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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

I’M A KING BEE (James Moore)

I’M A KING BEE (James Moore)

I’M A KING BEE (James Moore)

Syd Barrett – voce, chitarra
Rado Klose – chitarra, voce, armonica
Roger Waters – basso, coro
Nick Mason – batteria
Richard Wright – tastiere, coro

 

 

 

 

 

 

Beh, io sono un re ape
Ronzio intorno yo ‘ Alveare


Beh, io sono un re ape
Ronzio intorno yo ‘ Alveare
Beh, posso fare il miele, tesoro.

Il brano

“I’m a King Bee” è la cover di un brano blues di Slim Harpo (vero nome James Moore).

Syd si ispirò alla versione dei Rolling Stone che la inserirono nel loro primo album.

Pur essendo uno stile molto lontano dal gruppo, anche nel contesto di fine anni 60, il pezzo in qualche modo risuona di echi psichedelici.

 

Fammi entrare.
Sono giovane e capace
Per ronzare tutta la notte
Sono giovane e capace
Per ronzare tutta la notte
Beh, quando mi senti ronzare, piccola.
Alcuni stingin ‘ sta succedendo bene, buzz un po
“Sting-A-been”

Beh, io sono un re ape
Vuoi che tu sia la mia regina
Beh, io sono un re ape
Vuoi che tu sia la mia regina
Insieme possiamo fare il miele
Il mondo mai, mai, visto

 

Registrazione e accordi

“I’m a King Bee” fu registrato, insieme a Lucy Leave, negli studi della Decca.

I due brani composero un acetato che servì alla band per partecipare al Beat Contest organizzato dalla rivista Melody Maker.

 [Sia io che Roger suonavamo l’armonica nel gruppo, ma solo io feci l’assolo nel pezzo. Tra l’altro ricordo ancora la nota fuori posto che mi sfuggì.]

Bob Klose

 

 

Di seguito gli accordi nella notazione inglese:

E*
Well I’m a king bee

Buzzing around your hive
A
Well I’m a king bee, baby
E*
Buzzing around your hive
B A
Yeah I can make honey baby
E*
Let me come inside

E
Well I’m a king bee

Want you to be my queen
A
Well I’m a king bee, baby
E
Want you to be my queen
B A
Together we can make honey
E
The world has never seen

Well, buzz a while…
E7
Sting you bad…

E
Well I’m a king bee

Can buzz all night long
A
Well I’m a king bee, baby
E
Can buzz all night long
B A
Yeah I can buzz better baby
E
When your man is gone

E A E B A E . . .

Beh, io sono un re ape
Può ronzare tutta la notte
Beh, io sono un re ape
Può ronzare tutta la notte
Beh, posso ronzare meglio, piccola.
Quando yo ‘ man è andato.

Live e cover

Vi proponiamo la versione originale di “I’m a King Bee” dello stesso Slim Harpo.

A seguire la versione dei Rolling Stone e infine una versione live di Muddy Waters.

E per non farci mancare niente una notevole interpretazione a forma The Doors.

Ernesto Macchioni

Ernesto Macchioni

Il mare in tempesta fu improvvisamente colpito ai fianchi da un milione di tonnellate di olio. Fu così che venne alla luce Ernesto Macchioni in un'inaspettata giornata d'estate in pieno novembre 1961. La finestra fu finalmente aperta, Ernesto si affacciò e venne invaso da un fiume di luce e salmastro. L'infanzia la passò a cercare di capire se era meglio saper giocare a pallone o ascoltare la musica. Scelse la seconda ipotesi, senza rendersi conto di quanto si sarebbe complicato la vita. Il mare lo guardava perplesso. Faceva le scuole medie quando imparò a suonare la chitarra. Divenne amico intimo di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Lucio Battisti, cercando di scacciare l'inopportuna presenza di Claudio Baglioni. Erano amici fidati, a loro non importava se non sapevi giocare a calcio. Il mare scuoteva la testa. Alle superiori si illuse che il mondo era facile e cambiò religione diventando comunista. Bussarono alla porta di casa gli Inti-illimani e li fece entrare. (Battisti lo nascose nell'armadio). Claudio Lolli chiese "permesso" e lo fece accomodare. Pink Floyd e Genesis erano degli abitué ormai da tempo. La casa era piena di gente. Sua madre offriva da bere a tutti (ma non riuscì mai a capire cosa ci faceva quel ragazzo riccioluto rintanato fra i vestiti). Il mare aspettava. Venne l'ora provvisoria del buon senso e del "mettisufamiglia". La chitarra si era nel frattempo trasformata in un pianoforte. La casa era grande adesso e, oltre ai figli, poteva contenere anche vecchi giganti come Chet Baker e Miles Davis, lo zio Keith Jarrett e il nipotino Pat Metheny. La moglie offriva da bere a tutti, compreso Lucio Battisti che si era da tempo tolto la polvere dell'armadio di dosso. Qualcuno aveva infranto i sogni e il muro di Berlino, scoprendo che era fatto di carta come loro. Il mare si fece invadente e, stanco di aspettare, entrava anche in casa nei momenti più inopportuni. Era una folla. Quando Ernesto decise di far entrare anche Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Gabriel Fauré la situazione cominciò a farsi insostenibile. Soprattutto quando il nostro protagonista scoprì che tutti, ma proprio tutti, compreso Francesco Guccini, sapevano giocare a pallone. Era un caos indefinibile vederli giocare fra le stanze, scoprire che De Gregori poteva benissimo entrare in sintonia con Giacomo Puccini e servirgli un assist da campionato del mondo preciso sulla testa. E tutto sotto lo sferzante vento di libeccio che infuriava in tutta la casa. Il mare si godeva le partite con un braccio sulla spalla di Ernesto, in totale stato confusionale. Quando in casa entrò Wolfang Amadeus Mozart la casa scoppiò. Ernesto lo trovarono sorridente fra le macerie. Lo videro togliersi i calcinacci dalle spalle, prendere un pallone e cominciare a palleggiare (un po' impacciato a dire il vero). Qualcuno giura di aver visto Lucio Battisti, con indosso una giacca di Ernesto, allontanarsi allegramente a braccetto con Giuseppe Verdi. Il mare, un po' invecchiato, respirava adagio sulla battigia.

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