Benvenuti o ben tornati tra queste pagine,
in ritardo sulla tabella di marcia, vi propongo un’altra storia. La transizione a cui accennavo nell’intermittenza precedente è ancora in divenire.
Buona lettura!
Presentazione
Pietro Gori è un avvocato, un poeta, ma soprattutto un anarchico ritenuto socialmente pericoloso, che si trova a vivere una delle stagioni più tormentate d’Europa. Dalla laurea, passando per l’esilio, fino alla morte, verrà ripercorsa la sua vicenda esistenziale, ma soprattutto, la costruzione e il fallimento dell’ideale anarchico, che proclamava «patria il mondo intero» e unica legge la libertà.
Format Target
Questa è una storia che parla di libertà e di come un uomo l’abbia rincorsa tutta la vita, sfiorandola sempre, non afferrandola mai. Ma la storia in questione si prefigge di raccontare anche un’epoca complessa e sfaccettata, spesso trascurata dai testi scolastici, o liquidata con un paragrafetto a fin di capitolo. Questa vicenda, ambientata in un periodo storico particolarmente turbolento, va raccontata e riscoperta, così da comprendere e afferrare un insieme di ideali che troppo spesso siamo obbligati a dimenticare. La storia è fruibile da tutti: non sono presenti scene di violenza esplicita, né scene di sesso. Al contrario, saranno onnipresenti idee di uguaglianza, fratellanza, amore e libertà. Per la spasmodica ricerca di un quid che giustifichi l’esistenza, I detective selvaggi di Roberto Bolaño è il romanzo che ha avuto maggior influenza nel delineare questo Pietro Gori.
Per quanto riguarda il formato, penso che le 80 pagine a colori possano essere la scelta ottimale, ma tutto può essere ridiscusso insieme all’editore.
Soggetto
Negli ultimi decenni del 1800, l’anarchia, in particolare di stampo italiano, sta tentando di ribaltare l’assetto sociale dominante. Pietro Gori è un giovane studente universitario, nonché anarchico, livornese che vuole cambiare il mondo. Alla vicenda principale saranno alternati vari flash forward che illumineranno e riveleranno a pieno la complessa parabola esistenziale, umana e culturale di Pietro Gori.
La storia ha inizio nell’estate del 1888, a Rosignano, dove Pietro sta presentando il nucleo di quella che sarà la sua prima opera Pensieri Ribelli. Il suo temperamento, la sua verve polemica e il suo spirito emergono già prepotentemente nei piccoli comizi locali. Un anno dopo si trova a Pisa dove dà finalmente alle stampe la sua prima opera. Il procuratore Sensales fa di tutto per ostacolarlo e il libro, pochi giorni dopo, viene sequestrato.
1902, Pisa, Pietro viene invitato alla commemorazione ufficiale dell’ateneo pisano per la morte di Zola. Pietro riesce, tra alti e bassi, a laurearsi e nel maggio del 1890 lo vediamo in prima fila a Livorno, per l’organizzazione del “primo” primo maggio, che comporta disagi e scioperi in tutta la città. Pietro è ormai una figura di riferimento locale e quando la situazione viene fatta rientrare, il procuratore fa di tutto per incastrarlo. Viene condannato a un anno, ma a novembre si trova già fuori. Non fa in tempo a rimettersi in sesto, che viene subito processato per Pensieri Ribelli. Sensales qui non ha la meglio, e Pietro, grazie al supporto di vari giornali locali di parte, riesce ad aumentare ancor più la sua fama. Nell’inverno del 1891 i vari movimenti anarchici internazionali si stanno organizzando e Pietro è presente al primo congresso anarchico, in Svizzera, ma solamente come figura marginale.
Nel giugno 1898, a Buenos Aires, Pietro è ormai la figura di spicco dell’anarchia italiana e parla davanti a duemila persone.
Nel gennaio del 1891 arriva a Milano, e viene rimbalzato tra i vari studi avvocatizi che non vogliono accettare nelle loro fila un anarchico; decide quindi di aprirsene per conto suo. Nel frattempo, però, la sua posizione come “teorico anarchico” cresce e viene notato da Ettore Sernicoli, commissario di pubblica sicurezza. Il 1894 è un anno cruciale per l’anarchia italiana e per Gori in particolare: il primo ministro Crispi inizia a interessarsi del “problema Gori”, la vita dello stesso primo ministro viene attentata e la mente che viene identificata dietro a questo tentato omicidio è il nostro protagonista.
