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Comunicare in pubblico non è mai stato così… alla portata di tutti!

Comunicare in pubblico non è mai stato così… alla portata di tutti!

Non si può non comunicare.

Il primo assioma della comunicazione di Watzlawick parla chiaro: è impossibile non comunicare, in quanto non solo le nostre parole, ma anche i nostri atteggiamenti o silenzi comunicano qualcosa al mondo esterno.
Gabriele Bibbiani, responsabile dell’ufficio cultura del Comune di Cecina lo sa bene: classe 1964, da anni si occupa di tecnologia e comunicazione; Giornalista iscritto all’Ordine della Toscana, è direttore responsabile di testate e continua ad occuparsi in informazione e di comunicazione per la pubblica amministrazione, la stampa, la radio e la televisione.
Domenica scorsa, il 2 aprile, ha presentato il suo primo libro sulla comunicazione, quella che ormai conosce come le sue tasche, libro che prende il titolo di “Comunicare in pubblico. L’arte del Public Speaking alla portata di tutti”, edito da Phasar edizioni.

Da sinistra: Federico Luperi e Gabriele Bibbiani, l’autore.

Insieme a lui, ci sono stati diversi ospiti: primo tra tutti è Federico Luperi, giornalista che ad oggi si occupa di intelligenza artificiale applicata al mondo dell’informazione.
La presentazione, svoltasi nella sala Primetta Cipolli al Palazzetto dei Congressi in Piazza Guerrazzi a Cecina, ha avuto come obiettivo quello di svelare che cosa è questo libro, perché è nato e che cosa vorrebbe rappresentare, che messaggio vuole trasmettere.
«Secondo recenti studi, la nostra attenzione è concentrata nei primi 5-7 secondi di un messaggio – spiega Gabriele Bibbiani – aldilà dei quali, la decisione di continuare ad ascoltare o desistere è già stata presa e sarà sempre più difficile per chi espone, riportare l’interlocutore all’attenzione. Per questo si rende necessario conoscere le tecniche e le strategie fondamentali per far recepire un messaggio in maniera efficace, senza fraintendimenti».

Un libro destinato a tutti (nessun escluso!)

Quando si parla di Public Speaking, le prime cose che a tutti viene in mente sono sicuramente un palco, un microfono e una vasta quantità di persone che ci osservano. Il secondo pensiero che ci viene in mente? A me non serve questo libro, non parlerò mai ad un gruppo di persone così vasto, è una possibilità recondita.
E invece, ti dirò, non è proprio così: questo è un pensiero che anche a me è affiorato alla mente all’inizio della presentazione, ma Gabriele e Federico spiegano subito perché questo libro è proprio alla portata di tutti ed è proprio per il motivo scritto poco sopra: la mancanza di attenzione.
«Ci giochiamo tutto in quei 5-7 secondi, ovvero nella prima impressione che diamo di noi ad una persona – spiegano loro -: quando si parla di Public Speaking non si intende più il parlare ad un vasto gruppo di persone. Queste tecniche ci servono per farci capire dall’interlocutore che abbiamo davanti, che sia un familiare, un datore di lavoro o un gruppo di persone».
Ormai farsi capire diventa essenziale perché la comunicazione non è solo verbale, ma è fatta anche di gesti, posture e di toni di voce differenti. Il popolo italiano è il popolo che gesticola di più quando comunica e ogni gesto porta con sé un simbolo. E l’autore ce lo dimostra subito.

Infatti gli “aiutanti” alla presentazione di Comunicare in pubblico non sono finiti e con le loro esibizioni possono far capire ancora di più quanto le pause, i silenzi e il ritmo musicale veicolino il messaggio che mandiamo e se togliamo al messaggio anche uno solo di questi elementi, potrebbe perdersi il significato.

Un libro per noi e per fare del bene

Il libro Comunicare in pubblico serve a noi per imparare a migliorare la nostra comunicazione. Ma non solo: parte del ricavato del libro sarà donato all’associazione Sui Passi di Ale, associazione cecinese di volontariato nata nel 2011 per amore e in ricordo di Alessandro Cavallini, che ha il compito ambizioso e gratificante di inseguire e di “provare” a realizzare i sogni di Ale, primo fra tutti il desiderio di guarire, poi diventare uno chef, un grande ballerino di hip hop, un batterista. E per poter esaudire i suoi desideri hanno bisogno del sostegno di tutti coloro che hanno conosciuto l’energia e il caparbio attaccamento alla vita, nonostante la sofferenza per la malattia.

Rita Invernizzi Cavallini, responsabile dell’associazione insieme al marito Giovanni e ai figli Andrea e Antonio

Un testo pieno di spunti, strategie e tecniche per recapitare il nostro messaggio in maniera efficace, spiccando in un mondo che richiede la risorsa più importante alle persone: il tempo.
Sono felice di aver potuto partecipare a questa presentazione un pò fuori dalle righe, ma posso dire con sicurezza di aver riposto la mia attenzione nell’occasione giusta (e poi ho una dedica speciale da aggiungere alla mia collezione!).

 

Buona lettura a tutti,
Rachele

 

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Rachele Bini

Rachele, 31 anni. Una, Nessuna, centomila. Copywriter e amante della comunicazione, la scrittura è il suo pane quotidiano. Ha gestito un Ufficio Stampa per una piccola Casa Editrice Indipendente. Aspirante Giornalista, scrive per "Il Tirreno".

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