Jacopo Vignali sarà il protagonista dell’articolo di oggi.
È attualmente in corso una mostra a lui dedicata e, alla fine del mio pezzo, vi lascerò un link con informazioni utili se siete interessati a visitarla.
Le origini
Jacopo Vignali nacque a Pratovecchio (Arezzo) il 5 settembre 1592.
Vignali era figlio di Cosimo di Iacopo Vignali e di Giulia d’Antonio del Medico. Avendo mostrato fin da bambino una certa familiarità con il disegno, i genitori lo mandarono a scuola da un maestro di Pratovecchio. Nel 1605, Jacopo si trasferì a Firenze da uno zio prete di nome Arcangiolo.
L’incontro con Matteo Rosselli
Lo zio lo presentò al pittore Matteo Rosselli che lo volle come apprendista nella sua bottega. Tra i due si creò un legame talmente stretto che Rosselli gli propose addirittura di sposare sua sorella. Vignali, tuttavia, declinò tale offerta.
L’opera che segnò l’esordio di Jacopo come pittore fu “L’Amore verso la Patria”. Fu anche l’inizio di un duraturo rapporto di committenza con Michelangelo il Giovane, che si protrasse fino al 1628.
L’arte innovativa di Jacopo Vignali
Dagli inizi degli anni Venti, la produzione di Vignali si sviluppò lungo molteplici traiettorie stilistiche. Jacopo aveva, infatti, la tendenza di sperimentare differenti linguaggi contemporaneamente ed era sempre alla ricerca di tecniche innovative.
Nel 1622, Vignali venne eletto accademico del disegno. Nello stesso anno affrescò, sotto la direzione di Rosselli, cinque lunette nella sala dedicata a Ferdinando I. Ciò avvenne su commissione del cardinale Carlo de’ Medici.
Nel 1623, si presentò nuovamente l’occasione di partecipare ad un’altra impresa collettiva presieduta dal maestro. Vignali venne, infatti, incaricato di eseguire una lunetta raffigurante Santa Lucia nella sala delle Vergini martiri, nella villa medicea del Poggio Imperiale.
L’opera che, tuttavia, viene considerata la più importante per la sua intensità emotiva e il sapiente uso della luce è la Pala d’altare con Cristo che mostra le piaghe a San Bernardo di Chiaravalle, nella chiesa fiorentina dei Santi Simone e Giuda.
La bottega di via della Crocetta
Nel 1625, Vignali inaugurò la propria bottega in via della Crocetta e qui ospitò anche il suo allievo Carlo Dolci. Nello stesso anno, realizzò la Natività della Vergine per la chiesa di Sant’Agostino a Sansepolcro, su commissione di Remigio Cantagallina. Realizzò, inoltre, il quadro da sala con il Ritrovamento di Mosè, apparso di recente sul mercato fiorentino.
Con il diffondersi dell’epidemia di peste in Toscana, Jacopo conseguì, a partire dal 1630, un alto numero di dipinti di destinazione pubblica e privata. Dal 1632 in poi, le commissioni a Vignali e il numero dei suoi committenti registrarono una grande impennata.
Nell’aprile del 1663, Jacopo ebbe un colpo apoplettico che lo paralizzò quasi completamente. Questo lo portò alla morte il 3 agosto 1664. Venne sepolto nella Chiesa di San Michele Visdomini a Firenze.
Non avendo formato una propria famiglia, la sua eredità andò ai nipoti per parte fraterna.
La mostra dedicata a Jacopo Vignali
In ricordo dello storico dell’arte Carlo Del Bravo, i dipinti di Jacopo Vignali saranno in mostra a San Casciano, fino all’8 gennaio. Vi lascio il link per ulteriori informazioni:
Dipinti di Jacopo Vignali dalle Gallerie degli Uffizi a San Casciano • Nove da Firenze