Tutto ciò acuisce il livore di Sernicoli e Sensales che provano con ogni mezzo a loro disposizione a incastrare l’anarchico livornese. L’atmosfera di quegli anni non aiuta il nostro anarchico, in quanto assistiamo a vari colpi di stato europei tutti perpetrati da anarchici italiani. A Gori, e soprattutto alle sue prediche, viene ricondotta la responsabilità morale di quegli omicidi. Tutto ciò lascia la strada libera a Crispi per la promulgazione di speciali leggi “anti anarchia” e, per evitare il carcere, il nostro Pietro è costretto a scappare a Lugano.
Nel 1909 assistiamo all’ultima battaglia in tribunale di Gori, per difendere Ferrer, compagno anarchico senza un soldo che morirà in Spagna pochi anni dopo.
In Svizzera la situazione è incandescente: il primo ministro francese viene ucciso da Caserio e Pietro, per scagionarsi da qualsivoglia sospetto si scaglia contro l’assassino. Questo gesto costa a Gori un colpo di revolver, un’aggressione in pieno centro da parte di uomini non identificati. Impaurito e temendo per la sua vita, Gori si asserraglia nella sua abitazione, con i suoi fidati a proteggerlo, ma sorvegliato pure dalla polizia locale, che teme per la pubblica sicurezza.
1901, viaggio in Patagonia in cui Gori scopre, o riscopre, il valore della natura, dell’avventura e della libertà.
Passano pochi mesi e il vento cambia inesorabilmente: la Svizzera, con forti pressioni del governo italiano, emana un dicreto di espulsione per tutti i rifugiati politici. Un’epoca volge ormai al termine e il sogno anarchico di Pietro finisce qui.
Nel 1911 Pietro muore all’isola d’Elba e assistiamo al trasporto del feretro fino al cimitero di Rosignano. Qui l’identità sfaccettata, complessa ed estremamente affascinante dell’anarchico livornese viene restituita in tutta la sua pluralità, attraverso le voci delle persone che l’hanno conosciuto e hanno assaporato i vari lati del suo carattere.
Sceneggiatura
Tavola 1
1.1 (striscia)
Establishing shot di Rosignano Marittimo, in leggera diagonale dal basso; in particolare, della zona adiacente al Castello. Vorrei che si percepisse immediatamente l’atmosfera “liminale” tra provincia e borgo medievale. Credo che questa reference possa aiutarti a farti un’idea. Nulla ti vieta di cercare anche strade alternative: https://www.ecosia.org/images?q=rosignano%20marittimo%20#id=BA4E3F09FBE87AB5972AA15B64080714FC351E3C
DIDA in alto a sx
AGOSTO 1888, Rosignano.
DIDA in basso a dx
Ciao mamma. Il procuratore Sensales, di sede a Pisa, mi ha inviato in queste brulle e spoglie terre che si affacciano sulla costa per tener d’occhio un certo Pietro Gori. Dovrò avvicinarmi a lui in incognito.
1.2
Siamo nelle strade di Rosignano. Anche qui, come per la vignetta precedente, vorrei trasmettere la stessa atmosfera, ma ora proiettata verso un qualcosa di più “paesano”. Mi piacerebbe che si respirasse l’aria che tutt’oggi questi piccoli borghi medievali arroccati in collina trasmettono. Campo medio, in leggera diagonale dall’alto, di una di queste viuzze strette, quasi aspre, poco inclini ad accettare visitatori. Abbiamo il nostro gendarme, in FI, di spalle, che si sta avvicinando verso un’abitazione. È cauto e guardingo. Ti lascio anche qui una reference per farti un’idea di come mi sono prefigurato la via:
https://www.google.it/maps/@43.4039418,10.4747744,3a,75y,140.15h,86.3t/data=!3m6!1e1!3m4!1ska6Cozsz3br7rVJmwA74Ig!2e0!7i16384!8i8192
DIDA
Dicono sia un anarchico, di ventitrè anni già estremamente pericoloso. Come debbo comportarmi? In fin dei conti, è solo un ragazzo. Non possono far sì che un fanciullo, coi baffi appena accennati, mini la loro credibilità.
