Sapete tutti cos’è il karaoke, vero?
Nel dubbio, ne scrivo la definizione: il karaoke è un tipo di intrattenimento musicale, nel quale le persone cantano insieme alla musica registrata utilizzando un microfono. La musica è normalmente una versione strumentale di una famosa canzone popolare, mentre i testi vengono solitamente visualizzati su uno schermo video.
Grazie Wikipedia, ovviamente.
Quand’è che è diventato famoso, almeno qui in Italia?
Nel 1992 debuttò su Italia 1 “Karaoke”, programma tv condotto da Fiorello. In sintesi: ogni sera da una piazza in diverse città italiane si alternavano dei concorrenti che cantavano delle canzoni in karaoke. Al termine veniva votato dal pubblico il vincitore.
Il programma ebbe un successo pazzesco, lanciando Fiorello come star nel mondo dello spettacolo e facendo diventare popolare proprio l’uso del karaoke.
Tant’è che a metà anni novanta Giochi Preziosi rilanciò il “Canta tu”, ovvero un impianto audio portatile per cantare ovunque e con chiunque. Aveva debuttato nel mercato già nei primi anni Novanta ma il boom lo ebbe proprio in concomitanza col programma.
Mi fu regalato per il Natale del 1995. Utilizzo canoro: penso un paio di minuti. Utilizzo per registrarci simil programmi radio, radiocronache calcistiche inventate: tendente all’infinito.
Si può dire che WiP Radio è nata su quel “Canta tu”, perché proprio lì iniziai con i miei più cari amici predisposti al mio cazzeggio creativo (descriviamolo così) a registrare ore ed ore di scenette, gag più o meno assurde… tutto questo per almeno due-tre anni.
Mi ricordo che ci ascoltavo a volte la radio ed anche – soprattutto – le musicassette (per esempio Moby ed ovviamente gli Elio e le Storie Tese). Si poteva anche registrare da un audiocassetta, col fruscio sotto che, registrazione dopo registrazione, prendeva il sopravvento.
Ecco, questo è il mio ricordo del Karaoke – “Canta Tu”, al quale ero molto affezionato. Non mi viene in mente però quando ho smesso di utilizzarlo, penso almeno quattordici anni fa circa.
Perché allora è protagonista dell’articolo di oggi?
Perché ho visto in tv il gran ritorno del “Canta Tu”, con spot pure personalizzato con Gigi D’Alessio e suo figlio, LDA.
Ora, delle riflessioni mi sovvengono.
Sarà che invecchio, ma il karaoke adesso un po’ mi fa tristezza. Sia da utente che da ascoltatore.
Spiego: in tanti locali da anni si fa il karaoke e spesso li ho sentiti. Mi fa piacere quando a cantare è una persona intonata, brava; ma la maggioranza non lo è, anzi, è proprio stonata, allora stare lì a sentire non è più un piacere, è una tortura, vorresti scappare via.
Poi: boh, l’idea di stare lì tutti insieme a cantare una canzone… non è proprio la mia idea di divertimento, ecco. Certo, forse perché gli unici brani che canterei sarebbero quelli degli Elio e le Storie Tese, musica un po’ di nicchia. Però cioè, mettersi lì a cantare i brani di Gigi D’Alessio… Con tutto il rispetto eh, ma via, non mi ci vedo proprio.
E poi, a proposito, gli spot: ma chi è che si mette a cantare col microfono mentre mangia o mentre fa il bagno nella vasca? Minimo, nella prima situazione, mi andrebbe di traverso quello che mangio e nella seconda situazione mi cascherebbe il microfono nell’acqua con conseguenze assai rischiose.
Ma tutto questo secondo me è perché, come ho scritto prima, ho più di trentasei anni.
O, forse forse, è perché non sono intonato.
Però una cosa la voglio dire: nello spot con Gigi D’Alessio, quando alla fine dice “eh beh, è Canta Tu!”, mi fa ridere, in senso buono.
Comunque il Canta Tu di metà anni Novanta era una figata pazzesca.
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