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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

REMEMBER ME (Barrett)

REMEMBER ME (Barrett)

REMEMBER ME (Barrett)

Barrett: chitarra, voce
Rado Klose: chitarra
Mason: batteria
Waters: basso

 

 

Ricordi un giorno prima di oggi
Un giorno in cui tu eri giovane
libero di giocare assieme al tempo
La sera non arrivava


Canta una canzone che non può essere cantata
Senza il bacio del mattino
Regina, lo sarai se lo vorrai
Cerca il tuo re
Perchè non possiamo giocare oggi?
Perchè non possiamo rimanere in quel modo?

 

Il brano

“Remember Me” è un brano di Syd Barrett.

Poco da dire sul brano, se non che viaggia in territorio rock/blues ed è cantato da un Barrett irriconoscibile.

Il testo si riferidsce a un tentativo di un uomo di riconquistare la propria donna.

Scala il tuo melo preferito
Prova a prendere il sole
Nasconditi dalla pistola del tuo fratellino
Sognati altrove
Perchè non possiamo raggiungere il sole?
Perchè non possiamo soffiar via gli anni?

Soffiar via
Soffiar via
Ricorda
Ricorda

 

Registrazione e accordi

“Remember me” fu registrato nel 1965, negli studi della Decca.

 [Il 15 ottobre del 1965 i Pink Floyd Sound, che a fine mese si accordarono con Jenner e King per acquisire la comproprietà della Blackhill, parteciparono alla festa di inaugurazione della rivista International Times che si svolse presso la Roundhouse, e nel mese di dicembre suonarono dapprima alla Royal Albert Hall a una festa di beneficenza della Oxfam e poi si esibirono in uno dei locali più all’avanguardia della ribalta londinese, lo UFO Club.]

da Wikipedia

 

 

Di seguito gli accordi nella notazione inglese rappresentati in tablatura e di seguito il testo originale:

Remember me (aaaaah-ha)

I’ve been here before

Remember me (aaaaah-ha)

I’ve been here before

Can’t you see

I’m gonna stick around some more

Can’t you see (aaaaah-ha)

I want some love from you

Can’t you see (aaaaah-ha)

I want some love from you

Don’t go away now

I’ve got something to give to you

I’ll try to be (aaaaa-ha)

As good as gold to you

Try to be (aaaaa-ha)

As good as gold to you

But don’t blame me, girl

If I’m far from cold to you

Remember me (aaaaa-ha)

I’ve been here before

Remember me (aaaaa-ha)

I’ve been here before

Don’t go away now

Come and stick around some more

Yeah

 

 

Live e cover

Vi proponiamo una versione dal vivo recente del grande Nik Mason.

Ernesto Macchioni

Ernesto Macchioni

Il mare in tempesta fu improvvisamente colpito ai fianchi da un milione di tonnellate di olio. Fu così che venne alla luce Ernesto Macchioni in un'inaspettata giornata d'estate in pieno novembre 1961. La finestra fu finalmente aperta, Ernesto si affacciò e venne invaso da un fiume di luce e salmastro. L'infanzia la passò a cercare di capire se era meglio saper giocare a pallone o ascoltare la musica. Scelse la seconda ipotesi, senza rendersi conto di quanto si sarebbe complicato la vita. Il mare lo guardava perplesso. Faceva le scuole medie quando imparò a suonare la chitarra. Divenne amico intimo di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Lucio Battisti, cercando di scacciare l'inopportuna presenza di Claudio Baglioni. Erano amici fidati, a loro non importava se non sapevi giocare a calcio. Il mare scuoteva la testa. Alle superiori si illuse che il mondo era facile e cambiò religione diventando comunista. Bussarono alla porta di casa gli Inti-illimani e li fece entrare. (Battisti lo nascose nell'armadio). Claudio Lolli chiese "permesso" e lo fece accomodare. Pink Floyd e Genesis erano degli abitué ormai da tempo. La casa era piena di gente. Sua madre offriva da bere a tutti (ma non riuscì mai a capire cosa ci faceva quel ragazzo riccioluto rintanato fra i vestiti). Il mare aspettava. Venne l'ora provvisoria del buon senso e del "mettisufamiglia". La chitarra si era nel frattempo trasformata in un pianoforte. La casa era grande adesso e, oltre ai figli, poteva contenere anche vecchi giganti come Chet Baker e Miles Davis, lo zio Keith Jarrett e il nipotino Pat Metheny. La moglie offriva da bere a tutti, compreso Lucio Battisti che si era da tempo tolto la polvere dell'armadio di dosso. Qualcuno aveva infranto i sogni e il muro di Berlino, scoprendo che era fatto di carta come loro. Il mare si fece invadente e, stanco di aspettare, entrava anche in casa nei momenti più inopportuni. Era una folla. Quando Ernesto decise di far entrare anche Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Gabriel Fauré la situazione cominciò a farsi insostenibile. Soprattutto quando il nostro protagonista scoprì che tutti, ma proprio tutti, compreso Francesco Guccini, sapevano giocare a pallone. Era un caos indefinibile vederli giocare fra le stanze, scoprire che De Gregori poteva benissimo entrare in sintonia con Giacomo Puccini e servirgli un assist da campionato del mondo preciso sulla testa. E tutto sotto lo sferzante vento di libeccio che infuriava in tutta la casa. Il mare si godeva le partite con un braccio sulla spalla di Ernesto, in totale stato confusionale. Quando in casa entrò Wolfang Amadeus Mozart la casa scoppiò. Ernesto lo trovarono sorridente fra le macerie. Lo videro togliersi i calcinacci dalle spalle, prendere un pallone e cominciare a palleggiare (un po' impacciato a dire il vero). Qualcuno giura di aver visto Lucio Battisti, con indosso una giacca di Ernesto, allontanarsi allegramente a braccetto con Giuseppe Verdi. Il mare, un po' invecchiato, respirava adagio sulla battigia.

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