1.3
Siamo poco oltre la porta d’ingresso dell’abitazione verso la quale il nostro gendarme si stava dirigendo. Questi si sta affacciando, si sta leggermente sporgendo, come a dare una prima occhiata verso l’interno. Guarda a filomacchina, verso il basso.
DIDA in alto a sx
Non preoccupatevi, sarò di ritorno presto. Tempo di sorvegliare questo pericolosissimo criminale e sarò nuovamente nelle vostre braccia. Sempre vostro, Giacomo.
GORI (f.c)
– Se un domani scomparissero i lavoratori delle campagne, moriremmo di fame. Ma che succederebbe se sparissero i signori? Sarebbe come se fossero sparite le cavallette.
Tavola 2
2.1 (colonna)
Siamo all’interno dell’abitazione e ci troviamo in uno stanzone abbastanza spoglio e disadorno nel quale Gori sta facendo il suo comizio. Sulla sx, di spalle in EFG, abbiamo il gendarme: è entrato, ed ora è in piedi, in mezzo ad altre persone e sta ascoltando. Davanti a lui, ci sono moltissimi uomini e donne, di qualsiasi ceto sociale e di qualsiasi età. La platea è molto eterogenea. In BG, in FI, in piedi, che ha catturato l’attenzione di tutti, c’è Gori.
GORI
– Finchè un uomo si innalzerà sull’altro, ci saranno sempre uno schiavo e un padrone…
2.2 (colonna)
Zoom in della 2.1. La camera si abbassa e andiamo tra la platea seduta. Abbiamo varie persone (teste, braccia, busti) di quinta. Vorrei rendere proprio l’idea di trovarci in mezzo alle persone sedute, intente ad ascoltare, molto attentamente, Gori che è favorito al centro dell’inquadratura. Guarda tra la folla, ma non in camera.
GORI
-… un oppresso e un oppressore.
2.3 (colonna)
Zoom in della 2.2. Ora abbiamo Gori a MB. È deciso, ma allo stesso tempo sereno ed emana una pace straordinaria, che cozza leggermente con quanto sta affermando. È rilassato, sorride e guarda in camera.
GORI
-Ma i tempi stanno cambiando, il vento sta volgendo a nostro favore, compagni miei.
Tavola 3
3.1
Campo medio laterale, in leggera diagonale dall’alto. Abbiamo Gori sulla sx, che continua a guardare verso la platea e inizia anche a gesticolare, per dare maggiore risalto, forza, alle argomentazioni che sta portando. La folla è sempre attentissa a lui: li ha catturati e non li lascia più andare. Il gendarme, momentaneamente, non si vede.
GORI
-Solamente con la vera uguaglianza, accompagnata dal sentimento della solidarietà e dell’amore, gli uomini potranno raggiungere la libertà.
3.2
Ci troviamo alle spalle di Gori, in PA. Quest’ultimo, mantiene la stessa posizione vista nella vignetta precedente, ma il gesto si fa leggermente più audace, quasi leggermente nervoso, come se la dissertazione stesse per giungere al termine. Anche la platea percepisce ciò ed è sempre più coinvolta. Lo percepiamo dagli sguardi, dalle posizioni “assunte” a sedere che cambiano leggermente e si fanno più “sull’attenti”. In BG, sulla dx, abbiamo il nostro gendarme che guarda verso ciò che sta succedendo: non vuole lasciarsi sfuggire nulla.
GORI
– Una libertà piena e assoluta di se stessi e delle loro azioni
3.3 (striscia)
PP laterale di Gori, rivolto verso dx: sempre sereno e guarda, fiero, davanti a sé. È soddisfatto, ha finito il suo discorso e si prepara all’applauso, fragoroso, che sta per arrivare.
GORI
– Azioni che conformate alle leggi della natura non potranno mai venir meno agli scopi della vita, alla ricerca della libertà e di una morale perfetta.
FX, persone che applaudono, Clap Clap!
