Jean-Léon Gérôme è stato un pittore e scultore francese.
Se non fosse che le sue opere sono oggettivamente molto belle, vi confesso che questo artista che non mi starebbe affatto simpatico. Chi mi segue da tempo conoscerà la mia innata passione per l’Impressionismo. Ebbene, Gérôme si oppose a tale movimento, continuando a sviluppare e conservare il neoclassicismo francese.
Ho deciso, nonostante questo affronto, di concedergli una chance. Vediamo quindi la sua vita più nel dettaglio…
Primi anni
Jean-Léon Gérôme nacque l’11 maggio 1824 a Vesoul. Suo padre, Pierre, era un orafo, mentre la madre, Mélanie, era la figlia di un commerciante. Da giovane, Gérôme studiò in un collegio di Vesoul, oggi intitolato proprio a lui. È proprio qui che il giovane iniziò a mostrare il suo grande talento per il disegno.
Nel 1841, Gérôme si trasferì a Parigi per frequentare l’Académie Julian. Qui studiò con Hippolyte Delaroche, che lo accompagnò in Italia nel 1844. Al suo ritorno seguì, come altri allievi di Delaroche, i corsi dell’atelier di Charles Gleyre.
Nel Salon del 1847, espose l’opera Combattimento fra galli con la quale si guadagnò la medaglia di terza classe.
Il viaggio in Turchia e l’arrivo della fama
Nel 1854, Gérôme iniziò un viaggio in Turchia e lungo le sponde del Danubio. Nel 1857, invece, visitò l’Egitto, realizzando molti disegni nei suoi quaderni.
Dopo aver esposto al Salon del 1857, la fama di Gérôme aumentò molto. Questo grazie anche ad una serie di lavori che trattavano temi molto più popolari.
Nel 1859, Gérôme realizzò La morte di Cesare, opera caratterizzata da un tema più austero rispetto alle precedenti. Tuttavia, il dipinto deluse le aspettative del pubblico. In seguito, l’artista si cimentò in lavori come Frine davanti all’Areopago, ma ancora una volta ottenne un responso negativo, suscitando scandalo per colpa dei soggetti scelti.
Tra le opere più apprezzate di Jean-Léon vi furono, in modo particolare, quelle orientaliste, spesso basate su soggetti egiziani o ottomani.
Jean-Léon Gérôme e la politica
Sempre in quel periodo, Gérôme dipinse numerose scene storiche come Luigi XIV e Molière e L’esecuzione del maresciallo Ney. Ques’ultima venne esposta al Salon del 1868 e, quando venne chiesto a Gérôme di rimuoverla a nome dei discendenti di Ney, egli si rifiutò di farlo. Il Salon del 1868 segnò l’inizio di una divisione duratura tra Gérôme e molti critici d’arte francesi, i quali lo accusarono di portare la politica nell’arte.
Dal 1862, le tele di Jean-Léon divennero ancora più celebri, soprattutto in seguito al suo matrimonio con Marie Goupil, la figlia di Adolphe Goupil, un editore d’arte rinomato. Dal matrimonio con Marie nacquero ben cinque figli.
Gli ultimi anni
Nel 1864, Jean-Léon Gérôme diventò professore nell’École nationale supérieure des beaux-arts e fu eletto membro dell’Istituto di Francia nel 1865. In seguito, divenne un membro onorario dell’Accademia reale britannica ed un membro dell’Ordine dell’Aquila rossa.
Nel 1893, i membri della Società dei pittori orientalisti francesi elessero Gérôme a loro presidente onorario. Negli ultimi anni della sua vita, Jean-Léon Gérôme continuò a dipingere, realizzando opere come La verità che esce dal pozzo, la quale venne esposta al Salon du Champ de Mars.
Gérôme fu anche il maestro di molti pittori, tra questi anche l’italiano Giuseppe De Nittis.
La morte
Jean-Léon Gérôme morì nel suo appartamento di Parigi il 10 gennaio 1904, all’età di settantanove anni. Fu sepolto nel Cimitero di Montmartre, accanto alla statua La Douleur, che egli aveva fuso nel bronzo dopo la morte del figlio Jean nel 1891.
Su sua stessa richiesta, venne sepolto con una cerimonia umile, ma alla messa funebre celebrata in sua memoria parteciparono vari politici importanti, pittori e scrittori.