Thomas Couture sarà il protagonista dell’articolo di oggi.
Couture, probabilmente, non rientra tra gli artisti più celebri della Storia dell’Arte. Tuttavia, non solo fu allievo di un paio di pittori di cui abbiamo parlato recentemente, ma fu anche il mentore di Manet, al quale è legato un singolare aneddoto.
Se siete curiosi vi invito a proseguire nella lettura.
Le origini
Thomas Couture nacque a Senlis, nell’Oise, il 21 dicembre 1815.
Nel 1826, Thomas era a Parigi con la famiglia e qui studiò dapprima alla Scuola delle Arti e dei Mestieri e, in seguito, alla Scuola di Belle Arti.
Nel 1830, entrò nell’atelier di Antoine-Jean Gros, artista che abbiamo analizzato la volta precedente e, alla morte di quest’ultimo, passò in quello di Paul Delaroche. Da entrambi, Thomas apprese i rudimenti della pittura.
I fallimenti e i successi di Thomas Couture
Per ben sei volte, Couture fallì il Prix de Rome, fino a quando riuscì a vincere il secondo premio nel 1837. Nel 1840, invece, cominciò a esporre nel Salon di Parigi ed ottenne diverse medaglie. Precisamente, nel 1847, Thomas stupì il pubblico con I romani della decadenza, opera che ho scelto come immagine di copertina per l’articolo di oggi e che lo consacrò definitivamente.
Poco dopo, Thomas aprì un proprio atelier destinato a formare molti giovani talenti della scuola storica. Fra i suoi allievi vi furono l’inglese Joanna Mary Boyce e l’americano Thomas Hicks.
L’11 novembre 1848, Couture ottenne la Legion d’Onore.
Il ritorno alla città natale
Il pubblico apprezzò molto la tecnica innovativa di Couture e questo gli fece ottenere commissioni pubbliche ed ecclesiastiche per affreschi che lo impegnarono dalla fine degli anni Quaranta a tutti gli anni Cinquanta.
Tuttavia, Thomas non ottenne il successo sperato e questo lo indusse, nel 1860, a lasciare Parigi per fare ritorno a Senlis, la sua città natale, dove proseguì con l’insegnamento.
Nel 1867, Couture pubblicò un libro dove mise nero su bianco le sue idee in merito alla pittura e al suo metodo di lavoro.
Addirittura, un editore gli propose di scrivere la sua autobiografia, ma Couture rifiutò, dicendo che “la biografia è l’esaltazione della personalità e la personalità è il flagello della nostra epoca”.
Thomas Couture morì a Villiers-le-Bel nell’Île-de-France il 30 marzo 1879 e venne sepolto a Parigi, nel cimitero di Père-Lachaise.
Riconoscimenti
Attualmente, Couture è ricordato esclusivamente per il dipinto I romani della decadenza, ubicato al Musée d’Orsay, e per essere stato il maestro di Pierre Puvis de Chavannes, di Joseph-Noël Sylvestre e di Édouard Manet. Quest’ultimo frequentò il suo atelier per ben sei anni, un tempo molto lungo se si considerano i contrasti sopraggiunti tra i due.
Pare che Manet affermò una cosa di questo tipo:
Non so che ci faccio qui; quando arrivo all’atelier, mi sembra di entrare in una tomba!