicchio e Papa Borgia. Quest’ultimo decise di rinnovare sei grandi stanze, dette Appartamento Borgia, aggiungendo anche una torre. I lavori di decorazione vennero affidati proprio al Pinturicchio che, grazie ad un valido gruppo di collaboratori, concluse l’opera in appena due anni.
Ad eccezione dei lavori per la Cappella Sistina, l’opera per l’Appartamento Borgia fu una delle più grandi e intense della carriera di Pinturicchio
Subito dopo la conclusione dei lavori, Pinturicchio tornò in Umbria per svolgere altre commissioni. Non venne però dimenticato dal Papa, il quale richiamò l’artista a Roma per una nuova impresa: la decorazione degli ambienti del torrione davanti a Castel Sant’Angelo.
Il viaggio a Siena
Nel 1502 Pinturicchio, in procinto di lasciare l’Umbria, fece testamento, menzionando la moglie Grania e la figlia Clelia.
L’artista si recò così a Siena, per dedicarsi ad una grande ed importante commissione per i Piccolomini.
Il vescovo di Siena, il cardinale Francesco Piccolomini Todeschini, divenuto poi papa Pio III, affidò infatti al Pinturicchio la decorazione di un ambiente del Duomo di Siena, detto Libreria Piccolomini, destinato ad accogliere la mai arrivata collezione libraria dello zio Enea Silvio Piccolomini (papa Pio II).
Il contratto prevedeva che l’opera venisse conclusa nel giro di un anno ma, in seguito alla morte del Papa, i lavori vennero interrotti e Pinturicchio, pur restando a Siena, si dedicò ad altri incarichi.
Nella città toscana, Pinturicchio raggiunse una certa agiatezza economica: acquistò case e terreni e, inoltre, allargò la famiglia con altri sei figli.
Sempre a Siena, Pinturicchio lavorò per il ricchissimo Pandolfo Petrucci, il quale organizzò una enorme impresa decorativa nel suo palazzo di via de’ Pellegrini. In particolare, egli voleva decorare il salone principale e per tale scopo vennero reclutati i migliori artisti presenti in città. Purtroppo, la decorazione non venne mai completata in quanto Pandolfo morì mentre suo figlio, Borghese, venne cacciato da Siena.
Gli ultimi anni di Pinturicchio
L’ultimo importante incarico di Pinturicchio fu a Roma, a Santa Maria del Popolo. Qui venne chiamato ad affrescare la volta del coro da Giulio II. L’impresa venne terminata nel 1510.
L’ultima opera documentata di Pinturicchio è la Madonna in gloria tra i santi Gregorio Magno e Benedetto, risalente al 1510, per gli Olivetani della Chiesa di Santa Maria di Barbiano presso San Gimignano.
Pinturicchio morì a Siena, poco più che sessantenne, l’11 dicembre 1513.
Venne sepolto nella parrocchia dei Santi Vincenzo e Anastasio, in cui l’artista abitava.
E con questo non mi resta che salutarvi.
“Frammenti d’Arte” vi dà appuntamento al 2022.
Colgo l’occasione per augurare a tutti coloro che mi seguono un Felice Natale e un sereno Anno Nuovo!
Alice