LineeColonna.
Così voglio chiamare questa nuova puntata del nostro percorso emozionale, che ormai ha preso una deriva autocratica che io stesso per primo non mi sarei aspettato.
Ma, a mio umile parere, ha acquisito frizzantezza, fluidità e simpatia, tralasciando i profondi, ma spesso tristi, temi iniziali.
Oggi voglio scrivere il mio blog utilizzando solo definizioni enigmistiche della rivista “La Settimana Enigmistica” (che ringrazio) edizione del sedici giugno duemilaventidue, con in copertina quel mattacchione di Oliver Stone.
Ovviamente vedrete punti messi dove sembrerebbe impossibile, ma lo faccio solo per farvi vedere inizio e fine di ogni definizione.
Spero che il testo qua sotto abbia almeno un minimo di senso compiuto. Auguratemi buona fortuna ragazzi.
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Una sorella in convento. Molti la ascoltano con Spotify.
Un consenso… silenzioso. Può gravare su uno stabile. Il più iridato degli archi. Il giardino della Creazione. Poco… tranquillo.
Cumuli di pietre usati come punti di riferimento. Sono in fondi ai labirinti. Fanno prodigi nelle fiabe. Un grande film di Ridley Scott.
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Devo dirvi che questo primo tentativo sia stato più faticoso del previsto e molto meno fruttuoso di quanto mi aspettassi.
Ma non reputo questo tentativo vano, perché esso in me ha creato un’idea veramente folle e quasi impossibile da realizzare che vi svelerò in seguito.
Probabilmente ci vorrebbero settimane per crearla e proverò adesso a cercare qualcuno che mi possa dare una mano.
Vedete? La strada che ha preso questo percorso ci porta sempre verso nuovi orizzonti.
Il poter avere uno spazio personale dove mettere giù le proprie idee, farle conoscere al mondo, o più realisticamente ai pochi che leggono il mio blog (rido), mi permette di crescere, di essere affamato, di osare.
Mi permette anche di tornare con i piedi per terra quando magari esagero con la mia follia, ma anche questo fa parte del gioco, serve anche questo.
Serve tornare con i piedi per terra alcune volte, ma solo per decidere nuovamente verso quale nuova meta iniziare a volare.
Non abbiate paura di non essere capiti, di giudicare le vostre idee ancor prima che prendano forma.
Abbiate la libertà di osare.
Perché in quella libertà è molto probabile che riscopriate voi stessi, come mi sto lentamente riscoprendo io.
A presto ragazzi, vi voglio bene.