Ognuno ha il suo modo di affrontare una storia, e soprattutto ognuno ha il suo modo di affrontare l’inizio di una relazione a seconda della persona che si trova davanti e dello stato emotivo in cui si trova. Tutte queste cose unite a schemi mentali, sovrastrutture e traumi avvenuti durante la nostra crescita ma soprattutto unite a come siamo stati amati da piccoli determinano i tipi di attaccamento!
Tipo di attaccamento sicuro:
Solitamente chi ha questo attaccamento da adulto è stato un bambino con una madre o persona significativa amorevole, coerente, gentile e incoraggiante. In questo modo il bambino si è sentito al sicuro, ascoltato e autorizzato a poter comunicare le sue emozioni e la richiesta di soddisfare i proprio bisogni.
La persona portatrice di un modello di attaccamento sicuro, svilupperà un legame basato sulla fiducia reciproca e considererà il partner e se stesso come degno di essere amato. Capacità di vivere esperienze intime e di ricevere e prestare aiuto (Hazan e Shaver, 1987)
In poche parole, se ci troviamo a fianco di un partner così… teniamocelo stretto! La capacità di comunicare e la sicurezza di essere degno di essere amato, gli permetterà di amare anche noi in maniera per lo più sana.
Tipo di attaccamento evitante:
In questo caso la figura di attaccamento da piccoli è stata svalutante e carente nell’accudimento. Così il bambino, nelle prime fasi della vita, non è riuscito a soddisfare questi bisogni e ha imparato a percepirsi come non degno d’amore, e nella paura che un eccessivo coinvolgimento culmini in un eventuale rifiuto, adotterà una posizione estremamente difensiva e distaccata.
Se s’incontra in età adulta un partner con questo stile di attaccamento, prepariamoci a soffrire!
La persona con attaccamento evitante infatti vive le relazioni come una minaccia alla propria autonomia e indipendenza. Però ha necessità del legame che ricerca per poi sabotarlo se le cose si fanno più serie.
Inoltre questa persona attuerà dei piccoli meccanismi di disattivazione quotidiana, come:
- tendenza ad allontanarsi quando è troppo in intimità
- tendenza a concentrarsi solo sui difetti del partner: come parla, come si veste…
- tendenza a continuare a star male per la ex
- tendenza a non riuscire a prendere un appuntamento nel breve – medio termine
Cosa fare in questi casi? Beh la persona con stile di attaccamento evitante può intraprendere un percorso di psicoterapia per cercare di riequilibrare le sue percezioni di esser degno di amore, e soprattutto per terminare di ferire l’altro.
La persona che si trova ad aver a che fare con un partner con un attaccamento del genere, può essere paziente stabilendo dei limiti ma deve assolutamente allontanarsi se ci si sente:
- SOTTOVALUTATI, SMINUITI E SVILITI;
- EMOTIVAMENTE DEPRIVATI;
- IRRILEVANTI NEL CONTESTO DELLA RELAZIONE;
- IMPOSSIBILITATI A RAGGIUNGERE UNA CONNESSIONE PIÙ PROFONDA;
- LIMITATI/CONFINATI NELL’ESPRIMERE SENTIMENTI;
- LIMITATI/CONFINATI NEL CERCARE CONFERME DEI SUOI SENTIMENTI;
- UN PASSATEMPO PROVVISORIO;
- SBAGLIATI QUANDO SI ESPRIMONO SENTIMENTI
Tipo di attaccamento ansioso:
Se la persona ha maturato uno stile di attaccamento ansioso tenderà ad idealizzare l’altro (e qui io mi ci ritrovo in pieno).
Cresciuto da una mamma a volte iper ansiosa e a volte lontana anche emotivamente:
il bambino da adulto proverà verso l’altro significativo una rabbia disfunzionale per cui percepirà l’altro, al pari di se stesso, come fonte di amore e odio … di meriti e demeriti (Gattili V.), di essere degno e indegno d’amore.
Il bambino con questo stile di attaccamento non sviluppa il senso interno di una base sicura, coerente e prevedibile e anche l’immagine di sé che si costruisce, di conseguenza, è incoerente: a volte si sente degno di amore, altre invece fragile, incapace e indegno di essere aiutato e sostenuto. Non si fida degli altri, non sa bene cosa aspettarsi.
L’adulto con questo tipo di attaccamento oltre a lavorare su se stesso per cercare di aumentare la propria autostima e la propria fiducia negli altri, deve essere rassicurato molto sui sentimenti dell’altro in modo (con il lavoro su se stesso e supportato da un percorso psicologico se necessario) da poter vivere la relazione senza il senso di angoscia dell’abbandono.
Tipo di attaccamento disorganizzato:
Questo tipo di attaccamento si può considerare il più pericoloso perché normalmente deriva da situazioni in cui la madre o la persona di riferimento è cresciuta con un’infanzia difficile anche a livello di maltrattamenti e abusi.
Nonostante sia figlio di genitori abusanti, svalutanti, totalmente incoerenti e inadempienti, il bambino si trova a sviluppare per la propria sopravvivenza l’attaccamento e a desiderare la vicinanza affettiva proprio da chi gli fa paura e lo angustia.
La confusione che deriva dai sentimenti di amore e paura indirizzate alla figura di attaccamento, fanno sì che il soggetto sia totalmente incapace di interiorizzare un’immagine interna tranquillizzante e rassicurante di sé e dell’altro.
Sia il sé che l’altro sono percepiti come cattivi. Ha difficoltà a fidarsi dell’atro. Difficilmente si lascia coinvolgere e quando accade assume un ruolo passivo-aggressivo e dipendente.
Anche qui il consiglio è cercare di intraprendere un percorso approfondito su se stessi e con uno psicologo o uno psicoterapeuta competente in modo da cercare di migliorare la situazione.
Ti sei riconosciuto in qualche tipo di attaccamento?
Tranquillo, con un buon lavoro su di te, sulla tua storia, e attraverso l’incontro con persone che ti possono insegnare modi migliori di vivere il rapporto con te stesso e i legami profondi, puoi con molta calma e pazienza correggere i tuoi modelli interni verso un maggiore senso di sicurezza.
Dobbiamo imparare a:
- riconoscere i nostri bisogni profondi e quelli dell’altro
- essere più capaci di comunicare
- guadagnare autostima
- guadagnare capacità di contatto
- instaurare relazioni basate su fiducia e intimità
- metterci nella testolina che convincersi di essere degni d’amore è la chiave per amarsi e saper amare
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A presto LeTy – GaGa