ON AIR


Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

DOUBLE O BO (Barrett)

DOUBLE O BO (Barrett)

DOUBLE O BO (Barrett)

Barrett: chitarra, voce
Rado Klose: chitarra
Mason: batteria
Waters: basso

 

 

 

 

 

Bo Diddley era un investigatore
privato, la mano era veloce e il suo QI, un alto
D.A. diceva “Doppia O, non durerai
Rallenta ragazzo, stai vivendo troppo in fretta”

 

 


Beh, Double O aveva una mitragliatrice Cadillac
e un motore posteriore
antiproiettile preso da un 707
Sembra un modo sicuro per entrare in paradiso

 

Il brano

“Double O Bo” è un brano dedicato a Bo Didldey.

Syd gioca con il testo miscelando la figura del bluesman con quella di James Bond.

In tasca, 5 libbre di piombo
Per impedire a Bo Diddley di morire
Un’altra cosa che aiutò Bo a mantenersi in vita
Fu una Colt 45 dal naso camuso, Smith And Wesson

Beh, Bo ha bevuto litri di segale e bourbon
Martini secco e faresti meglio a servirli
Martini così secchi, lo shaker è scoppiato
Bo si è piegato su un fianco ed è morto di sete

 

Registrazione e accordi

“Double O Bo” fu registrato, negli studi della Decca.

 [“Era un tributo a Bo Diddley e un gioco di parole intorno a James Bond, l’agente 007. Il titolo era il testo principale; credo che ci fosse anche un testo scritto ma ci inventammo una seconda versione mentre eravamo in studio”]

Bob Klose

 

Di seguito un raro tutorial proveniente dal giappone:

 

 

Live e cover

Non esistono ovviamente versioni dal vivo di questo rarissimo brano.

Quella che vi proponiamo di seguito è una versione animata ispirata al pezzo: a mio avviso molto carina.

Ernesto Macchioni

Ernesto Macchioni

Il mare in tempesta fu improvvisamente colpito ai fianchi da un milione di tonnellate di olio. Fu così che venne alla luce Ernesto Macchioni in un'inaspettata giornata d'estate in pieno novembre 1961. La finestra fu finalmente aperta, Ernesto si affacciò e venne invaso da un fiume di luce e salmastro. L'infanzia la passò a cercare di capire se era meglio saper giocare a pallone o ascoltare la musica. Scelse la seconda ipotesi, senza rendersi conto di quanto si sarebbe complicato la vita. Il mare lo guardava perplesso. Faceva le scuole medie quando imparò a suonare la chitarra. Divenne amico intimo di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Lucio Battisti, cercando di scacciare l'inopportuna presenza di Claudio Baglioni. Erano amici fidati, a loro non importava se non sapevi giocare a calcio. Il mare scuoteva la testa. Alle superiori si illuse che il mondo era facile e cambiò religione diventando comunista. Bussarono alla porta di casa gli Inti-illimani e li fece entrare. (Battisti lo nascose nell'armadio). Claudio Lolli chiese "permesso" e lo fece accomodare. Pink Floyd e Genesis erano degli abitué ormai da tempo. La casa era piena di gente. Sua madre offriva da bere a tutti (ma non riuscì mai a capire cosa ci faceva quel ragazzo riccioluto rintanato fra i vestiti). Il mare aspettava. Venne l'ora provvisoria del buon senso e del "mettisufamiglia". La chitarra si era nel frattempo trasformata in un pianoforte. La casa era grande adesso e, oltre ai figli, poteva contenere anche vecchi giganti come Chet Baker e Miles Davis, lo zio Keith Jarrett e il nipotino Pat Metheny. La moglie offriva da bere a tutti, compreso Lucio Battisti che si era da tempo tolto la polvere dell'armadio di dosso. Qualcuno aveva infranto i sogni e il muro di Berlino, scoprendo che era fatto di carta come loro. Il mare si fece invadente e, stanco di aspettare, entrava anche in casa nei momenti più inopportuni. Era una folla. Quando Ernesto decise di far entrare anche Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Gabriel Fauré la situazione cominciò a farsi insostenibile. Soprattutto quando il nostro protagonista scoprì che tutti, ma proprio tutti, compreso Francesco Guccini, sapevano giocare a pallone. Era un caos indefinibile vederli giocare fra le stanze, scoprire che De Gregori poteva benissimo entrare in sintonia con Giacomo Puccini e servirgli un assist da campionato del mondo preciso sulla testa. E tutto sotto lo sferzante vento di libeccio che infuriava in tutta la casa. Il mare si godeva le partite con un braccio sulla spalla di Ernesto, in totale stato confusionale. Quando in casa entrò Wolfang Amadeus Mozart la casa scoppiò. Ernesto lo trovarono sorridente fra le macerie. Lo videro togliersi i calcinacci dalle spalle, prendere un pallone e cominciare a palleggiare (un po' impacciato a dire il vero). Qualcuno giura di aver visto Lucio Battisti, con indosso una giacca di Ernesto, allontanarsi allegramente a braccetto con Giuseppe Verdi. Il mare, un po' invecchiato, respirava adagio sulla battigia.

Articoli Correlati

Commenti