3.4
Campo medio di ¾ della stanza. In basso a sx abbiamo Gori, in alto a dx abbiamo il gendarme. Gori sta guardando verso la platea, quasi inebriato da quello scroscio di applausi. Il gendarme sta guardando verso Gori; è stupito da tanto calore, ma non sembra affatto disturbato da ciò, anzi. È quasi partecipe di quella felicità, ma ancora non si spinge molto oltre.
3.5
PP del gendarme. È indeciso sul da farsi, sembra essere in balia di due pulsioni contrastanti.
3.6 Zoom out della 3.5. Il gendarme finalmente applaude ed appare quasi liberato da quell’indecisione che lo affliggeva.
Tavola 4
4.1
Siamo fuori dalla stanza, nella viuzza vista nella 1.2. La folla si è diradata, Gori sta uscendo con una copia dell’opuscolo in mano. Il nostro gendarme è sulla dx, poggiato alla parete, accanto alla porta che permette l’accesso all’abitazione.
4.2
Leggero zoom in della vignetta precedente. Gori si è avvicinato al gendarme e gli sta consegnando l’opuscolo. Il Gendarme guarda meravigliato e piacevolmente sorpreso verso il librino.
GORI
-Ho visto che siete arrivato tardi, ma ero impegnato a concludere. Ecco a voi una copia dell’opuscolo, spero vi piaccia!
4.3
In diagonale dal basso, MB laterale del gendarme. Sta guardando, affascinato, verso l’opuscolo. Lo sta sfogliando.
GENDARME
-La ringrazio, signor Gori
GORI
-Ma grazie a lei. È un onore scoprire che anche le forze dell’ordine si interessano alle ragioni sociali del popolo.
4.4
Soggettiva del gendarme. Sta leggendo la dedica scritta da Gori che recita: “con affetto e simpatia. Pietro Gori / Rigo”.
GENDARME (f.c)
-Cosa posso fare per sdebitarmi?
4.5
Il gendarme è di quinta sulla sx. Gori, in Fi, si sta allontanando.
GORI
-Lo legga e mi faccia sapere cosa ne pensa! Ci tengo molto. Non trattenga le critiche: sono fondamentali per quelli come noi!
4.6 (striscia scontornata)
Camera a terra. Il gendarme si è seduto, poggiando sempre la schiena alla solita parete. Sta leggendo, assorto e concentrato, l’opuscolo di Gori. È totalmente assorbito nella lettura.
DIDA Alla spettabile attenzione del comandante della stazione dei carabinieri di Rosignano, sono sempre io a turbare la vostra calma…
Tavola 5
5.1 (striscia)
Siamo nella stanza nella quale alloggia il gendarme. Questi è di spalle, seduto alla sua scrivania. Questa è posto proprio sotto ad un’ampia finestra, grazie alla quale si riesce a vedere il mare. La giornata è splendida e si intravedono anche le isole dell’arcipelago livornese. L’arredamento di questa stanza, a parte il letto e la scrivania, è inesistente.
DIDA
Non me la sento di continuare a sovegliare questo sospettato. La pericolosità che avverto è nulla.
5.2
PP laterale del gendarme. Guarda avanti a sé, verso il mare. Sorride, è sereno e in armonia col paesaggio che sta contemplando.
DIDA
– Forse la mia efficienza sul campo si sta riducendo…
5.3
Dettaglio di un suo braccio che sta infilando la giacca per uscire.
DIDA
– …o ancor più probabilmente questo luogo mi disturba.
5.4
Camera poggiata sulla scrivania. Il gendarme sta uscendo dalla stanza e si sta tirando dietro la porta.
DIDA
– La prego di reintegrarmi nelle attività di archivio. In quel settore posso farmi valere.
5.5
Dall’alto, dettaglio dei vari fogli che componevano l’opuscolo, sparsi sulla scrivania. In particolare, leggiamo la copertina che recita “PENSIERI RIBELLI” e la prima pagina effettiva che riporta la dedic di Gori.
DIDA in alto a sx
-Non amo così tanto le cavallette per prolungare oltre il mio soggiorno. Spero possa capirmi.
DIDA in basso a dx
-Con rispetto, e massima reverenza,
Giacomo Cercellini.