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Pelagio Palagi – il poliedrico artista bolognese

Pelagio Palagi

Pelagio Palagi sarà il protagonista del mio articolo odierno.

 

Questo artista non fu solo un pittore, ma anche un architetto, scultore, progettista di arredi, collezionista di antiquariato e bibliofilo.

 

La formazione

 

Pelagio Palagi, figlio di Baldassarre Michele Francesco e di Giuliana Raffanini, nacque a Bologna il 25 maggio 1775.

 

Iniziò giovanissimo i suoi studi, riguardanti molti aspetti dell’Arte, con il mecenate Carlo Filippo Aldrovandi. Proseguì poi la sua formazione nella scuola di Nudo dell’Accademia Clementina di Bologna.

 

La sua formazione e gli esordi coincisero con l’arrivo in città delle truppe napoleoniche. Su richiesta di Aldrovandi, membro del Senato, realizzò disegni di uniformi, di medaglie e di emblemi coi simboli di Libertà ed Eguaglianza. In seguito, su commissione del nuovo ceto emergente, progettò alcuni monumenti funebri. Nel 1805, decorò gli interni delle dimore cittadine di alcune famiglie dell’epoca.

 

L’arrivo a Roma

 

Pelagio Palagi si trasferì a Roma nel 1806, per completare gli studi presso l’Accademia di San Luca. Qui, sebbene non ci siano certezze a riguardo, fu probabilmente tra gli allievi di Vincenzo Camuccini.

 

È comunque indubbio che Camuccini influenzò profondamente lo stile di Palagi, sia nella ritrattistica che nella pittura di storia e di paesaggio. Palagi condusse, a tal riguardo, accurate indagini sulle fonti della storia antica e sullo studio della natura.

 

L’incarico all’Accademia Italiana

 

Dal 1813, Palagi fu ispettore dell’Accademia Italiana, con l’incarico di seguire l’attività dei giovani pensionati delle Accademie del Regno d’Italia a Roma. Insieme ad Antonio Canova, presidente dell’Accademia, riuscì a riunire intorno ai giovani artisti i pittori più rappresentativi del Neoclassicismo italiano.

 

L’esperienza romana servì anche a Palagi per approfondire interessi archeologici e collezionistici, già maturati a Bologna durante gli anni giovanili trascorsi nell’ambiente di Carlo Filippo Aldrovandi.

 

Pelagio Palagi a Milano

 

Nel 1815, dopo una breve parentesi bolognese, Pelagio si trasferì a Milano. Qui aprì una scuola privata, in aperta concorrenza con l’Accademia di Brera che non gli offrì mai un incarico come insegnante.

 

A Milano, la committenza privata, più ampia e stimolante rispetto a quella romana, lo portò a dedicarsi alla ritrattistica. Dalla committenza privata a quella pubblica, Palagi si affermò come ritrattista dei protagonisti della Restaurazione.

 

Pelagio Palagi e Francesco Hayez

 

L’incontro con Francesco Hayez, il maggiore interprete del Romanticismo in Italia, lo spinse a cercare un compromesso fra la pittura storico-romantica ed il classicismo.

 

Videro così la luce opere come quelle dedicate a Gian Galeazzo Sforza, a Gustavo Adolfo Re di Svezia e a Sisto V. Tutte queste opere furono esposte a Brera fra il 1821 e il 1830.

 

La Madonna con bambino e la Pala d’altare per la Chiesa di San Gaudenzio di Novara sono, invece, più espliciti riferimenti all’arte di Guido Reni.

 

La fama di architetto

 

Alla fine degli anni Venti, Palagi ottenne l’incarico di eseguire alcuni interventi architettonici, d’ornato e di progettazione scultorea. In particolare, tali lavori dovevano essere realizzati per Palazzo Arese-Bethlen a Milano e per Villa Cusani Tittoni Traversi di Desio.

 

La sua fama di architetto, decoratore d’interni, scultore e disegnatore di mobili, oltre che di pittore, dovette giungere fino alla corte dei Savoia. Re Carlo Alberto, infatti, lo volle, nel 1832, a capo del progetto di ampliamento del Castello Reale di Racconigi.

 

Palagi si trasferì a Torino e ottenne la direzione dei programmi pittorici e decorativi delle residenze reali. Si dedicò così ai progetti di ripristino pittorico e decorativo del Castello di Pollenzo e di ammodernamento del Palazzo Reale di Torino. Sempre nello stesso anno, si insediò nella cattedra di Ornato dell’Accademia di Belle Arti.

 

A pochi giorni dalla morte, Palagi redasse il testamento col quale il Comune di Bologna fu nominato erede di tutti i suoi oggetti d’arte e di antichità, delle medaglie, della biblioteca, dell’archivio e dei disegni. Il materiale librario, l’archivio, i disegni e le incisioni sono oggi conservati presso la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio. Le collezioni di antichità sono, invece, suddivise fra il Museo civico archeologico e il Museo civico medievale di Bologna.

 

Pelagio Palagi morì a Torino il 6 marzo 1860.

 

Se volete ammirare le opere di questo bravissimo artista, vi lascio di seguito un interessante link:

 

Pelagio Palagi – i dipinti – Storia e Memoria di Bologna

 

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