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Quarantunesima intermittenza

Quarantunesima intermittenza

Benvenuti, o ben tornati, tra queste pagine.

Oggi vorrei fare una piccola riflessione a partire da una tavola (termine tecnico per indicare la pagina di un fumetto) che mi ha molto colpito nell’ultimo periodo.

È una tavola tratta da Batman/Catwoman Special #1, recuperabile qui per la versione in italiano. Per chi non fosse avvezzo ai fumetti, in particolar modo a quelli americani,  vi basti sapere che i personaggi sono abbastanza malleabili. In soldoni e semplificando di molto la questione, bisogna rispettarne determinate caratteristiche, ma ogni autore può fornire la sua interpretazione/visione del personaggio che sta raccontando.

L’insieme di storie che l’autore di turno sceglie di raccontare prende il nome di gestione (o ciclo).

Il ciclo di cui fa parte la tavola che ho tirato in ballo, è il ciclo di Batman scritto da Tom King, uscito dal 2016 al 2020 sulla serie regolare del personaggio, per un totale di 83 numeri e concluso sulla miniserie di 12 numeri Batman/Catwoman, nel 2021.

Il finale della serie, di cui la tavola rappresenta un frammento dell’epilogo, è situata fuori dalla continuity, ovvero è considerata “non canonica”, in quanto si raccontano le conseguenze dei fatti avvenuti nella serie principale, situandole in un futuro imprecisato.

Sì, se non siete avvezzi al tutto, posso comprendere la confusione.

Qui, Bruce e Selina (catwoman) sono una coppia di anziani con una figlia ormai grandicella, la quale a sua volta ha preso il posto del padre nella lotta al crimine di Gotham City.

La tavola ci racconta una tranquilla notte di intimità, la notte di natale nello specifico, tra Bruce e Selina.

Il crociato incappucciato, ormai anziano, sta facendo i conti con la sua vecchiaia e la vista del segnale in cielo, che un tempo richiamava il protettore di Gotham, fa emergere tutta la sua attuale inadeguatezza rispetto al ruolo che un tempo ricopriva, e il suo sconforto nella consapevolezza del tempo che, inesorabilmente, scorre.

Selina risponde che è proprio il tempo che passa a decretare la loro vittoria.

Questo passaggio mi ha colpito molto, in quanto, i personaggi dei fumetti, o i personaggi fittizi in genere, sono assimilabili a delle entità cristallizzate nel loro microcosmo.

È come se Selina riflettesse sul loro status di personaggi di finzione: la loro vittoria sul mondo sta nella loro vecchiaia.

I super eroi americani cambiano partner praticamente ogni anno, non invecchiano e sembrano non tenere conto di tutto ciò che hanno passato, in quanto è come se, a ogni ciclo narrativo, rinascessero nuovi e pronti per essere gettati nel mondo per l’ennesima volta.

Ovviamente, sto estremizzando, perché ci sono degli elementi narrativi che hanno lasciato, e lasceranno, sempre il segno sulla psiche dei personaggi, però sono molti di più gli elementi che vengono introdotti, ma che poi, attarverso particolari scelte narrative, gli autori che vengono dopo scelgono di rimuovere per avere maggior libertà di movimento.

La vecchiaia, la scelta di una relazione stabile e la consapevolezza di un’eredità che viene trasmessa sono tutti elementi che giocano contro la cristallizzazione, contro l’inquadramento quasi maniacale di questi personaggi all’interno di una campana di vetro.

E tutto questo sembra essere una dichiarazione d’intenti, e d’amore, verso i personaggi che accompagnano ogni anno migliaia e migliaia di lettori in tutto il mondo.

Non è rassicurante vedere il tuo idolo, sempre invitto in ogni situazione, invecchiare e fare i conti col tempo che passa. King veicola il messaggio che per essere degli eroi non è necessario un mantello (anche se, innegabilmente, aiuta), ma basta un certo grado di consapevolezza per affrontare con maturità il tempo che passa.

Gli eroi cessano così di essere degli eterni bambini, alla stregua dei lettori che sospendono la realtà per entrare in questi mondi sempre uguali a sé stessi, per fare finalmente i conti con un universo, se non analogo, molto vicino al nostro.

Altro consiglio non richiesto: Invincibile scritto da Robert Kirkman fa esattamente ciò che questa tavola suggerisce, decretando un inizio, e una fine, alla parabola di un super eroe.

Grazie per avermi letto e a presto!

Gabriele

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